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giovedì 1 ottobre 2015

inside out

sono anni che la pixar ci fa emozionare con i suoi film, con storie che rimangono indimenticabili anche dopo tanto tempo. tra risate e lacrime, da quasi vent'anni produce film bellissimi che restano nel cuore, dal primo toy story, ha creato un universo incredibile, dove ogni cosa è possibile, dove i giocattoli hanno sentimenti, le macchine non hanno bisogno di piloti e i topi possono realizzare i loro sogni più impensabili: un mondo in cui sono le emozioni, dei protagonisti delle storie e degli spettatori, a farla da padrone.


con inside out, la pixar ha fatto il botto, realizzando un film in cui le emozioni sono personificate e sono il vero protagonista della storia.
di questo film se n'è parlato ovunque fino alla nausea e ormai anche i muri conoscono la vicenda: una ragazzina di undici anni, riley, vede stravolgere la sua vita per colpa di un trasloco non troppo ben accettato. vivrà in una nuova casa, andrà in una nuova scuola, si farà dei nuovi amici.
ma le cose non vanno affatto come sperato, e tutto sembra molto più difficile di quanto sembra...


come già detto, la vera protagonista della storia non è tanto riley, quanto le sue emozioni: gioia, tristezza, rabbia, paura e disgusto, sono loro l'elemento principale della vicenda, e quando gioia e tristezza, in seguito a un incidente, si trovano lontane dal centro di controllo di riley, per la bambina tutto diventa più difficile. rimangono solo rabbia, paura e disgusto, e in questo stato rapportarsi con gli altri e adattarsi alla sua nuova vita per riley diventa praticamente impossibile.
il che corrisponde a quella che potrebbe essere la fase difficile di qualsiasi adolescente del mondo: un periodo in cui ci si arrabbia per niente, ci si sente spaventati dalle novità e insicuri e si perdono i punti saldi dell'infanzia, come i vecchi amici o i genitori.
accanto alle vicende di riley, seguiamo il viaggio di gioia e tristezza, una sorta di gran tour della mente e dello spirito della ragazzina, fatto di ricordi ed emozioni ad essi legati; un viaggio importante che permetterà a gioia di comprendere che la vita non è solo risate e allegria, ma che anche i momenti più tristi possono essere importanti e preziosi.

inside out è stato definito un inno alla tristezza, o forse è più una lezione sulla malinconia e sull'importanza di saper accettare il dolore e le difficoltà e farli diventare parte integrante di noi e della nostra storia personale, imparando a creare, con le emozioni più pure e intense, tipiche dei primi anni di vita, un nuovo modo di sentire, di comprendere e di relazionarsi con il mondo e con le nostre vicende.


fin dalle anteprime proiettate in mezzo mondo, inside out è stato accolto come un capolavoro, e in effetti è difficile parlarne in altri termini: un' ambientazione visionaria e spettacolare che ci mostra la mente come un complicato ma organizzatissimo labirinto tra immaginazione, sogno, subconscio e pensiero cosciente, che affascina grandi e piccini, per raccontare quella che, in fondo, è la storia di chiunque: l'incredibile forza di questo film sta proprio nella capacità di coinvolgere emotivamente gli spettatori, perché tutti, in una scena o in un'altra, sono riusciti a rispecchiarsi in quello che succede, e sopratutto in quello che sente riley.

ci si commuove tanto con questo film, ma si ride forse ancora di più: le cinque emozioni protagoniste ci regalano un sacco di siparietti comici, sorprendono con le loro trovate (i giornali di rabbia mi hanno fatta morire!) e rendono la storia più leggera e movimentata.


una menzione se la merita anche il corto che precede il film, lava. ho letto un sacco di cattiverie su questo mini-musical e non mi sento di condividerne neanche una. certo è che la traduzione italiana della canzone dei due vulcani fa perdere il gioco di parole tra love e lava, ma penso che rimanga comunque godibilissimo, nonostante la canzoncina rimbalzi in testa a distanza di giorni (e chi ha visto inside out sa anche a chi dare la colpa di questi tormentoni mentali di cui non ci si riesce a liberare!). se non avete ancora sentito la versione in inglese della canzone, fatelo (si trova su youtube), perché è davvero molto più coerente e sensata.

6 commenti:

  1. Ho sentito il corto in inglese e almeno il gioco di parole ha più senso! ^^ Continua a non essere tra i miei corti preferiti però...al cinema mi ha proprio annoiata :/

    Sul Inside out come sai siamo d'accordo! ;D

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    1. ahah, io la ascolto praticamente almeno una volta al giorno quella canzoncina, la amo *_*

      sì, la pensiamo uguale e siamo tutte e due uguali a tristezza XD

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  2. Questo articolo mi è piaciuto tantissimo! E concordo, Inside Out il termine "capolavoro" se lo merita eccome. In certi punti era veramente geniale, c'è una scena di pura bellezza e per tutta la sua durata, anche nei momenti più semplicemente comici, ti tiene incollato allo schermo.
    Immaginavo che mi sarebbe piaciuto, ma è andato pure oltre.

    Concordo anche su Lava! Ho avuto un assaggio dei commenti negativi e incattiviti contro questo corto, ma sinceramente non li capisco neanche un po'. Non è il più bello in assoluto, fin qui ci siamo, ma da lì a definirlo "brutto" o mal fatto ce ne passa.

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    1. *///* grazie cara! (ma quale scena dici tu? io ne ho parecchie che mi hanno commossa, ma vorrei rivederlo tutto!)

      un'altra fan dei vulcani canori *_*

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  3. Bellissimo Inside Out **
    Mi è piaciuto veramente tanto tanto ** ci voleva! Serviva che qualcuno ricordasse, secondo me, l'importanza della tristezza e del dolore, il bisogno di accettarli come parte di noi, soprattutto in una realtà come la nostra dove invece si fa di tutto per negarli, per non vederli, con risultati disastrosi per quanto mi riguarda...

    Comunque appena usciti dal cinema nella mia comitiva sono iniziati i paragoni con i personaggi x'D io sono Gioia ahahahaah e voi?

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    1. a me hanno detto che somiglio a tristezza X°D peccato che non sono blu!

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