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lunedì 27 giugno 2016

la repubblica del catch

ve lo assicuro dall'alto dei miei centotrentasei centimentri: essere piccoli e buffi non è il massimo in una società in cui l'immagine conta.
a mario, il protagonista di questo meravigliosamente folle romanzo, la repubblica del catch, è andata anche peggio: non è solo piccolissimo e buffo, ma vive nella repubblica del catch, un posto in cui chi conta non è solo bello ma anche grosso e forte. e già va male così.
mario è dolce, è buono, un po' goffo ed è un disastro con le donne. non diventerà mai un campione sul ring, ma vende pianoforti e la cosa lo fa felice anche se non sa suonare, però il problema non si pone, dato che il suo amico pinguino - che, certo, non è un grande oratore - suona per lui. e mario fa parte della famiglia mafiosa più potente della repubblica del catch, la famiglia che controlla e comanda tutti i lottatori di catch della repubblica.
la famiglia che lo odia e lo vuole morto.


convocato dalla sua famiglia per portare a termine una missione-trappola che lo avrebbe finalmente tolto dai piedi, e scampato per miracolo a morte certa, mario si ritrova a fare, volente o nolente, amicizia con delle creature dall'aspetto grottesco che abitano la fabbrica in cui è riuscito a rifugiarsi: il ciclista fallito, principessa e parrucca. i tre, affascinati dalla musica del pinguino, giunto letteralmente a cavallo del suo pianoforte in soccorso dell'amico, aiuteranno, nei modi più impensabili, mario a lottare contro la sua famiglia e a riprendersi il negozio di pianoforti, trasformato, prima ancora di avere conferma della sua morte, in un negozio di slot machines e affini.

in un continuo contrapporsi di figure diversissime tra loro - il piccolo inetto mario e il superuomo ares, i fantasmi (che ricordano gli yokai della cultura giapponese) e i mafiosi lottatori di catch, il reale e il surreale, la cruda violenza e la dolcezza - la vicenda si svolge velocissima, tra fughe, inseguimenti e battaglie, senza togliere il tempo ai momenti più poetici: le surreali e bellissime vignette dedicate al pinguino pianista (che mi hanno incantata a lungo, molte meriterebbero di essere riprodotte come poster, di quelli che metti accanto al letto e guardi prima di addormentarti), i discorsi di mario sull'amore e la famiglia, la lealtà dei fantasmi, uniti sotto la stessa bandiera della sconfitta e della debolezza, i segreti inconfessabili dei personaggi più spietati.
nicolas de crécy però non premia nessuno: i più forti come i più deboli, tutti sono destinati a uscire sconfitti da questa battaglia, per il troppo orgoglio, per non saper superare la propria natura. tutti tranne, forse, bérénice, la donna di cui mario è innamorato, che sembra riuscire a tirarsi fuori dal suo ruolo, avere un attimo in cui tentenna, sembra volersi rifiutare di esercitare quella violenza che è insieme la sua essenza e l'unico valore che riesce a riconoscere.


realizzato originariamente per il mercato giapponese e serializzato sulla rivista seinen ultra jump, la repubblica del catch unisce il ritmo incalzante e irrefrenabile dei manga d'azione al lirismo del fumetto d'autore. un risultato praticamente perfetto, che riesce a rendere questo libro apprezzabile da lettori dai gusti più disparati.

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