lunedì 19 dicembre 2016

ABC

gli "A" sono i vivi. i "B" sono i mezzi-morti. i "C" sono i morti. laura vive in campagna e ha solo 19 anni, ma li conosce già tutti e tre...


quello di ausonia, a prima occhiata, mi era sembrato una sorta di fantasy.
mi sono bastate poche tavole per capire che, se era un fantasy, non somigliava a niente che avessi mai letto, e qualche pagina in più per rendermi conto che fantasy non era il termine adatto per definire ABC.

la storia di laura e delle vicende che, in un modo o nell'altro, le ruotano intorno, sono in realtà la storia che tutti, dall'alba dei tempi, ci ritroviamo a vivere: la necessità di riflettere sulla vita e sulla morte, di sperimentare che il confine tra una e l'altra è più labile di quanto si pensi, il dover affrontare e superare i lutti, e trovare un motivo per andare avanti nonostante tutto.

per fortuna lo stile di disegno, che fa sembrare le tavole abbozzate e addolcisce le espressioni, trasformando i personaggi in qualcosa di più simile a bambole che persone vere e proprie, ammorbidisce il senso di malinconia che permea l'intero racconto.

laura, dopo la morte della nonna, ha lasciato l'università ed è tornata nel suo piccolo paesino in cui adesso lavora come postina. qui, le persone si dividono in tre categorie: ci sono i vivi, come lei, e i morti, come sua nonna, e in mezzo, in una sorta di spazio a metà tra vivi e morti, ci sono i mezzi-morti, come luca, il ragazzo di laura, una sorta di zombie gentili che non vagano sbavando in cerca di cervelli di cui nutrirsi, ma anzi sono in grado di fare da tramite tra chi è rimasto e chi non c'è più.
e mentre la nonna continua ad apparirle in sogno, angosciata per la mancanza di qualcosa, laura rincontra vecchi amici e scopre nuovi legami.
luca si è ammalato, è diventato un b e si è completamente allontanato da lei. tutto quello che è stato tra loro non potrà più essere, nonostante lui sia ancora qui, è come se già non ci fosse più.
anche erika, la ragazza che laura incontra per caso e di cui diventa subito amica è una mezza-morta, ed è lei che la metterà in contatto con la nonna, per cercare di aiutare laura a capire cosa turba la vecchietta anche dopo la morte e che non riesce a dar pace alla ragazza, che si sente piena di sensi di colpa.


in ABC, oltre a un mistero da svelare. c'è inevitabilmente tutto il dolore e il senso di pacata impotenza che ci prende davanti al più grande dei misteri e la più inalienabile delle aspettative: il dolore rassegnato per chi non c'è più, l'iniziale incapacità di guardare avanti, il rifugiarsi nei ricordi, i tentativi disperati di costruire legami, per quanto esili, per provare a sentire ancora una volta una vicinanza ormai impossibile.
ausonia ci conduce lungo un percorso lungo e difficile, quello dell'accettazione del lutto, un cammino lungo più di duecentocinquanta pagine per noi, più di quattro anni per laura per portarci davanti all'unica risposta possibile, quella che ci dice che per quanto siano importanti quelli che non ci sono più, è ancora più importante esserci ed esserci insieme agli altri.

leggere ABC da un certo punto di vista è stato doloroso, perché ha saputo toccare ferite non del tutto rimarginate (ma a chi si rimarginano certe ferite?), dall'altro molto consolante, sopratutto alla fine.
credo proprio che sia un libro importante che, sopratutto se letto in momenti difficili, sa parlare con schiettezza e dolcezza ai nostri io più vulnerabili e fragili.

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