avevo bisogno di un libro così da un sacco di tempo. solo che forse non lo sapevo. beh, più o meno. volevo una sensazione di totale soddisfazione arrivata all'ultima pagina, e c'è stata.
ora, potrebbe bastare questo.
e invece no. (tranquilli, niente spoiler!)
harold fry è un pensionato sulla sessantina, vive con sua moglie maureen in una modesta casetta nel sud dell'inghilterra. i due non hanno un bellissimo rapporto, e harold è una persona fin troppo mite, riservata e tranquilla per prendere iniziative di qualsiasi tipo. la sua vita è banale e vuota, da qualsiasi punto di vista la si guardi, uguale a se stessa, giorno dopo giorno.
fino a quando non riceve una lettera.
una sua vecchia amica e collega di lavoro, queenie hennessy, ha il cancro. sta morendo in una casa di cura, da sola, in scozia. dall'altra parte del paese.
commosso e scioccato, harold le scrive un biglietto di risposta. ma quando va a imbucarlo, qualcosa gli impedisce di lasciare cadere la busta nella buca delle lettere. va avanti ancora, ancora pieno di dolore per la sorte di queenie, e anche lì, nulla, non riesce a lasciar andare il biglietto. un solo biglietto non può bastare a chi è malato di cancro e sta morendo. e ancora e ancora, fin quando arriva, stanco per la camminata, quasi alla fine del paese, dove in una stazione di servizio racconta di queenie alla ragazza che lavora lì, e lei inizia a parlarle di fede, la sola cosa che può salvare la gente da un male tanto grande.
non la fede in dio o cose del genere. semplicemente la fede in sé stessi e nel desiderio che quella persona non muoia.
così harold capisce. non può fermarsi, imbucare il biglietto e tornare indietro. deve camminare. andare fino all'altra parte dell'inghilterra, a piedi, arrivare da queenie. se lui arriverà lì, lei vivrà. deve solo credere in questo, e deve crederci anche lei.
così inizia l'imprevedibile viaggio di harold fry, un viaggio attraverso l'inghilterra e tra i ricordi, tra malinconia e rimpianti per gli errori compiuti, le parole non dette, l'affetto negato e la speranza di poter rimediare al tempo perduto anche quando si pensa sia troppo tardi.
tutta la gente che harold incontra, ognuno con la sua vita, più o meno disastrata, vista con occhi nuovi, senza pregiudizi, pieni di voglia di conoscere: smette di essere gente e si moltiplica in un mare di individui, di storie, di sentimenti, di generosità, di bontà, di bellezza.
gli avevano offerto conforto e riparo, anche se lui aveva paura di accettare; e accettando, aveva imparato qualcosa di nuovo: che si ottiene un dono sia nel ricevere sia nel dare, che c'è bisogno di coraggio e di umiltà in entrambi i casi.
mi sono appassionata tantissimo alla storia di harold fry. letteralmente. mi sono trovata con i lucciconi agli occhi mentre leggevo in autobus, a sorridere quando lui si rende conto pian piano di quante storie nascondono le persone, di come è facile scoprire che in ognuno c'è qualcosa di buono che può arricchirci, a soffrire per i suoi ricordi più dolorosi e a fare il tifo per la storia d'amore tra lui e maureen.
ho il vizio di sbirciare spesso la fine di un libro, ma questa volta non ne ho avuto il coraggio, mi sembrava di tradire quell'ometto che camminava con le scarpe ormai rotte, vacillando tra l'euforia e la disperazione, tra la sicurezza di farcela e la sensazione di perdita di senso. non potevo far altro che andare avanti con lui e vedere se sarebbe riuscito a compiere il suo viaggio.
e alla fine è stato struggente. e consolatorio. e commovente. e anche dolce.
questo è forse il romanzo più bello che ho letto quest'anno. o negli ultimi anni. o mesi. o vattelapesca, non mi interessano le classifiche. questo è il romanzo che avevo bisogno di leggere adesso.
è un regalo bellissimo che mi è stato fatto dal mio spacciatore di storie preferito.
fatevi un regalo anche voi, leggetelo assolutamente.
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