eccomi qui. non sono morta, non sono fuggita in australia a coccolare quokka (anche se lo farei volentieri. per i quokka intendo). ho passato gli ultimi giorni a dipingere come un'ossessa fino allo sfinimento, il forno è quasi pieno, la prima fase di lavoro quasi finita, le idee per le prossime cose da fare sono tantissime e io non riesco a star dietro a tutto.
in questi giorni ho passato forse in totale 3 ore davanti al pc, quasi tutte riempite da giochini idioti che riducono il cervello in pappa, qui non sono proprio riuscita a passare, nonostante in realtà sia riuscita a leggere più di quanto sperassi.
il resto del tempo l'ho passato a rodermi il fegato per l'atteggiamento diffusissimo della gente che pensa che, se fai un lavoro tipo designer, grafica, artigiana, artista a qualsiasi livello e titolo, tutti ne sanno più di te o almeno quanto te, tutti sanno fare quello che fai tu, professionalmente non vali un emerito. io non capisco se è solo arroganza, o se davvero pensano che qualsiasi cagata tirino fuori da un pc o da una matita sia effettivamente uguale a quella che una persona, che magari non è michelangelo, ha creato dopo anni e anni di studio e pratica e e e.
sono fuori tema? mica tanto, visto che oggi volevo spendere due parole su addio, stregone, manghino che ho recuperato approfittando della possibilità di uno scambio. si tratta di una miniserie di due volumi uscita qualche tempo fa per planet manga. mi ispirava molto per il fatto che raccontasse la storia dei fratelli van gogh, sapevo di dovermi aspettare qualcosa di molto romanzato e di assolutamente non attinente alla realtà, ma devo ammettere che ha superato ogni mia aspettativa.
il protagonista è theo van gogh, fratello minore del più noto vincent, mercante di arte appassionato del suo lavoro, ciecamente fiducioso nel talento del fratello e nella nuova arte: nella galleria goupil, dove lui lavora, esposero i maggiori pittori impressionisti, anche nel periodo in cui l'arte accademica non vedeva di buon occhio questi artisti ribelli e anticonformisti.
la figura di theo è, almeno in questo e nel rapporto con vincent, molto simile alla realtà. è proprio il pittore invece ad aver subito per mano di hozumi, l'autrice, il cambiamento più drastico.
per non dire assurdo e inaspettato.
siamo abituati a pensare a vincent van gogh come un uomo in continua lotta con il mondo e ancor di più con sé stesso, un'anima turbata e disturbata, un personaggio arrivato all'autolesionismo e al suicidio. era ovvio aspettarsi una figura cupa, solitaria, forse anche un po' negativa.
invece il vincent di addio, stregone è un ragazzo dolce, ingenuo, felice, capace di trovare in ogni dove, persino nei momenti più dolorosi, la bellezza della vita, uno che, secondo le stesse parole di theo, non ha mai provato il sentimento della rabbia.
ve lo assicuro, è uno shock.
la vita di vincent scorre tranquilla, lui dipinge centinaia di quadri, ingenuamente ignaro del suo talento, mentre il fratello theo lo supporta, moralmente ed economicamente: theo crede ciecamente in vincet, crede nel suo talento, un dono divino che vincent ha il dovere di utilizzare per rendere felici gli uomini del presente e del futuro, e per spingere il fratello a non abbandonare la sua strada, arriverà a compiere gesti drammatici e a dir poco pericolosi.
per tutto il tempo (poco a dire il vero, vuoi perché sono solo due volumi, vuoi perché praticamente li ho divorati) si aspetta il momento in cui vincet diventerà il vincent che tutti conosciamo: per tutto il tempo ci si chiede quale trauma, quale evento siano riusciti a trasformare quella sorta di bambinone nel genio visionario di cui abbiamo ammirato milioni di volte le opere.
bene, io non vi svelo il finale, però ve lo dico: è traumatico.
nonostante lo stravolgimento completo e totale di una delle figure più conosciute e amate del mondo dell'arte, non è stato questo nuovo vincent a farmi storcere il naso, assolutamente: ho preso la storia per quella che è, non una biografia, ma un racconto frutto della fantasia di un'autrice che ha scritto una versione tanto assurda quanto godibile. insomma, se cercate la verità su van gogh, non siate ridicoli, andate a studiare un libro (anche più di uno) di storia dell'arte e non aspettatevi nulla da questo titolo (sembro cattiva? no, è che ci sono tanti che si credono esperti di storia giapponese perché hanno letto qualche manga sui samurai, trovo che sia un atteggiamento a dir poco ridicolo, da arrogantelli ignoranti e stupidi).
quello che mi ha davvero infastidita è stata la scelta di rappresentare tutti i personaggi come i classici bishounen da shoujo manga, cosa che li ha resi, almeno a me, falsi oltre ogni limite di sopportazione.
capisco la necessità di vendere il fumetto a un certo tipo di pubblico, capisco l'abitudine di questo pubblico a vedere sempre e solo un certo stile grafico, capisco che magari molti ragazzi in giappone non abbiamo mai visto le fotografie di alcuni artisti del periodo, ma di certo rappresentarli come androgini con i capelli sparati in aria mi po' mi ha lasciato sconcertata, anche perché si tratta di un josei (manga destinato a donne adulte) e non uno shoujo, shounen o altra roba per un pubblico giovane.
quello che poi mi ha davvero fatta ridere, e intristire allo stesso tempo, è stato lautrec: era un uomo piccolo, sgraziato, diciamo anche brutto: era affetto da una rara malattia ossea, la picnodisostosi (link wikipedia, in cui trovate proprio una foto di lautrec), che gli conferiva le particolari caratteristiche fisiche di cui sopra: proprio il suo aspetto, così fortemente in contrasto con le sue immagini piene di bellezza e di grazia, lasciano cogliere il suo genio, la ricerca del bello nell'arte e nella vita, la volontà di afferrare quello che il destino gli aveva proibito, e al contempo, la totale mancanza di autocompatimento e anzi, una capacità infinità di godere della bellezza e della gioia di essere vivi.
ora, vedere lautrec ritratto come un ragazzino imberbe, carino ma appena un po' più minuto degli altri, mi ha prima fatta ridere, poi irritata: ancora oggi il brutto va nascosto? celato? camuffato? non va bene rappresentare un uomo per quello che era, con tutti i suoi difetti fisici e con tutta la sua immensa bellezza interiore? o forse l'autrice ha ritenuto inutile cercare almeno una foto dei personaggi che ha usato per la sua storia, inventandoseli di sana pianta?
non ho idea, anche se credo che sia più la prima (nel secondo caso la mancanza di serietà sarebbe imperdonabile), e questa cosa mi sconforta. sono stanca di questa stupida concezione del corpo come oggetto da vendere, anche quando è solo un disegno. sono stanca del disprezzo per il non canonico, per il brutto, per il diverso.
henri de toulouse-lautrec sapeva godersi la vita anche se la vita gli aveva tirato un brutto scherzo, oggi ancora, per essere accettati, non abbiamo nemmeno il coraggio di mostrare le vere fattezze di un personaggio storico, neanche il coraggio di disegnare un uomo brutto.
mi spiace per hozumi. l'idea di fondo era buona, persino quella di reinventare la vita di vincent van gogh è stata una buona trovata, ma questa scelta grafica, che è anche ideologica a dirla tutta, è stata infelice oltre ogni limite.
Come dicevo ieri non ho letto il manga, anche se prima o poi lo farò, però non penso sia sicuro al cento per cento che dietro la scelta di rendere belloccio anche Lautrec ci sia una ponderata scelta ideologica e disprezzo per "il brutto" da parte dell'autrice. Imho è stata semplice politica "d'azienda", volevano uno stile grafico che catturasse l'occhio delle lettrici e quindi mostrasse uomini attraenti (uomini che peraltro le destinatarie del manga conoscono probabilmente meno di quanto accada in Occidente, anche se da questo punto di vista potrei sbagliarmi - e mi farebbe piacere). Considerando che il punto per loro era vendere, rendere attraenti i personaggi era la via più ovvia. Non equivocare, concordo che in una situazione del genere rendere i personaggi bishounen è un atto abbastanza superficiale e avrei preferito anch'io maggiore attinenza al reale - soprattutto nel caso di Lautrec, per i motivi che hai descritto. Solo non darei per scontato che ci siano troppi ragionamenti dietro oltre al banalissimo "come facciamo per attirare più lettrici giapponesi verso questo manga che parla di pittori occidentali? Disegnamoli fighi", il che non è certo un punto di merito, sono d'accordo, ma semplicemente un modo per cercare di aumentare i profitti.
RispondiElimina"sono stanca di questa stupida concezione del corpo come oggetto da vendere, anche quando è solo un disegno. sono stanca del disprezzo per il non canonico, per il brutto, per il diverso."
Che le persone siano attratte da un aspetto fisico piuttosto che da un altro credo sia una cosa del tutto naturale, e in altre situazioni non ritengo che disegnare bei ragazzi sia una cosa di cui un'autrice dovrebbe vergognarsi (esempio: Kazuya Minekura, la mia mangaka preferita, oltre a creare personaggi meravigliosi per complessità e profondità d'animo, disegna uomini bellissimi, e combatterei con le unghie e con i denti per difenderla da chiunque affermi che questo è un difetto).
Sono assolutamente d'accordo, però, che questo fatto non dovrebbe significare lo spregio per ciò che è diverso e non canonico. Basterebbe avere il buon senso di capire che sì, se c'è la bellezza anche esteriore bene, ci fa piacere; se non c'è pace, non è comunque quella il punto in una persona. Una persona bella fuori e orribile dentro rimane orribile. Una persona come Lautrec rimane bellissima.
Scusa il papiro ma il post mi ha colpito molto e ho finito per dilungarmi!
uhuh, nessun problema per il papiro, anzi, mi fa piacere trovare commenti a quello che scrivo ^^
Elimina"come facciamo per attirare più lettrici giapponesi verso questo manga che parla di pittori occidentali? Disegnamoli fighi"
è esattamente questo il punto. non dico che dietro ci sia odio e disprezzo per la persona in sé, altrimenti non avrebbero inserito quel personaggio nella storia e amen, quello che a me urta è proprio il concetto di "vende perché ci sono ragazzi bellocci": voglio dire, è un manga che parla di arte - e anche se in modo molto superficiale e romantico, in senso lato - lo fa anche discretamente bene, e ancora di più, sottolinea la bellezza dell'essere vivi anche nei momenti difficili. ergo perché dover rendere fighi anche i non fighi? perché i non fighi non dovrebbero attrarre, anche se poi sono dei geni?
perché piace il ragazzino carino, perché un bel corpo vende e uno brutto no.
magari non è una scelta consapevole, ma c'è lo stesso dietro una ritrosia per il non-canonico che vorrei tanto sparisse.
"Che le persone siano attratte da un aspetto fisico piuttosto che da un altro credo sia una cosa del tutto naturale, e in altre situazioni non ritengo che disegnare bei ragazzi sia una cosa di cui un'autrice dovrebbe vergognarsi"
nì sulla prima, assolutamente sì sulla seconda.
in realtà siamo culturalmente portati a discernere tra bello e brutto secondo dei canoni che di naturale non hanno nulla, basta vedere come cambia il concetto di "bello" nei vari paesi (mi viene da pensare, a proposito della minekura, agli occhi "cadenti", che in giappone sono sinonimo di fascino e qui, ad esempio, sono un errore da correggere, ad esempio con l'eyeliner). ci bombardano di modelli di bellezza per lo più irraggiungibili che distruggono autostima e a volte, troppo spesso purtroppo, anche la nostra vita (una per tutte: ragazzine che si ammalano di anoressia perché il modello di donna bella e desiderabile è magro).
poi, come dici giustamente tu, nulla di sbagliato a disegnare personaggi belli. io sono perfettamente d'accordo e mi fanno ridere quelli che ad esempio se la prendono con elsa e anna di frozen perché sono un modello fisicamente sbagliato per le ragazzine che vorrebbero essere esili come loro (è fisicamente impossibile avere quei corpi, e infatti non sono corpi reali). a me va benissimo che ci siano personaggi strafighi, così come mi piace quando c'è un protagonista più "normale", più simile alla realtà (una ragazza più cicciotta piuttosto che un ragazzo meno muscoloso), ma non mi piace quando si parla di un personaggio realmente esistito e si modifica il suo aspetto, peraltro non di poco conto per quella che sarà la sua personale ricerca estetica e artistica e, torno a ripetere, il manga si concentra moltissimo su questi argomenti, anche se riferiti a vah gogh principalmente, semplicemente per assimilarlo al canone vendibile.
insomma, ho scritto un sacco di fuffa, il concetto è che bisognerebbe abolire i modelli etichettati come "vendibili", "desiderabili", "di successo", "imposti dal mercato", dilla come vuoi XD, e rendere il corpo umano per quello che è: meraviglioso, bello, drammatico, reale e vivo, esattamente come dice vincent quando decide di voler raffigurare anche gli aspetti meno "nobili" della realtà.
"perché piace il ragazzino carino, perché un bel corpo vende e uno brutto no.
RispondiEliminamagari non è una scelta consapevole, ma c'è lo stesso dietro una ritrosia per il non-canonico che vorrei tanto sparisse."
Allora, io la vedo così: sono d'accordissimo che il canone di bellezza cambi tantissimo a seconda del luogo e del tempo. Detto questo, nel caso che si voglia attrarre un pubblico di ragazze e giovani donne che hanno una conoscenza generalmente non ampissima di questi personaggi storici puntando sul fattore ormone, inserire un personaggio con delle malformazioni fisiche è abbastanza improbabile che funzioni (non che sia una bella cosa, sto semplicemente esponendo il fatto). Io pure avrei comunque preferito che l'autrice mantenesse una maggiore attinenza storica e dipingesse i personaggi per come erano, anche dal momento che la bellezza e la complessità interiore di queste persone era più che sufficente senza aggiungerne altra fittizia.
Se poi si eliminassero proprio i canoni di maggiore o minore vendibilità e si dipingessero tante varianti di corpo umano, con tutte le sue possibilità e sfumature, senza incolpare nessuno per preferire un modello piuttosto che un altro (lasciando da parte quelli insani per la salute, ovviamente) sarebbe un passo enorme, sono d'accordo con te, ma credo che sia uno di quei desideri ideali difficilmente raggiungibili, purtroppo.
mi sa che stiamo dicendo la stessa cosa XD
Eliminaso che funziona così, che il figo storicamente falso vende di più del brutto storicamente realistico, dico solo che è proprio questo che non mi piace: che per farsi accettare bisogna essere belli, anche quando si è solo dei disegni!
non so quanto possa essere irrealizzabile però. educare la gente a comprendere le diversità non è impossibile, è solo per pigrizia e peggio ancora per favorire stupide logiche di mercato. giorni fa ho trovato una frase bellissima, diceva "in una società che trae profitto dal tuo dubitare di te stesso, piacerti è un atto di ribellione".
il "dovere" di essere belli non è solo una questione di gusto. è sopratutto una questione di soldi. pensa a quanti ne girano tra prodotti dimagranti, roba per sembrare giovani, creme, colori per capelli, trucchi eccetera eccetera.
siamo continuamente bombardati dal messaggio di dover somigliare a bambole di plastica per poter pensare che una persona è una persona, anche se è bassa, vecchia, grassa o che so io.
sarò una sognatrice, ma io continuo a sperare e a credere che si può cambiare. e credo che il cambiamento dipenda dai gesti di ognuno, anche quello, ad esempio, di scegliere di disegnare un personaggio storico per quello che è!
Sì, in effetti mi sa che allora intendevamo entrambe la stessa cosa! xD Quella frase l'avevo già letta e in effetti mi era piaciuta, esprime il concetto molto bene. Forse sono un po' pessimista io (se tanto o poco dipende dal periodo), comunque nel caso in cui scoprissi di sbagliarmi e che dei miglioramenti proprio a livello di pensiero di massa sono possibili, sarebbe davvero fantastico! ^^
Eliminaio credo che molto si stia muovendo in tal senso. internet permette a molti idioti di dire la loro, ma consente anche più scambi di idee e di pensieri sopratutto a chi ha meno possibilità e capacità di esprimersi e comunicare nella vita reale, e su internet è facile trovare chi spinge in tal senso.
Eliminasperiamo che la prossima volta che qualcuno vuole fare un fumetto con lautrec pensi a quello piccolo, ciccioso e carino di stefano turconi! ♥
Questo manga mi incuriosiva e ho letto diverse opinioni discordanti...il tratto dell'autrice mi pare interessante,ma penso che proverò qualcosa di diverso nel suo repertorio.
RispondiEliminaNon sono un'appassionata di Van Gogh (anche se un'idea della sua faccia ce l'ho XD) e quindi non conosco bene la sua storia, per cui penso che reggerei dei cambiamenti senza neanche accorgermene in certi casi. Solo che se si devono cambiare: la storia, l'aspetto, mettere un titolo che non fa riferimento al personaggio...a questo punto tanto valeva creare una storia da zero ispirandosi vagamente a quella di Van Gogh ma usando nomi diversi e amen. :/
A me non da fastidio quando cambiano qualcosa per adattarlo al format (che sia un manga o una serie tv), ma se si deve stravolgere proprio tutto-tutto...!
se lo trovi in scambio o usato io ti consiglierei di leggerlo, ma a prenderlo a prezzo pieno secondo me non vale la pena.
Eliminasullo stravolgimento della storia di van gogh devo ammettere che è stato interessante, anche perché rende qualcosa di noto completamente nuovo, quindi è appassionante per chi legge arrivare fino alla fine. l'unica cosa che non mi è andata giù è stata la scelta grafica di trasformare dei simpatici signori barbuti in ragazzini androgini al limite della perfezione, per tutti i motivi di cui sopra XD
insomma, ben vengano le riscritture di storie conosciute in cui i fatti vengono stravolti rispetto alla realtà, quando questo ha effettivamente un valore narrativo e alla fine si giunge comunque a una conclusione storicamente accettabile, ma basta continuare con questo body-shaming ovunque, comunque e sempre immotivatamente!
"quello che mi ha davvero infastidita è stata la scelta di rappresentare tutti i personaggi come i classici bishounen da shoujo manga, cosa che li ha resi, almeno a me, falsi oltre ogni limite di sopportazione."
RispondiEliminaQuesta è la prima cosa che mi venne in mente non appena vidi le copertine. Mi sembra quasi una mancanza di rispetto nei confronti dell'artista. Chissà cosa penserebbe il povero Van Gogh se potesse vederle....