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martedì 28 febbraio 2017

commenti randomici a letture randomiche (30)

continuo dal post di ieri a cianciare velocemente delle ultime letture, questa volta dando spazio - finalmente direi! aspettano da settimane! - agli ultimi manga letti, fate attenzione agli spoiler!:

ottavo volume di romantica clock, due numeri al finale. mi mancherà dopo, ma intanto il mio livello di vogliosaperecomefinisce è arrivato pericolosamente in alto.
la vita di akane e company prosegue alla grande: aoi e karin sembra comincino a vivere sempre meglio la loro nuova vita di coppia, ayumu e kohatan sono adorabili ed è praticamente certo che finiranno insieme e akane e shin, anche se lontani sono legati e innamorati come se nulla potesse indebolire il loro affetto.
akane è riuscita a migliorare parecchio i suoi voti e aoi sembra molto meno dispotico di prima sulla questione studio.
insomma, tutto ok, no?
no. perché i malesseri di akane continuano e finalmente lei riesce a confidarlo ad aoi che decide di farla visitare in ospedale. nulla di grave, solo un po' di anemia, ma il risultato rincuora così tanto akane che, dopo essersi sforzata tanto di far finta di niente, si lascia finalmente crollare, proprio per le tante attese vacanze di natale, proprio quando finalmente torna shin per passare un po' di tempo con lei. yoko maki ne approfitta per regalarci una scena da fangirlismo esagerato quando shin riesce finalmente ad andare a trovarla per le vacanze di natale, e io non ho ancora smesso di ringraziarla.
l'ultimo capitolo si conclude con la consueta visita di inizio anno al tempio, con le tavolette votive e tutto il resto e... non chiedetemi perché, ma io ho ancora la sensazione che non tutto si sia risolto davvero. tutta questa stasi, a così poco dalla fine, mi ha messo in testa che il prossimo numero sarà un concentrato pazzesco di ansia, prima del gran finale. e, insomma, io sto in ansia già da giorni! come faccio ad aspettare ancora più di tre mesi?

il terzo volume di hatsu haru invece si prende un attimino di relax e prosegue la storia senza troppi sconvolgimenti, lasciando un buon numero di pagine alla coppia miki/kiyo alle prese con il loro primo, goffissimo, appuntamento.
tra kai e riko invece le cose non sembrano smuoversi più di tanto: lei è ancora innamoratissima del professor suwa e lui non riesce a esprimere i suoi sentimenti, nonostante il destino - e ayumi, fotografa del club di giornalismo - stiano facendo di tutto per spingerli una verso l'altro, con scarsissimi risultati e gran disperazione di kai. sembrerebbe una situazione destinata allo stallo perenne se non fosse che quando suwa e la sua fidanzata dicono a riko che stanno per sposarsi e avere un bambino, lei si convince che è finalmente arrivato il momento di staccarsi dal suo sogno irrealizzabile e cerchi di vivere un amore normale, così cede alle avances di un vecchio compagno delle medie, hatano, che senza troppi scrupoli le chiede di cominciare a frequentarsi.
riko sa che è inutile continuare a sperare n un amore impossibile e spera di riuscire a innamorarsi di hatano, ma quando lui la prende per mano si ritrova inevitabilmente a fare il paragone tra quello che sente e quello che ha provato quando la sua mano veniva stretta da kai, pochi giorni prima durante i fuochi d'artificio... e beh, non è la stessa cosa, ma non ha nemmeno il tempo di stare lì a pensare e capire perché kai, in stile cavaliere senza macchia e senza paura, corre a salvarla, sottraendola dalle grinfie di hatano (in quel momento è stato impossibile non urlare ehi tu porco levale le mani di dosso! con la voce di mcfly) e... dichiarandosi? l'ha detto davvero? l'ha solo pensato? ahhh! datemi il quarto volume (più scrivo questi post più mi rendo conto che non ho pazienza. come faccio a leggere fumetti da circa venticinque anni e rimanere sempre così frustrata dai "continua nel prossimo volume"? dovrei averci fatto l'abitudine ormai e invece...)

ultimo volume per liselotte e la foresta delle streghe, cosa che mi riempie di tristezza perché non solo non dovrebbe essere l'ultimo volume, anzi, per la precisione non lo è, ma perché finalmente la storia stava cominciando a premere sull'acceleratore e invece siamo costretti a fermarci.
come saprete, la pubblicazione è interrotta da anni, a causa di problemi personali - non meglio chiariti - dell'autrice.
non mi è ancora chiaro perché planet abbia deciso di tradurre proprio questo titolo in italiano, in fondo lo sapevamo tutti che non avremmo letto il finale (perché l'ho preso allora? perché volevo leggerlo ugualmente, ero troppo curiosa!). io avevo pensato che potessero esserci buone notizie all'orizzonte, magari qualche speranza per un vero finale, ma se così è, io non ne so niente.

in ogni caso, questo è uno dei migliori volumi, nonostante, bisogna dirlo, liselotte e la foresta delle streghe, così come il canto delle stelle, non arriva nemmeno lontanamente al livello di furuba, ma rimangono entrambi dei fumetti carini e godibili.
inizia a svelarsi il passato il enrich, di liselotte e di suo fratello richard, mostrandoci una realtà meno rosea e idilliaca di quello che avevamo immaginato, e ancora troppo avvolta nel mistero per riuscire veramente a capire cosa ha portato richard a condannare la sorella e quale sia il ruolo di enrich all'interno del terzetto.
anna svela a verg - anche lui una volta un essere umano con un passato tragico e violento alle spalle, come buona parte dei personaggi di natsuki takaya - la storia sua e di art, anche questa, manco a dirlo, segnata da dolore, miseria e sofferenza, e lo convince ad avvicinarsi a quella pazza famiglia di streghe, umani e famigli che si è venuta a creare nella nuova casa di liselotte.
nel frattempo, venuta a sapere che si terrà una festa al villaggio, liselotte chiede a engetsu di portarla a vedere di cosa si tratta, visto che non ha mai partecipato nemmeno una volta e da anni sogna di prendere parte ai festeggiamenti, ma una volta lì, vede suo fratello, si sente in colpa e torna indietro, incontrando, sulla via del ritorno, vorklinde, una strega potente, sorella di hilde e della quale non conosciamo ancora le intenzioni (anche se non promette poi tanto bene, eh), mentre engetsu e richard, stravolgendo tutte le nostre idee in merito, chiacchierano del futuro di liselotte, e si direbbe che non è la prima volta che si vedono,
ora capite perché mi fa rosicare tantissimo pensare che plausibilmente non leggeremo mai il seguito? 

lunedì 27 febbraio 2017

commenti randomici a letture randomiche (29)

e dunque, ci risiamo con il post riassuntone!
in questi tempi ho letto un sacco di belle cose, dividerò tutto in due/tre post di questo genere perché è davvero troppa roba. non riesco a trovare facilmente il tempo per scrivere qui, mi riduco spesso a tarda notte, ma ci tengo a scrivere due righe su questi titoli, perché meritano tutti.

il primo è soppy, la raccolta di vignette e illustrazioni di philippa rice uscita pochi giorni fa per bd edizioni. puntavo questo volumino già da mesi, l'avevo trovato in inglese ed ero tentata di prenderlo, ma per fortuna l'annuncio di bd è arrivato per tempo.
in soppy l'autrice racconta con estrema semplicità (anche i disegni sono molto semplici, tutti realizzati in nero, rosso e bianco, lineari ma espressivi, sintetici ma con una grande attenzione ai dettagli, il che rende questo libretto molto interessante dal punto di vista strettamente visivo), ma grande efficacia, la vita di coppia, i momenti quotidiani vissuti insieme alla persona che si ama.
sono quelle scene di ogni giorno, quei momenti anche forse banali che si riempiono di significato in virtù dell'affetto profondo e sincero che lega due persone.
così, dai primi momenti insieme, fino a quando si decide di convivere, philippa rice racconta la storia sua e di luke, il suo ragazzo, che è un po' la storia di tutti. è facile riconoscersi in almeno una di queste pagine: stendere il bucato, girare per librerie, accoccolarsi sul divano a leggere un libro, montare una - immancabile - libreria ikea o guardare i fuochi d'artificio insieme in mezzo alla folla. questi momenti diventano preziosi, da immortalare e ricordare, perché, anche se non succede niente, sono proprio questi che, tutti insieme, raccontano una storia d'amore. in fondo, come leggiamo sulla quarta di copertina, il vero amore non è solo nei grandi gesti romantici.
soppy è un libretto dolce, che sa far sorridere, che più che farsi leggere si lascia sfogliare, una pagina dopo l'altra, che più che raccontare qualcosa di nuovo, ci da modo di rivivere la nostra storia, di poter dire a qualcuno ehi guarda, questo sei tu! fai proprio così!.
a me è arrivato per san valentino, momento perfettamente in tema con l'atmosfera del libretto, ma, fossi in voi, non aspetterei il prossimo febbraio per recuperarlo.

cambiando completamente genere, passiamo ad abraxas, una raccolta di racconti sia già editi in varie riviste e antologie, sia inediti di nicolò pellizzon.
di pellizzon avevo letto solo la storia del dylan dog color fest a cui ha partecipato qualche mese fa, ma il suo modo di disegnare, le sue atmosfere un po' cupe e un po' mistiche mi attraevano già da parecchio tempo.
attraverso vari racconti, tutti un po' surreali e onirici, pellizzon racconta del piccolo nulla che ognuno di noi ha dentro di sé, quel qualcosa che, proprio sotto il nostro cuore, si nutre delle nostre gioie, delle passioni, della stessa vita. un piccolo nulla personale, collegato a quello di tutti gli altri, una parte di un grande nulla: il grande nulla è stato dio da vivo. e anche da morto.
non aspettatevi i classici racconti in cui la trama segue percorsi semplici e lineari, anzi: le storie di abraxas sono oscure e misteriose, e proprio in questo sta il loro fascino.
pellizzon ci fa addentrare di qualche passo in un universo misterioso, magico e pericoloso, a tratti macabro ma sempre fatalmente attraente, elegante e sensuale anche quando grottesco, illustrato in modo meraviglioso dal suo stile unico, pieno di neri densi e pesanti, linee sinuose e personaggi affascinanti.
a me piacciono da matti questo genere di atmosfere, per cui non posso fare altro che consigliarvi di andare qui e recuperare questa piccola antologia autoprodotta.

per ultimo, il secondo volume di paper girls.
non so proprio come parlarvene, ho finito di leggerlo e ho pensato cosa-cazzo-ho-letto!
se il primo mi aveva conquistata, con questo posso tranquillamente inserire paper girls nell'empireo dei fumetti-che-non-potete-proprio-perdervi.
sopravvissute al più terrificante halloween di sempre, le nostre si ritrovano catapultate nel futuro, un terrificante 2016 in cui erin incontrerà una sé stessa quarantenne che non ricorda nulla di quello che lei sta vivendo. insieme alle sue amiche, andrà alla ricerca di kj, scomparsa durante il salto temporale.
il futuro non è dei più rosei, le entità che le minacciano sono arrivate anche qui, e se pure la erin del futuro riuscirà ad aiutarle, ci sono più pericoli di quanto non si possa immaginare.
le quattro ragazze, che in fondo dovevano solo consegnare dei giornali, si sono ormai rese conto di essere al centro di una battaglia senza esclusione di colpi, una lotta generazione nel senso più letterale del termine - adolescenti contro adulti - la cui origine e il cui scopo sono ancora misteriosi. oh, e non sono certo solo questi i misteri da chiarire, eh. sto cercando di non spoilerare troppo, ma vorrei proprio poterne parlare con chi l'ha letto per ascoltare qualche teoria, esporre le mie e fare congetture sui prossimi episodi. oh, se vi va scrivetemi, eh! il finale di questo volume mi ha lasciata con il fiato corto. ho bisogno di andare avanti prima possibile, intanto voi fidatevi e recuperate entrambi i volumi finora usciti, del primo ho già parlato qui.

mercoledì 22 febbraio 2017

non sei mica il mondo

ci avevano detto che sei un campione!
ma tu batti tutti i record.

è il periodo del carnevale, bené ha otto anni ed è appena stato iscritto dalla sua mamma nella sua nuova scuola. la nuova direttrice lo sa che lui è un bambino un po' problematico, che è stato espulso da scuola tante volte perché troppo violento, che non sa ancora leggere, ma ha fiducia nella sua capacità di cambiare e, sopratutto, nella maestra valentine.

per un bambino come bené non è facile fare amicizia, e non è facile seguire le lezioni.
un padre assente, una madre troppo impegnata e forse troppo giovane, di certo incapace di dare al figlio le attenzioni che servono, un percorso scolastico probabilmente non adeguato, lo hanno trasformato in un piccolo irascibile, chiuso nel suo mondo.

l'insistenza di valentine, i rimproveri, le punizioni, i rientri pomeridiani permetteranno a bené di crescere, di imparare ma sopratutto di avere una vita sociale più normale.
ma i suoi incubi continuano, il suo io ferito e solitario rimane lo stesso, esattamente come la maschera, un po' inquietante, che porta sempre con sé, una maschera che più che nascondere, svela la propria essenza, uno degli oggetti - quasi un simbolo - più importanti della storia.


raphaël geffray nel suo fumetto d'esordio non sei mica il mondo racconta con schiettezza e senza interferire con i personaggi, quasi come se si trattasse più di un docu-film che di un romanzo vero e proprio, la storia di un bambino con un passato difficile e della sua disperata ricerca di un punto fisso, di un faro che lo guidi, di qualcuno che possa essere il (suo) mondo.

lo stile grafico di geffray è veramente notevole sia nelle tavole a penna che in quelle acquerellate, i tratti quasi caricaturali - a volte decisamente inquietanti - dei personaggi contrastano con un realismo a volte quasi fotografico, mentre forse un po' troppo si perde nella narrazione che, plausibilmente per non cadere nel didascalismo (il modo più elegante che mi viene in mente per riempire tutto di pipponi interminabili), pecca dall'altra parte per affidare tutto soltanto ai personaggi, alle loro voci e alle loro azioni, senza mai neanche lasciarci conoscere i loro pensieri e senza alcun intervento dell'autore.
il risultato, dicevo, sembra simile a un mix tra film e documentario, qualcosa che riesce a essere al contempo tanto forte quanto distaccato: sarà anche per questioni puramente anagrafiche, ma è impossibile sentirsi vicini a bené, e ancora più difficile avvicinarci a valentine, di cui sappiamo e conosciamo ancora meno, eppure, leggendo questa storia e piano piano scoprendo il passato e il presente di bené, è inevitabile lasciarsi coinvolgere in qualche modo dalla vicenda.
una storia per bambini che sa parlare benissimo anche ai grandi, che racconta l'infanzia e che ci ricorda che non sempre e non per tutti i primi anni sono i più felici e spensierati.

troppo facile sarebbe utilizzare questa storia come esempio per parlare dell'inefficienza di un sistema educativo e scolastico che non sa focalizzarsi sul singolo, sopratutto quando ha bisogno di aiuto, sia che si tratti di un bambino difficile che di una madre sola.
e infatti geffray non si abbandona a sterili recriminazioni né a banali generalizzazioni, ma ci lascia liberi di riflettere su quello che è il difficilissimo rapporto tra adulti e bambini quando non sa instaurarsi nei tempi e nei modi giusti, e sopratutto su quello che rappresenta la scuola - intesa come società e non solo come l'insieme delle nozioni date e apprese - per loro.

bené non vuol aprirsi al mondo, affida ai suoi sguardi tutta la sua rabbia e il suo bisogno di aiuto e a noi lettori non rimane che provare a interpretare quelle occhiate senza riuscire ad avvicinarci un passo in più.

lunedì 20 febbraio 2017

saga ~ volumi 1/6

"è una storia d'amore! il mostro e la ragazza si incontrano ma, invece di uccidersi a vicenda, stanno insieme, fanno giochi da tavolo e ogni tanto lasciano l'appartamento per andare a mangiare panini al cinema."


so che può sembrarvi assurdo, ma saga, una delle più belle storie che potreste mai leggere prende il via proprio da... un romanzo rosa.
esattamente. uno di quei romanzi con le copertine orribili, titoli smielosi e font arricciolati.
eppure, in quel romanzetto c'è il messaggio più importante per alana e marko, un messaggio che parla della possibilità di amarsi anche quando si appartiene a due mondi diversi e in conflitto tra loro.


ed è proprio questa la realtà in cui i due si ritrovano loro malgrado a vivere: nati da due razze diverse, su due mondi diversi - wreath e landfall - in guerra tra loro da un periodo interminabile, si sono ritrovati insieme, innamorati e decisi ad ogni costo a riuscire a vivere una vita il più possibile normale insieme alla loro figlia, la piccola hazel, che ha preso le ali dalla mamma e le corna dal padre, unica meticcia tra due razze che si odiano e che immaginano l'unione tra loro come un imperdonabile abominio.
wreath e landfall: il primo è una luna del secondo, da secoli sono però in guerra tra loro, una guerra così lunga e stancante che si è dovuta spostare su altri pianeti dell'universo, che ha coinvolto altre razze, ha costretto tutti a schierarsi con una delle due fazioni, alimentando e fomentando l'odio, di generazione in generazione. marko è all'inizio prigioniero di alana. costretto ai lavori forzati mentre lei legge ad alta voce il romanzo che racconta di un amore - di una pace - neanche immaginabile, tra i due si crea un legame così forte da convincerli che possono mettersi da soli contro il resto dell'universo.
e così fanno, sposandosi e mettendo al mondo la prova vivente di una pace non solo auspicabile ma anche possibile, ossia hazel.

da quel momento i due non sono più solo colpevoli uno di evasione e l'altra di diserzione, ma sopratutto di aver generato una bambina la cui esistenza più sconvolgere tutto l'universo: mostrando possibile l'unione, l'amore tra i due popoli, a tutte le razze dell'universo non rimarrebbe che interrogarsi su quale sia stato il valore dei loro sacrifici, scoprendo facilmente che tutta la sofferenza si sarebbe potuta evitare.
braccati e costantemente in pericolo, alana marko e hazel iniziano un viaggio che li porterà a incontrare e a scontrarsi - sopratutto - con personaggi di un sacco di razze diverse, tutti in qualche modo coinvolti in questa assurda guerra, dal popolo robot, rigidamente divisi tra nobili e plebei, ai freelance, spietati killer assoldabili tramite una speciale agenzia, passando per giornalisti gay provenienti da un pianeta omofobo e interessati allo scoop del millennio, ad adorabili foche contadine.

saga, con le sue tante razze, le astronavi e i complessi legami tra i vari pianeti, è in qualche modo il perfetto punto di incontro tra fantascienza e fantasy, ma è anche il perfetto esempio di favola moderna, una favola che se da un lato racconta di un amore quasi shakespiriano tra due ragazzi appartenenti a mondi in lotta tra loro, di una bambina simbolo vivente di una pace agognata da troppo tempo, dall'altro mantiene toni decisamente più adulti: violenza, sesso, droga e parolacce a gogò così come le allusioni più o meno chiaramente esplicite a problematiche sociali e politiche, senza tralasciare momenti di grande dolcezza e tenerezza, e senza risparmiarsi un po' di ironia, creando un universo che - al di là delle apparenze - è un vastissimo e accurato specchio della condizione umana.

il risultato è una storia formidabile, appassionata e appassionante, che riesce a mantenere insieme diverse fila narrative, tutte abilmente intrecciate tra loro, creare personaggi che nelle loro assurde fisionomie risultano veri e vividi, e che, inevitabilmente, trascina il lettore e si lascia amare alla follia fin dalla prima pagina.


vorrei continuare a scrivere tantissimo su saga, mi ero ripromessa di leggere i primi tre volumi a febbraio (qui, vi ricordate?) e pensavo di riprendere poi a marzo, per riuscire a sopportare meglio l'attesa per il settimo (sì, la serie è ancora in corso, quindi, se volete cominciare - e so che volete farlo - a leggere questa meraviglia, mettetevi l'anima in pace e rassegnatevi alla sofferenza), e invece me li sono sciroppata tutti di fila, come se fossi una tossica. saga è veramente una serie immancabile nella libreria di qualsiasi appassionato di fumetto, ma non voglio spoilerare niente, perché è davvero una lettura imperdibile, che va goduta pagina per pagina - le sorprese e i colpi di scena saranno parecchi! - e perché se non siete ancora entrati nel tunnel non vi resta altro da fare che tuffarvici immediatamente e diventare dipendenti

venerdì 17 febbraio 2017

artiste ~ campagna di crowdfunding e intervista a flavia e irene luglioli

dopo qualche giorno di meritata (?) vacanza, sono tornata a casa e al blog, e il primo post che ritorno a scrivere è su un progetto che sto seguendo da qualche mese e che non vedevo l'ora di presentarvi qui: si tratta di artiste, un'antologia collettiva che racconta di artiste, dalla preistoria fino a metà del 1800 (potrebbe esserci un secondo libro dedicato ad artiste di epoche più recenti, ma al momento non c'è alcuna notizia certa, solo qualche commento che lascia ben sperare sulla pagina facebook) più o meno dimenticate scritto e illustrato da... artiste, fumettiste e illustratrici, contemporanee.
seguo molte delle autrici di questo libro e da quando ho scoperto che stavano lavorando tutte insieme a un progetto così interessante, ho iniziato a stalkerare la pagina facebook del progetto, che vedrà la luce su indiegogo lunedì prossimo.

in attesa di avere tra le mani il libro - non ho alcun dubbio sull'esito della campagna, alla faccia della scaramanzia - ho fatto due chiacchiere con irene e flavia luglioli, le curatrici del progetto, che ci svelano qualche dettaglio e qualche retroscena su artiste.

buona lettura!


ciao flavia, ciao irene e benvenute su claccalegge! è un piacere avervi qui a raccontare di artiste, un progetto che ho seguito fin dal primo giorno in cui è stata creata la pagina facebook (link) e che finalmente il prossimo lunedì sarà possibile sostenere anche su indiegogo.
cominciamo subito parlando proprio della campagna, che, visto il successo che avete avuto fin da subito sui social, immagino sia attesa da tanti: ci anticipate qualcosa sui perk disponibili per i vostri sostenitori?
Ovviamente il libro! Poi ci saranno dei premi speciali ed esclusivi disegnati dalle autrici di "Artiste", e quaderni rilegati a mano. Questi ultimi saranno creati da noi attraverso La Mandragola, il nostro studio di legatoria artistica e illustrazione. Saranno quaderni pensati per gli artisti, con carte speciali. 
cosa ci aspetta tra le pagine di artiste?
Possiamo anticipare che ci saranno 10 storie a fumetti e 17 ritratti illustrati che racconteranno le storie di artiste dalla Preistoria fino a Suzanne Valadon. Le autrici di questo libro saranno: Erika Lerma, Anna Ferrari, Camilla Garofano, Alessia Feraciti, Serena Ferrero, Alice Girlanda, Ambra Garlaschelli, Chiara Fazi, Sara Olmos, Luana Vecchio, Sumiti Collina, Ilaria Guarducci, Alessandra Centi, Silvia Beneforti, Martina Naldi, Laura Proietti, Silvia Ballardini, Elena Bia, Rosaria Battiloro, Enrica Trevisan, Jessica Palumbo, Flavia Luglioli, Alma Federico, Esther Cristofori, Cristina Sestilli, Elena Guidolin, Silvia Rocchi.
a proposito del libro: ci raccontate com'è nata l'idea di far raccontare ad alcune tra le più bravi artiste italiane di oggi le storie di artiste del passato, spesso – purtroppo – sconosciute e neanche nominate nei libri di storia dell'arte?
L'idea di far raccontare a illustratrici e fumettiste le artiste del passato è nata da una semplice considerazione: volevamo far conoscere queste storie a un pubblico più trasversale possibile e il fumetto e illustrazione ci è sembrato il metodo migliore e immediato. 
quale è stato il criterio di selezione delle disegnatrici che hanno partecipato al progetto?
Principalmente per lo stile riconoscibile e estremamente personale.
ognuna delle disegnatrici che partecipa al progetto, si occuperà di un'artista del passato: sulla base di cosa sono state decise queste coppie?
Alcune di loro sono state affidate in base alla affinità di stile, mentre altre le abbiamo scelte perché erano esattamente l'opposto. Le accomuna uno stile molto personale e facilmente riconoscibile e questo ci ha spinto a sceglierle per raccontare queste storie.
artiste si propone di raccontare le storie di artiste dimenticate: ci raccontate il lavoro di ricerca su questi personaggi così importanti?
La ricerca è partita da un libro (“Artiste – dall'impressionismo al nuovo millennio” di Martina Corgnati), da un articolo di Virginia Hughes del National Geographic su le mani autografe nell'arte rupestre, da i cataloghi dei musei, da moltissimi articoli di riviste specializzate, dagli archivi delle Guerrilla Girls e da un pizzico di ricerca su internet.
ci sono pittrici, come frida kalho o tamara de lempicka, che sono diventate non solo famosissime per le loro opere, ma sono state trasformate un po' in vere e proprie icone, tanto per il loro lavoro che per la loro personalità. però si tratta di artiste vissute in tempi recenti: come e perché, sopratutto, è cambiato il ruolo della donna nella storia dell'arte? e quanto ancora dovrà cambiare perché vi sia una vera ed effettiva parità in ambito artistico tra uomini e donne?
Il ruolo della donna nell'arte è stato molto importante fino alla rivoluzione francese, da quel momento è nata l'idea che il ruolo della donna doveva essere principalmente quello di moglie e madre, essere una donna artista era considerato "estremamente disdicevole per una signorina dabbene". Il ruolo della donna nell'arte è cambiato, si, ma non del tutto. C'è stato un processo di semi integrazione all'interno dell'industria dell'arte grazie alla presenza sempre più massiccia di curatrici e direttici donne. Il processo, purtroppo, è ancora lungo e dobbiamo ringraziare soprattutto il grande lavoro che stanno facendo da 30 anni le Guerrilla Girls che con il loro movimento stanno cercando di dare sempre più visibilità alle donne artiste.
artiste è un progetto singolare, nasce da un'idea tanto originale quanto importante, ovvero quella di rendere giustizia a tante donne il cui lavoro e la cui stessa esistenza sono stati – quasi – dimenticati: è per questo che avete scelto di produrre il libro in crowdfunding?
Soprattutto per questo: volevamo dare una voce a delle artiste che sono state profondamente importanti per la storia dell'arte ma che sono state spesso dimenticate.
ormai da qualche anno siamo abituati a trovare opere di altissimo livello tra le autoproduzioni, il concetto stesso di autoproduzione si sta staccando sempre più da quello di "dilettantistico" (ad esempio, molti autori già affermati scelgono spesso di realizzare opere autoprodotte, o di partecipare ad antologie insieme ad esordienti).
con le autoproduzioni il contatto con il pubblico è sicuramente più immediato e diretto, ed è forse più facile creare un gruppo di lettori fedeli e affezionati, proprio per quella possibilità di interazione, sopratutto sul web, con l'autore che fino a qualche anno fa sembrava impossibile.
ma per il lettore più distratto, quello che magari non segue le varie pagine social, siti di informazione specializzati in fumetto eccetera, può rimanere sempre il dubbio di acquistare qualcosa che non ha "superato i test".
quali sono, secondo voi, i valori aggiunti di un'autoproduzione? e quali i rischi?
Li hai elencati perfettamente nella tua premessa. I vantaggi sono, se si utilizzano i social, di capire a quale pubblico è indirizzato il lavoro e di interagire con loro con un feedback immediato. Trovare il target e la propria nicchia di appassionati è la cosa più importante da fare, è quello che permette al progetto di prendere vita. Un altro vantaggio è la libertà del controllo completo della produzione; d'altronde questo può essere visto anche come uno svantaggio perché si può perdere obbiettività nel lavoro.
tra poco inizia la lunga stagione delle fiere: dove sarà possibile trovare artiste e... le artiste che le hanno raccontate?
Intanto ci troverete il 18 e 19 marzo al Varchi Comics di Montevarchi, il 18 marzo verrà presentata anche una piece teatrale creata insieme al gruppo Kantestrasse e al Festival Diffusioni ispirata ai racconti che troverete all'interno del libro e, se il crowdfunding andrà a buon fine, ci troverete anche al Lucca Comics, seguiteci sulla nostra pafgina FB e IG per saperne di più. Invitiamo tutte le persone a supportarci sulla pagina di Thunderclap, questo ci aiuterà a far conoscere la nostra campagna crowdfunding.
vi ringrazio tantissimo di aver dedicato a claccalegge il vostro tempo, vi faccio i migliori auguri per la campagna (so già che sarà un successone!) e sopratutto i complimenti per il progetto: avevamo davvero bisogno di ricordare l'importanza delle donne in ambiti solitamente considerati esclusiva maschile! 
non vedo l'ora di leggere il vostro libro! ♥

mercoledì 15 febbraio 2017

cosa c'è nella mia wishlist (7)


dunque, visto che la pila della roba da leggere è diventata veramente spaventosa, che sono in ritardo sulla tbr di febbraio, che continuo a comprare roba che non riesco a leggere prima di mesi (però sono stata brava: sono stata in libreria con madre e nonostante si fosse proposta di prendermi qualcosa ho resistito, consapevole del casino di roba che mi attendeva a casa), per questo mese la rubrica di rosicamento cambia un po' e invece di pensare a tutto quello che giace sugli scaffali delle librerie e io non sono ancora riuscita a portarmi a casa, faccio un resoconto delle cose interessanti che fino ad ora sono state annunciate e usciranno nel corso dell'anno.
vabbé è sempre una specie di wishlist, ma non lo è del tutto.
insomma, sì, mi sto prendendo in giro. ma magari questa cosa è un po' più utile del solito.

bao publishing è, come sempre, il male assoluto. sforna tantissima roba che non posso fare a meno di volere, perché so che il 90% di quello che esce non solo mi interessa, ma poi mi piacerà e anche parecchio. tra la roba da tenere d'occhio ci sono i due prossimi libri di teresa radice e stefano turconi - gli autori de il porto proibito: non stancarti di andare e orlando curioso. che volete fare? quando si tratta di loro due si prende tutto senza nemmeno pensarci. uscirà anche una nuova serie, the wicked + the divine, che non ho idea di cosa sia ma so che è parecchio apprezzato. un po' come saga o paper girls. e quindi...

arriveranno anche un anno senza te, di vanzella/giopota, che punto da quando è stato annunciato (non ricordo più se uno o due anni fa), residenza arcadia, di daniel cuello, autore che seguo su fb e mi diverte parecchio e il libro già fin troppo discusso scritto da roberto saviano e disegnato da asaf hanuka (ve lo ricordate valzer con bashir?): a me, delle critiche che sono state mosse su quella che alcuni ritengono solo un'operazione commerciale (non capisco cosa vi scandalizza del fatto che un autore e un editore guadagnino con il loro lavoro, ok che in italia per lo più si lavora aggratis, ma non è la norma, ve lo assicuro), non me ne frega di meno e anzi sono curiosissima di leggerlo e credo proprio che ne varrà la pena. ah sì, il titolo non è ancora noto.

altra casa editrice di cui fidarsi senza pensarci troppo è eris edizioni, che nei prossimo mesi pubblicherà e così conoscerai l'universo e gli dei (questo arriva presto) e misdirection, del quale ho letto il minitrailer distribuito qualche tempo fa e non vedo l'ora di continuare, mi era piaciuto da morire. arriveranno anche squirrel machine e sacred heart, roba di cui so veramente poco, ma ve l'ho detto, mi fido di eris: se dicono che ne vale la pena, lo penso anche io.

anche per edizioni bd ho segnato un sacco di roba, in primis soppy, che esce proprio in questi giorni, ed è un cosino adorabile, fidatevi, poi arcadia, che sembra un bel fumetto distopico e già questo basta e avanza, e ancora midas flesh e giant days 1, che mi ispirano e sui quali voglio saperne di più.

per quello che riguarda i manga, j-pop proporrà il cane che guarda le stelle - racconti (e io devo ancora recuperare il cane che guarda le stelle, sigh, ho quasi paura, so che piangerò un sacco), capricorn friends, che non conosco ma sembra carino e il manga di your name, che saranno solo tre volumi, e anche se non credo che your name sia il più bel film di animazione di tutti i tempi, penso che sia carino abbastanza, il romanzo mi è piaciuto (ne ho parlato qui) e quindi credo che non potrò scampare al manga.

poi ci sarà finalmente il secondo volume di sarah's scribble: un grosso morbido bozzolo felice, e non esistono scuse per non averlo subito, per i tizi di becco giallo; coconino ristampa yuri di igort, autore del quale non ho mai letto nulla e mi sento quasi in colpa, devo rimediare e questo mi sembra un ottimo modo per farlo, per marvel arriva moon girl e devil dinosaur e da quando ho visto il primo disegnetto ho pensato che doveva essere mio, mentre shockdom pubblica francis di loputyn - adoro il suo stile ma non ho mai letto niente, anche qui, bisogna rimediare, e mooned, del collettivo mammaiuto, in ultimo - ma solo per ora eh, che so già che con le prime fiere arriveranno altri annunci interessanti - per planet manga arriverà arte di kei ohkubo, che avevo adocchiato qualche tempo fa e mi interessa parecchio, e noragami, che non conoscevo ma ho visto un generale entusiasmo che mi ha convinta a provarlo, anche perché vorrei qualcosa di diverso dai soliti shoujo per una volta, e questo mi sembra abbastanza sulle mie corde per quel poco che ho letto.

per concludere in bellezza, un'occhiata alle prossime autoproduzioni: innanzitutto artiste, un libro dedicato alle artiste dimenticate del passato, di cui parleremo prestissimo, e il nuovo progetto di attaccapanni press, melagrana, entrambe realizzate da un sacco di gente veramente bravissima e che io non vedo l'ora di avere tra le mani!

e, annunciato da pochissimo, il nuovo progetto di tatai lab, deva, di martina batelli, conosciuta anche come mortinfamiart, che si preannuncia una figata cosmica.

ovviamente da questa lista ho escluso i libri, altrimenti ciao, non finivo più, e sarei stata colpevole di un'ondata di depressione collettiva.

che ne dite? è stato peggio del solito, vero?
beh, ma siamo tra amici, e gli amici servono a farsi forza nei momenti difficili, no?

venerdì 10 febbraio 2017

elettroshock daisy

teru è una liceale modello, è simpatica, ha un gran senso dell'umorismo ed è povera in canna.
i suoi genitori sono morti da tempo, e anche suo fratello maggiore, soichiro, è scomparso da qualche tempo, lasciandole solo un cellulare e il contatto con daisy, un personaggio misterioso che teru sente solo via mail, un amico che le sta accanto sempre, anche nei momenti in cui è più triste e ha maggior bisogno di conforto.
nonostante il grosso carico di sfiga, teru è una ragazza che non si lascia abbattere facilmente, nè dai bulli che la prendono di mira e neppure quando, dopo aver rotto una finestra della scuola, che non potrà mai ripagare, il perfido bidello ossigenato e con l'aria da teppista kurosaki la costringerà a diventare la sua schiava (no, niente di sexy, mi spiace, si tratta proprio di ripulire aiuole e lavare spazzoloni) per far fronte al danno.
nel frattempo daisy viene accusato di essere un hacker e teru, che non conosce la sua identità né il suo passato, si ritrova a doverlo proteggere, a cercare di capire qualcosa in più sul suo misterioso amico e sopratutto a cercare di difendersi da qualcuno che ha cominciato a prenderla di mira per via del suo telefono che potrebbe in qualche modo nascondere dei segreti di suo fratello soichiro, un genio informatico che pare abbia lasciato parecchie sorprese...
ma chi sono quelli che vogliono il suo telefono? e perché? e chi è daisy in realtà? e perché kurosaki si da così tante preoccupazioni per lei?


che pensate? sedici volumi in cui lei non capisce che kurosaki è daisy? no, tranquilli non è così, e non è nemmeno uno spoiler, visto che noi lettori lo capiamo già dalla copertina del numero 1 e teru ci metterà giusto qualche volume in più, ma di certo non è questo il punto centrale della vicenda.
elettrohock daisy è uno shoujo manga che oltre ai soliti cliché - ambientazione scolastica, protagonista sfigata ma piena di buona volontà e forza d'animo, grande amore romantico, cavaliere valoroso e senza paura eccetera - ci riserva un sacco di sorprese date da una trama molto particolare che alla storia d'amore, che però, devo ammetterlo, è molto più vera e meno banale di quello che potrebbe sembrare, mischia gli elementi di un thriller.

la vera domanda non è chi è daisy o se teru e kurosaki staranno insieme e vivranno per sempre felici e contenti, ma piuttosto: cosa legava daisy al fratello di teru? a cosa stava lavorando soichiro prima di morire? perché ha voluto che proprio kurosaki diventasse daisy e si occupasse di sua sorella? e sopratutto, chi sono le persone che adesso minacciano daisy e gli altri ex colleghi di soichiro e cosa vogliono ottenere da loro?

la trama in questo manga si ingarbuglia e si dipana tante volte, insegue una soluzione che sembra impossibile da trovare, soffermandosi su aspetti sentimentali che vanno oltre quelli che riguardano il primo amore di una ragazzina di sedici anni: l'amore fraterno, la lealtà, l'amicizia, il rispetto, il senso di colpa e la voglia di riscattarsi, il tutto condito da gag che, per quanto a volte davvero demenziali, non trasformano mai i personaggi in macchiette ma che più che altro alleggeriscono l'atmosfera che si fa spesso cupa.

unica nota un po' stonata sono i disegni, mediamente non troppo curati, a volte anche proprio sbagliati, con l'eccezione di alcune tavole in cui il tratto è decisamente più studiato, più espressivo e il risultato finale molto più gradevole.
non è qualcosa di troppo evidente - i personaggi sono sempre riconoscibili, non è che si passa da gente strafiga agli omini stecco, per intenderci - ma a soffermarsi un po' si nota quando l'autrice (autore?) andava più di fretta e quando invece ha preferito soffermarsi di più a curare i disegni.
a me personalmente non ha dato poi troppo fastidio, perché è la vicenda più che l'aspetto grafico il vero punto di forza di tutta l'opera, ma credo sia un aspetto da non trascurare.


motomi kyosuke è riuscita (o?) a mettere insieme tantissimi elementi che non solo non creano fastidiose dissonanze, ma al contrario creano un tutt'uno molto armonico, una storia che appassiona e diverte allo stesso tempo, che sa mantenere il ritmo serrato quando serve e sa quando lasciare lo spazio a una risata. in confronto alle sue opere più brevi - le ho lette tutte tranne qq sweeper che mi ispira quanto un appuntamento dal dentista - elettroshock daisy è un mondo a parte, uno shoujo degno di stare nella colonna shoujo manga da leggere assolutamente anche se magari non vi piacciono gli shoujo manga.
non so se sia stato uno stato di grazia passeggero, ma mi auguro che prima o poi l'autrice (autore? giuro che questa cosa mi confonde da matti) riuscirà a tornare a scrivere qualcosa di altrettanto valido.
nel frattempo, se ve lo siete perso, recuperalo immediatamente.

mercoledì 8 febbraio 2017

i nerd salveranno il mondo

un nerd è un essere umano che manifesta, fin dalla giovanissima età, spiccati interessi per specifiche branche del sapere umano. si dedica a essi con entusiasmo e passione a volte scambiati per stravaganti da tutti gli altri. nello specifico, però, si intende nerd ogni esperto e promotore di quell'insieme di personaggi, serie franchise, sopratutto di provenienza fumettistica, chiamati "cultura pop".

rapito da un alieno e prossimo alla vivisezione, il protagonista/voce narrante/autore del saggio i nerd salveranno il mondo, ha per primo obiettivo quello di salvare sé stesso. e per riuscirci, inizia a parlare al suo spaventoso rapitore di quel mondo ancora per certi versi sconosciuto e bistrattato, anche se non più come un tempo, che è l'universo nerd.
argomento già affascinante di suo, ma se poi sei un alieno che non ha la più pallida idea di chi sia han solo...

la definizione di fulvio gatti di nerd è abbastanza esaustiva, anche se manca di un aspetto che personalmente ritengo fondamentale e sul quale preferisco tornare in seguito. ma quello che rende questo breve libretto davvero meritevole di una lettura, da parte di nerd - ovviamente - di wannabe o di semplici curiosi (oh, andiamo, nessun semplice curioso leggerà questo libretto. se l'avete anche solo trovato su internet, vuol dire che siete mossi da qualcosa di più che la semplice curiosità. che poi semplice non è mai, ma sto divagando parecchio) è che riesce, in modo sintetico ma abbastanza esaustivo, a dare un'idea di quelli che sono alcuni dei pilastri su cui si basa l'immaginario pop che sta alla base del nerdismo vero e proprio (con alcune lacune, la più grave di tutte, quando si parla di personaggi e serie fondamentali dell'universo pop, è sailor moon, ma capisco che a un fulvio gatti bambino le belle guerriere che vestono alla marinara non debbano averlo colpito più di tanto, così come tutte le majocco in generale, che però sono un aspetto fondamentale, anche se più "femminile" di questo vastissimo universo).

dalla fantascienza - star wars in primis, e come avrebbe potuto essere diversamente? - passando ovviamente per l'horror e ancora più ovviamente per l'immaginario supereroistico, fulvio gatti ci racconta brevemente ma senza tralasciare nulla di fondamentale, quell'enorme rete di fumetti, romanzi, videogiochi, film e serie tv che ruotano attorno a personaggi, storie e ambientazioni proprie della narrativa di genere, icone vere e proprie della cultura pop.
inutile ri-citare tutte le citazioni (sono parecchie e, se da un lato offrono parecchi spunti per chi vuole recuperare qualche film o serie tv, fanno entrare in panico perché davvero, quante ore dovrebbe avere un giorno per permettermi di leggere e/o guardare tutti i libri, romanzi, film e serie tv che vorrei?), ma vorrei sottolineare un paio di punti con cui mi ritrovo perfettamente d'accordo con l'autore di questo saggio: in primo luogo, le storie tipiche della narrativa nerd, hanno quasi sempre degli aspetti comuni tra tutte: l'eroe e il suo viaggio, che spesso comporta una crescita psicologica ma anche esteriore; l'avventura, spesso ambientata in mondi straordinari, alieni, fantastici o fantasy, passati o futuri, eutopici o distopici - più probabile - che siano; l'azione, quasi sempre esagerata, fuori dal comune, sia che si tratti delle gesta del supereroe di turno, o che il protagonista sia un fine genio dotato di un'intelligenza fuori dall'ordinario.
le storie preferite dai nerd, quelle che fanno davvero la cultura nerd, sono storie fuori dal comune, hanno personaggi che per un motivo o per un altro si ritrovano a essere fuori dal comune e spesso si svolgono in mondi in cui le regole sono diverse dalle nostre. ma tutte, sempre, hanno qualcosa, che spesso è la possibilità di riconoscersi nei valori di un personaggio, meglio se il protagonista, che ci appassiona e ci fa sentire a lui (o lei) vicini.
il mondo nerd è in fondo un mondo di valori. e di valori positivi.

dicevo appunto che mancava qualcosa alla definizione di fulvio gatti e per spiegarmi al meglio devo per forza parlare dell'unico aspetto che non mi è piaciuto troppo di questo libretto.
non si tratta di nulla più che di una sensazione, di un qualcosa fra le righe, ma c'è nell'aria quella sorta di necessità di differenziare chi è un vero nerd e chi no.
siamo chiari: nemmeno a me piace la meyer, neanche io metterei mai twilight accanto a intervista col vampiro, ma ad esempio non concordo con la sua idea circa il risveglio della forza.
ma il punto è proprio questo: non c'è chi è più o meno nerd. non c'è qualcosa, nell'immaginario pop, che sia più o meno degno di essere definito nerd (e si ritorna al sailor moon di prima: per tutti i ragazzini che si sono immaginati piloti di astronavi o con una spada laser in mano, ci sono almeno altrettante ragazzine che sognavano di salvare il mondo in nome della luna), che sia più o meno valido.
per completare la definizione di nerd, aggiungerei che un nerd è una persona che, nonostante magari venga esclusa da buona parte della società, non ha paura di esternare le proprie passioni. e che, in quanto spesso escluso da buona parte della società, non traccia linee che escludono altri, formando sette chiuse in cui solo alcuni iniziati possono accedere. uno che insomma, non fa quello che non vorrebbe facessero a lui, per parafrasare uno parecchio famoso.

fulvio gatti ci ricorda che il vero successo dei nerd in questi ultimi anni, è dovuto a internet, alla possibilità che internet ha dato agli appassionati di non sentirsi soli, di fare squadra. e la squadra nerd, oltre a essere capace di salvare il mondo, è quella che di certo ultimamente smuove il più grande quantitativo di denaro nell'industria dell'intrattenimento, la quale, dal canto suo, sa bene cogliere questa nuova ondata.
in fondo, cosa sarebbe harry potter o il multiverso marvel senza il suo fandom, pronto a correre in libreria, fumetteria o al cinema a ogni nuova pubblicazione?
e se da un lato internet ci fa forti - sì, mi ci metto anche io in mezzo - dall'altro è, come sempre purtroppo, il luogo in cui è più facile trovare i sostenitori del nerdismo puro, quello che star wars sì ma la seconda trilogia no, insomma. discorsi che, in poche parole, adoro definire snervanti rotture di coglioni nonché ciance inutili.
perché davvero, i nerd sono una forza incredibile che, come sostiene in modo brillante gatti, e io sono d'accordo con lui, quando dice che un analfabeta funzionale è solo un ragazzino che non ha trovato un fumetto o un film di cui innamorarsi e con cui trasformarsi in un nerd affamato di letture (non è letteralmente così, ma il concetto è quello), ed è uno spreco vedersi ridotti agli scontri tra fandom, quando potrebbero impiegare le stesse energie per trasmettere le loro stesse passioni.

e dunque, se i nerd salveranno il mondo non lo sappiamo ancora, ma io ci spero.
è vero che da un solo primo, intenso amore, può nascere una passione che dura tutta la vita, che porta a scelte fondamentali e che può davvero migliorare l'esistenza, e se non diventeremo astronauti perché eravamo innamorati del millennium falcon, di certo è probabile che non rientreremo nelle tristi statistiche di chi non ha mai messo piede in libreria o al cinema.
ed è vero che un personaggio dei fumetti può insegnare più in un solo albo di quanto non facciano anni di catechismo o di educazione sociale (altruismo, generosità, abnegazione, rispetto per i diversi, solidarietà, compassione, lealtà, impegno, spirito di sacrificio... quanto ci hanno dato i nostri eroi di carta e celluloide?).

ah, ma poi, alla fine, il narratore si salva o viene vivisezionato dall'alieno?

non ve lo dico. altrimenti e spoiler.
e guai a spoilerare un nerd!

lunedì 6 febbraio 2017

l'uomo montagna

non posso portarti con me stavolta, ragazzo mio.
è il mio ultimo viaggio.


è arrivato il momento per il nonno di compiere il suo ultimo viaggio. sulle sue spalle ci sono montagne ormai troppo grandi per essere spostate ancora. il viaggio del nonno non sarà lunghissimo, non può fare tanta strada, ma di certo questo viaggio deve farlo da solo.
per lui è l'ultimo, ma per il suo nipotino, quello che lo riporterà dal nonno, sarà la prima volta che viaggerà da solo.

questa è la premessa al breve, bellissimo, delicato e dolce racconto di séverine gauthier, illustrato da amélie fléchais, l'uomo montagna, il racconto di un viaggio fantastico, a volte difficile, a volte pericoloso, ma che permetterà al piccolo protagonista di conoscere un po' del mondo e un po' di sé stesso.


il bambino, il futuro uomo montagna del titolo, si è messo in cerca del vento più forte, il vento così forte da riuscire a sollevare le montagne che il nonno porta sulle spalle per permettergli di ricominciare a viaggiare. è il primo viaggio tutto suo, eppure durante il tragitto, incontrerà creature gentili che gli sveleranno come, anche con un compagno che condivide un tratto del nostro viaggio, si possa continuare a essere soli, e di come essere soli non sia per forza qualcosa di negativo.

quello di gauthier e fléchais è un mondo in cui tutto è animato e ogni essere vivente può insegnare agli altri qualcosa di importante, e dagli altri può imparare: il grande e possente albero che conosce il significato di appartenenza e casa, i sassi che sanno come godersi al massimo un viaggio bellissimo anche se breve, gli stambecchi che sanno superare le avversità e rendere confortevole anche la più fredda e pericolosa delle montagne, il vento, che scopre per la prima volta di poter fare qualcosa di più che soffiare e piegare gli altri.

nonostante sia un libro per bambini, e nonostante ci si possa limitare - se di limite si vuol parlare - a godere delle ricchissime e dettagliatissime illustrazioni di amélie fléchais, dal tratto originalissimo ed espressivo, arricchito da una colorazione tanto delicata quanto suggestiva, pagine piene di dettagli, curatissime, che illustrano con grande consapevolezza un mondo molto ben articolato, e della storia di séverine gauthier, con la sua aria un po' da vecchia fiaba, l'uomo montagna - come fanno in fondo tutti i bei libri per bambini - nasconde riflessioni importanti su valori fondamentali: affrontare la scomparsa di chi persone a noi care, imparare a vivere soli ma senza rifiutare l'aiuto di nessuno, accettare con gratitudine la buona compagnia senza smettere di impegnarsi con le proprie forze, imparare la bellezza dell'andare e quella del ritornare, conoscere le proprie origini e saper sentire la propria appartenenza non come un mero dato geografico, ma come un legame dell'anima.


amélie fléchais la conoscevo solo di nome e avevo visto qua e là alcuni suoi lavori, e già con quelli mi aveva conquistata (anche se devo ancora recuperare il suo lupetto rosso e il sentiero smarrito), mentre séverine gauthier mi era completamente sconosciuta, ma entrambe hanno dimostrato di essere capaci di dar vita a opere non solo visivamente stupende, di creare mondi suggestivi e fantastici e personaggi indimenticabili, ma anche di saper riempire questo universo a prima vista infantile e delicato, di significati profondi e importanti, come dicevo, di sapere cioè - e credo non ci sia cosa più difficile - scrivere davvero letteratura per l'infanzia, creare storie che sanno parlare con semplicità e dolcezza della vita in tutti i suoi aspetti, senza alcuna insopportabile morale ma anzi con onestà, anche degli argomenti più difficili.

non fatevi ingannare dalle poche pagine di questo libro e concedetegli una possibilità: vi ritroverete incantati a leggerlo e rileggerlo più volte.

venerdì 3 febbraio 2017

come svanire completamente

quell'idea di poter racchiudere in qualcosa, ... qualcosa che non può essere rinchiusa.
un ricordo che altrimenti è destinato a essere dimenticato.

in effetti non dovrebbe essere facile, non dovrebbe proprio poter essere possibile, mettere una storia dentro una scatola.
invece è quello che fa alessandro baronciani con come svanire completamente, il suo non-libro autoprodotto che qualche mese fa potevate acquistare on-line (ora credo che sia troppo tardi, ma meglio comunque fare un giro qui).

come svanire completamente non è un libro, dicevo. è una scatola, come quelle che tutti almeno una volta nella vita abbiamo avuto e custodito gelosamente: una scatola piena di biglietti, foto, scontrini, lettere, conchiglie, piccoli frammenti di vita che hanno valore solo ai nostri occhi, oggetti in grado di riportare alla memoria alcuni dei momenti che più ci hanno resi felici o che sono in qualsiasi modo importanti.
ma questa scatola contiene letteralmente una storia.
una storia però fatta a pezzi, racchiusa senza alcun ordine né continuità, una storia narrata a singhiozzo.
un racconto che somiglia a un sogno o a un ricordo un po' sbiadito.

non c'è alcun ordine di lettura.
basta tirare tutto fuori dalla scatola, prendere il primo libretto che capita sotto mano e iniziare a leggerlo. e poi passare a quello dopo. e a quello dopo ancora.
come i ricordi, come i sogni, i frammenti di questa storia se ne infischiano di stare ordinati, e non gli importa neppure di essere esaurienti. ci sono un ragazzo e una ragazza, lei vuole svanire completamente e per farlo si fa dei video, li mette su internet, non ha una vita sociale. vivono su un'isola che però non è un'isola, si amano anche se si fanno del male, o forse si fanno del male anche se si amano, in modo stupido, come i fiori. e la loro storia sembra intrecciarsi a un racconto più antico, a leggende quasi perdute.
tra le pagine, si rimane sperduti come in mezzo al mare, senza sapere dove andare, senza riuscire a distinguere più il confine che separa il sogno dalla realtà, il ricordo dal sogno, la magia dai trucchi degli illusionisti.

avevo bisogno di riscattare l'idea che mi ero fatta di baronciani dopo l'enorme delusione de la distanza. mi sembrava impossibile che un artista con questo talento rimanesse fermo a quello.
leggere come svanire completamente mi ha dato esattamente la prova di quello che avevo immaginato: alessandro baronciani è bravissimo a raccontare le storie, ad appassionare, a creare i personaggi, a renderli vivi e reali tra le linee scure e nette che li delineano.
i colori desaturati, che mi erano piaciuti pochissimo e che trovavo fuori luogo per gli scenari de la distanza, qui risultano perfetti, un espediente totalmente adatto a enfatizzare il senso di malinconia che abbraccia tutta la storia.

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tra questi frammenti ci si perde, ci si blocca un attimo a collegare una frase, una scena, a quella vista in precedenza in uno degli altri libretti, si corre a pescarne un altro sperando di riuscire a scoprire qualcosa in più.
se l'obbiettivo era rapire l'attenzione del lettore, emozionarlo, affascinarlo - e un po' immalinconirlo - allora è stato pienamente raggiunto.

e poi - cosa che di solito odio fare, ma questa volta è indispensabile - tocca aggiungere due cose sull'aspetto propriamente materiale del non-libro: bella, resistente e molto curata la scatola, bello e molto curato il contenuto, dalle finte polaroid alla mappa, dai fac-simile di rivista un po' strappata fino proprio ai 40 librettini che raccolgono le varie scene/momenti della storia.
bello il racconto, bello l'oggetto, qualcosa da avere assolutamente.
se ve lo siete persi, mi spiace. ma io ve l'avevo detto.

mercoledì 1 febbraio 2017

to be read ~ febbraio


e ci siamo, questa volta puntuali a inizio mese, con la tbr, ovvero, lista delle cose comprate in modo più o meno compulsivo, che devo leggere onde evitare di continuare ad accumulare pile di cose da leggere che potrebbero crollarmi in testa e uccidermi nel sonno (sì, stanno accanto al letto).
direi che tbr è più breve.


mi sono appena accorta di non aver messo nella foto il bigliettino di claccalegge. ma sticazzi, non ho nessuna voglia di sistemare di nuovo tutto e rifare la foto.

cominciamo con calvin e hobbes, il primo volume del mega cofanetto dell'edizione completa, una cosa megacicciofichissima che mi è stata regalata per il compleanno (per tutte le cose fiQe che ho ricevuto, vi rimando a questo post, nel caso vi fosse dimenticati di rosicare, potete rimediare ora). ammetto che questi mega cartonati mi risultano incredibilmente scomodi da leggere, visto che di solito leggo svaccata a letto e quindi preferisco i maneggevoli tascabili, ma il fatto che si tratti di calvin e hobbes renderà forti le mie braccia e resistenti i miei polsi.
male che vada c'è voltaren.
altro regalo di compleanno che aspetta da un po' è l'antologia viaggi nel tempo, anche questo non vedo l'ora di cominciarlo.
poi c'è quel volumetto di elettroshock daisy che in realtà vale per tutta la serie, visto che sono riuscita a finirla qualche giorno da dopo una pausa di più di tre anni! in realtà ho già cominciato a rileggerlo (non mi ricordo quasi più niente della parte più intricata, quindi sto ricominciando da capo) e non vedo l'ora di parlarvene perché è uno dei miei shoujo preferiti.
kagami ga kita l'ho recuperato su bookmooch, mi piace la takahashi, ma non sentivo urgenza di acquistarlo, tanto in un modo o nell'altro questo tipo di fumetti li recupero sempre spendendoci poco (in questo caso nulla!). mentre facevo la foto mi sono accorta che ha un taglio sulla costina, quindi devo sbrigarmi a fare un po' di art attack e recuperarlo prima che si rovini del tutto.
abraxas, di nicolò pellizzon, mi è arrivato da poco, l'ho sfogliato ed è inquietante e bellissimo, mentre sandman e saga stanno ad aspettare da un po' più di tempo, ma la loro mole un po' mi spaventa (infatti ho messo solo questi volumi come goal del mese, se riesco ad andare oltre bene, ma la vedo difficile...), dulcis in fundo abbiamo i nerd salveranno il mondo, che non vedo l'ora di sciropparmi e ve ne parlerò in occasione dell'appuntamento di questo mese dell'indie bbb café con las vegas edizioni (qui trovate qualche informazione in più), mentre la regina di saba è uno dei due libri che ho recuperato con gli sconti adelphi qualche giorno fa (il secondo slitta a marzo perché più di così nclpf).

il mese scorso è andata abbastanza bene, ho letto tutti i libri della tbr e anche qualcuno in più, però sono in ritardo con i post (mancano ancora due commenti ma per ora ho il cervello in pappa, perdonatemi!), quindi spero bene anche per febbraio... ovviamente, quelli che vedete in foto non sono i soli titoli di cui parlerò nei prossimi post, quindi non cambiate canale!