venerdì 23 settembre 2016

il suono del mondo a memoria

questa recensione me la tiro avanti da giorni e giorni, non so ancora bene cosa dire ed è la prima volta, da mesi, che mi ritrovo a scrivere all'ultimo minuto, quando mi dico, ok, ora o mai più, sono in ritardo, dovrei già averla scritta questa cosa.

il punto non è che non ho voglia di scriverne o che non mi è piaciuto il libro.
vorrei dire mille cose perché il libro mi è piaciuto tantissimo.
il suono del mondo a memoria è bellissimo. davvero bellissimo.

ma quello che mi è piaciuto davvero tanto di questo libro sono state le sorprese. non una, un sacco di sorprese, di cose che non mi sarei immaginata o aspettata. perché avevo deciso di non leggere nulla in anteprima, di scoprirlo da sola pagina dopo pagina, senza saperne assolutamente niente prima.
e quindi come faccio a parlarvene se la cosa più bella è lasciarsi sorprendere e basta?
potrei solo dirvi leggete questo libro perché merita, è incredibile, davvero, fidatevi.

però sarebbe veramente triste.
quindi facciamo così. se vi fidate, fermatevi qui.
altrimenti continuate a leggere, ok, io non faccio spoiler, però dico sul serio quando dico che meno ne sapete e meglio è.


ok, ve la siete voluta voi.
senza svelarvi troppo, il suono del mondo a memoria (che è un titolo bellissimo e già questo dovrebbe bastare) è la storia di sam, di sam che va a new york per permettere a quella città che ama di consolarlo e curarlo dalla fine di una storia, di sam che anni prima ha fondato quasi per gioco una rivista con un suo amico - una rivista che invece in poco tempo ha avuto un sacco di successo, di sam che è un fotografo (e amo il suo modo di scattare le foto, perché è il mio modo di scattare le foto e mi ha fatto sentire meno sola), e di sam che ha deciso che durante la sua permanenza a new york non parlerà con nessuno.

poi c'è new york che è la new york che chi non è mai stato a new york se la immagina esattamente così, in autunno, con tutti quegli alberi rossi e gialli, i locali con le porte di vetro e i tavolini, le giacche, le sciarpe, la gente... quella new york che potrebbe anche non essere new york, che è in fondo il posto in cui puoi finalmente buttarti in mezzo a così tanta gente da essere confortevolmente solo, perderti in te stesso al punto tale da non vederti più e scoprire finalmente la bellezza delle cose che hai in torno come se fosse la prima volta, come se, appunto, smettessi di ricordare a memoria che suono ha il mondo.


che la storia riservi un sacco di sorprese ve l'ho detto.
una, personalissima credo, è stata quella di rileggere qualcosa di giacomo dopo tanto tempo. io avevo letto solo le prime strisce di panda, il libretto di bd di non so quanti anni fa, ai tempi delle magliette di panda, ai tempi in cui panda non era troppo conosciuto insomma. poi me lo sono persa un po' di vista e ora mi ritrovo un romanzo del genere, graficamente bellissimo, con un'atmosfera da film, con una storia assurda che mi ha fatto sgranare più volte gli occhi e mormorare, con il tono di sawyer di lost, che figlio di puttana (in senso buono, si capisce).
insomma, non me lo sarei aspettata, ecco. e quindi, nel remotissimo caso in cui giacomo bevilacqua passasse da qui a leggere questa roba, beh, complimenti.

ah, voi che leggete. ci sono ancora un paio di giorni in cui vale la promo bao, quella del venticinquepercentodisconto blabla.
approfittatene.

4 commenti:

  1. L'ho letto ieri, alla primissima pagina, già con la dedica mi era scesa la lacrimuccia. È troppo bello e mi sto trovando nella tua stessa difficoltà, non so che scrivere nella recensione D:

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    1. eh, è un casino. che poi c'è qualcosa, in una parte di storia che non posso dire, che mi è sembrato un po' troppo veloce, forse anche leggermente forzato.
      però non sapevo come spiegarlo senza spoilerare.
      e quindi non si capisce niente.

      però sì, è bello!

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  2. Mi sono fermata, ma sono ancora parecchio curiosa. Avevo già notato questa novel e volevo saperne di più. Mi accontento e mi fido: io la leggerò!

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