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martedì 6 dicembre 2016

dressing

non so quante volte disturbante e bellissimo possano stare bene nella stessa frase, ma credo proprio che michael deforge possa essere il termine che li unisce al meglio.


ammetto che la copertina di questo volume mi aveva messo un po' di antipatia e ho aspettato un po' prima di leggerlo. però appena ho iniziato, ho dovuto continuare fino alla fine.
chiudere.
respiro profondo.
ricominciare da capo.

dressing è una raccolta di storie che più sperimentali di così non si può. storie che in comune hanno solo la capacità di lasciarti sconvolto e turbato, come mettere il cervello in lavatrice, impostare la centrifuga e poi rimetterlo nella scatola cranica.
(deforge potrebbe farci una storia sopra e sarebbe una figata, lo dico io e sembra una cosa scema. ma più o meno dovrebbe riuscire a esprimere il concetto).
in questi racconti ci ritroviamo a scoprire il processo di mutazione da umano a marziano, ci facciamo adulare da pesci parlanti, viviamo il dramma della sovrappopolazione umana e dello sterminio dei gemelli come unica soluzione al problema, impariamo che la vita degli elfi di babbo natale non è poi tutta rose e fiori, che internet è molto più ricco di pericoli di quanto non osiamo immaginare e che gli animali selvatici possono imparare a difendersi da soli in modo piuttosto inaspettato. e un sacco di altre cose inquietanti e surreali.
deforge sperimenta non solo sul piano narrativo, anche lo stile dei disegni cambia spesso e alcune storie non sono nemmeno dei fumetti nel senso stretto del termine, ma si tratta più di racconti illustrati, ma in tutte le pagine aleggia quell'atmosfera di assurdità quasi kafkiana.

corpi che si trasformano, che diventano pure forme astratte, personaggi a cui tocca sopportare destini crudeli, l'incarnazione di paure quasi ancestrali, e un humor sottile e ben studiato.
con dressing, deforge unisce il meglio dell'arte visiva pop contemporanea e uno stile narrativo intelligente e - nonostante tutto - divertente; la prova che spesso il fumetto va oltre il suo essere relegato a prodotto commerciale sub-culturale e può valere molto più di un ingresso al museo.

per me, questo fumetto è stato una sorpresa incredibile, non posso fare altro che consigliarvelo!

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