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giovedì 30 ottobre 2014

l'imprevedibile viaggio di harold fry

avevo bisogno di un libro così da un sacco di tempo. solo che forse non lo sapevo. beh, più o meno. volevo una sensazione di totale soddisfazione arrivata all'ultima pagina, e c'è stata.
ora, potrebbe bastare questo.
e invece no. (tranquilli, niente spoiler!)

harold fry è un pensionato sulla sessantina, vive con sua moglie maureen in una modesta casetta nel sud dell'inghilterra. i due non hanno un bellissimo rapporto, e harold è una persona fin troppo mite, riservata e tranquilla per prendere iniziative di qualsiasi tipo. la sua vita è banale e vuota, da qualsiasi punto di vista la si guardi, uguale a se stessa, giorno dopo giorno.
fino a quando non riceve una lettera.
una sua vecchia amica e collega di lavoro, queenie hennessy, ha il cancro. sta morendo in una casa di cura, da sola, in scozia. dall'altra parte del paese.
commosso e scioccato, harold le scrive un biglietto di risposta. ma quando va a imbucarlo, qualcosa gli impedisce di lasciare cadere la busta nella buca delle lettere. va avanti ancora, ancora pieno di dolore per la sorte di queenie, e anche lì, nulla, non riesce a lasciar andare il biglietto. un solo biglietto non può bastare a chi è malato di cancro e sta morendo. e ancora e ancora, fin quando arriva, stanco per la camminata, quasi alla fine del paese, dove in una stazione di servizio racconta di queenie alla ragazza che lavora lì, e lei inizia a parlarle di fede, la sola cosa che può salvare la gente da un male tanto grande.
non la fede in dio o cose del genere. semplicemente la fede in sé stessi e nel desiderio che quella persona non muoia.
così harold capisce. non può fermarsi, imbucare il biglietto e tornare indietro. deve camminare. andare fino all'altra parte dell'inghilterra, a piedi, arrivare da queenie. se lui arriverà lì, lei vivrà. deve solo credere in questo, e deve crederci anche lei.
così inizia l'imprevedibile viaggio di harold fry, un viaggio attraverso l'inghilterra e tra i ricordi, tra malinconia e rimpianti per gli errori compiuti, le parole non dette, l'affetto negato e la speranza di poter rimediare al tempo perduto anche quando si pensa sia troppo tardi.
tutta la gente che harold incontra, ognuno con la sua vita, più o meno disastrata, vista con occhi nuovi, senza pregiudizi, pieni di voglia di conoscere: smette di essere gente e si moltiplica in un mare di individui, di storie, di sentimenti, di generosità, di bontà, di bellezza.

gli avevano offerto conforto e riparo, anche se lui aveva paura di accettare; e accettando, aveva imparato qualcosa di nuovo: che si ottiene un dono sia nel ricevere sia nel dare, che c'è bisogno di coraggio e di umiltà in entrambi i casi.

mi sono appassionata tantissimo alla storia di harold fry. letteralmente. mi sono trovata con i lucciconi agli occhi mentre leggevo in autobus, a sorridere quando lui si rende conto pian piano di quante storie nascondono le persone, di come è facile scoprire che in ognuno c'è qualcosa di buono che può arricchirci, a soffrire per i suoi ricordi più dolorosi e a fare il tifo per la storia d'amore tra lui e maureen.
ho il vizio di sbirciare spesso la fine di un libro, ma questa volta non ne ho avuto il coraggio, mi sembrava di tradire quell'ometto che camminava con le scarpe ormai rotte, vacillando tra l'euforia e la disperazione, tra la sicurezza di farcela e la sensazione di perdita di senso. non potevo far altro che andare avanti con lui e vedere se sarebbe riuscito a compiere il suo viaggio.
e alla fine è stato struggente. e consolatorio. e commovente. e anche dolce.

questo è forse il romanzo più bello che ho letto quest'anno. o negli ultimi anni. o mesi. o vattelapesca, non mi interessano le classifiche. questo è il romanzo che avevo bisogno di leggere adesso.
è un regalo bellissimo che mi è stato fatto dal mio spacciatore di storie preferito.
fatevi un regalo anche voi, leggetelo assolutamente.

sabato 25 ottobre 2014

shopping list di lucca - ovvero consigli per gli acquisti (secondo me) per chi ci andrà

(tanto per chiarire, questo è un post di spam e fuffa. poi non dite che non ve l'avevo detto)

no, non vado a lucca neanche questa volta.
eh beh.
però io c'ho l'inviato speciale, quindi mi posso permettere il lusso di farmi arrivare a casa tante cosine carine, anche se vorrei tanto essere lì, girellare, vedere gente e sopratutto darmi allo shopping sfrenato di fumetti.
almeno vorrei terminare le serie che ho in corso! le preghiere infatti per quest'anno sono che non annuncino niente di troppo interessante... sono un po' stanca di stare dietro a millemila serie diverse e vorrei un budget più altro per i recuperi in casa bao publishing e rizzoli che mi hanno fatto scrivere una lista che è meglio se lasciamo stare...
quest'anno ho anche deciso di comprare solo l'indispensabile, ovvero autoproduzioni e roba che mi è più difficile trovare in libreria o che posso farmi disegninare. e così ho scremato la lista fino a quattro titoli.
se andate a lucca dateci un'occhiata perché gli autori sono davvero bravi e secondo me ne vale davvero la pena.

in primis - ovviamente - feral children che è il nuovo lavoro dei manticori che io adoro, come ben sapete.
per seguire il gruppo manticora tenete d'occhio il loro blog e la loro pagina facebook.
(qui su claccalegge si è parlato di sindrome, di instrumenta, spine e tenebre)


poi c'è l'orgoglio di leone, di flavia biondi, un'autrice che io adoro tantissimo e di cui ho parlato a proposito di barba di perle, il suo primo fumetto edito da renbooks.


e sempre da renbooks devo recuperare i colori del vicino, sperando di riuscire a scroccare a giulio un disegno di gustavo!
per chi se lo fosse perso, i colori del vicino è uno spin off di ofelia, che è un fumetto bellissimo e io ne ho parlato qui, qui e qui!


dulcis in fundo, quest'anno ci sarà il secondo volumetto di hadez in cartaceo! e ovviamente sarà mio! il primo l'ho recuperato l'anno scorso grazie al buon hermes, e adesso non vedo l'ora di continuare a leggere la storia lontana dal pc!
hadez lo trovate su facebook e sul sito dove viene pubblicato come e-comics, e in questo mio vecchio post.


rimane il rosicamento di non poter svaligiare lo stand bao publishing e di non poter completare le serie che mimancatantocosìaleggerelafine (tipo jammin' apollon, love button, elettroshock daisy, love*sign eccetera...) ma mi consolerò con i due volumetti di gisèle alain che, contrariamente al mio buon proposito di non spendere soldi in libri/fumetti (a esclusione di lucca) sono riuscita a recuperare!

per quanto riguarda il tototitoli, francamente non ne ho la più pallida idea, ma la mia più grande speranza è che annuncino un mare di fuffa, così posso smetterla di rosicare e iniziare a fregarmene tranquillamente.
altrimenti portatemi tsuki no ko della shimizu e yasha di akimi yoshida, e vado a vendermi un rene

giovedì 23 ottobre 2014

commenti randomici a letture randomiche (2)

e poi non è che per ora ho letto solo roba brutta. anzi.

uno scambio mi ha fruttato due librettini minuscoli (ditelo quand'è così, non è che sia bello scambiare due volumazzi giganti con due minisottilette, è una questione di buon senso e di rispetto, ma lasciamo perdere) di cui uno della cara signora amélie nothomb, che avevo scoperto tempo fa con cosmetica del nemico e poi, chissà perché, non ho più cercato niente di suo. ma se mi piomba così tra le mani...
il libercolo in questione contiene due racconti, uno più folle e surreale dell'altro. l'entrata di cristo a bruxelles mi ha ipnotizzata fin dalla prima pagina e mi ha rinfrescato la memoria circa quanto avessi trovato geniale la prima volta questa autrice.
è tipo una storia d'amore. ma è anche un po' horror a pensarci bene. ma è sopratutto strana. strana da morire.
la nothomb scrive come se raccontasse una favola, con i tempi da favola, dove anni e anni durano mezzo rigo e altri momenti si dilatano per pagine. dove ogni cosa è possibile, persino la più assurda, e se la prima 
il dialogo tra i due, a un certo punto, sopratutto ripensandoci a fine lettura, mi ha messo i brividi.

- perché mi ami - le chiedeva, consapevole tuttavia dell'assurdità della domanda.
lei, che impiegava dieci minuti a rispondere alla domanda "che tempo fa?" diceva senza esitare:
-perché sei tu.
- sono io, e allora?
- sei tu. quando ti avvicini a me, quando mi prendi la testa tra le mani, io ti riconosco.
- da dove mi riconosci?
- non lo so. da molto lontano. lo sento.
- che cosa senti?
- sento che mi hai scelta tantissimo tempo fa e che per me sei capace di tutto.
- cosa intendi per tutto?
- è come se potessi condurmi al di là dei limiti umani.

bam.

anche la seconda storia, senza nome, è una meravigliosa follia, assolutamente imprevedibile, dalla prima all'ultima pagina, mentre leggevo mi chiedevo carissima amélie, dove diamine vuoi portarmi?
si può non amare una donna che scrive così? no, non si può non farlo.
non so quanto sia facile reperire questo librettino, ma in ogni caso, cosmetica del nemico è un racconto altrettanto geniale e surreale. credo che sia un ottimo modo per scoprire questa scrittrice.

e poi c'è d'un tratto nel folto del bosco.
questo libro non l'avrei mai comprato. perché non avevo mai letto niente di amos oz, e io sono sempre un po' confusa quando devo cominciare con un nuovo autore, al punto che finisce che non comincio, e perché in giro leggevo commenti non esattamente positivi ed entusiasti. però la mia filosofia da bookmooch (sì, l'ho recuperato lì) è che siccome provare non costa nulla...
insomma, l'ho letto. e mi è piaciuto davvero tanto!
anche questa è una bella favola, completamente diversa da quelle di cui prima.
è una storia per bambini che va bene anche per i grandi, uno di quei racconti a più livelli, dove all'intrattenimento si affianca un messaggio ben preciso. i protagonisti del racconto vivono in un villaggio maledetto, un luogo in cui  tanto tempo fa, prima della loro nascita, tutti gli animali sono spariti in una sola notte. i due ragazzi però sanno che gli animali esistono, che non sono frutto della fantasia, e che i grandi nascondono qualcosa. e per cercare di scoprire la verità - dove sono gli animali? perché sono spariti? perché i grandi dicono che sono solo fantasie? perché chi va nel bosco si ammala di nitrillo? - dovranno affrontare il bosco e la paura che viene dalle sue ombre e dal buio pieno di mistero del fitto dei suoi rami, e ancora di più la paura dei rimproveri, di essere diversi, di essere esclusi.
bello. bellissimo. e consigliatissimo.
sono avida di favole per ora, si accettano consigli.

giovedì 16 ottobre 2014

commenti randomici a letture randomiche (1)

dunque, per ora che sono in astinenza da fumetti, mi sono buttata senza dignità a leggere libri come se non ci fosse un domani, divorando pagine su pagine.

*attenzione! questo post contiene spoiler e una massiccia dose di sputtanamento e lamentazioni*


tipo ho scoperto la mastrocola, di cui avevo che animale sei? che languiva in libreria dai tempi di anobii, ricevuto tramite qualche scambio e preso senza troppa convinzione.
male, perché me ne sono innamorata subito dopo le prime due pagine e mi è piaciuto fino alla fine, nonostante per tutta la lettura avessi il panico da adesso so che succede qualcosa che non mi piacerà. invece non c'è stato nulla che non mi sia piaciuto di questo libro. è una bella storia sul trovare il proprio posto tra gli altri e nel mondo e blabla, ma senza nessuna retorica da due soldi. un'anatra che ha per mamma una pantofola (questa cosa mi ha fatto sciogliere. perché lei vuole bene davvero alla sua mamma pantofola. anche se è una pantofola. perché è la sua mamma, l'ha scaldata, l'ha cullata, l'ha abbracciata quando non c'era nessuno e l'ha fatto anche essendo solo una pantofola. quanto è bello?) che cerca di capire chi è, passando tra assurde città di castori ingegneri e pipistrelli politicanti. e quando scopre finalmente di essere un'anatra e prova a stare con i suoi simili, si rende conto che appartenere semplicemente a una stessa specie non basta a farla sentire a casa. e che il suo posto è quello più inverosimile e impensabile del mondo.
e insomma niente. sciolta, completamente, come un panetto di burro dimenticato fuori dal frigorifero.

mentre una barca nel bosco mi ha lasciato molto amaro in bocca. non per la storia in sé, ma per come la storia è stata scritta. l'idea di base non mi spiace. un ragazzo, nato e cresciuto su un'isola, plausibilmente al sud italia, molto intelligente, ingenuo e studioso, va a fare il liceo a torino, scontrandosi con i gggiovanidicittà, accompagnato dalla madre e ospitato dalla zia. ora. poteva anche essere carino. poteva.
ma l'esasperazione a volte insopportabile dei personaggi mi ha dato così ai nervi che ho quasi odiato il libro, per quanto l'abbia divorato in pochi giorni.
va bene essere ingenui. ma completamente idioti no. va bene essere timidi, va bene essere modesti, ma ci sono dei limiti oltre i quali nessuna persona si spingerebbe. e va bene anche essere provinciali da un lato e cittadini dall'altro, ma la differenza tra l'isolano e i ragazzini di città è al limite del grottesco. lui sembra uscito dal dopoguerra e i suoi nuovi compagni sono dei truzzi rincoglioniti come se il peggio dei licei d'italia si fosse concentrato in due persone sole.
e va bene che ci sono professori che la prendono alla leggera, ma come è descritto qui sembra davvero una barzelletta.
e insomma niente. a me non è piaciuto come un ragazzo timido e intelligente sia diventato una specie di demente in un pianeta di cretini incapaci di parlare se non come un ottantenne degli anni cinquanta imiterebbe un paninaro di vent'anni fa.
deludente. eppure ci sono delle uscite geniali. la casa bosco...
che peccato che questo libro sia uscito così. davvero davvero un peccato.

adesso mi serve un terzo libro per capire se la mastrocola è quella delle anatre adorabili o dei tonti patologici.

sulla scia delle lamentazioni ci finiscono anche stargirl e il diario di bridget jones.
il primo non mi stupisce tanto. ok no. in realtà dopo averne tanto ben sentito parlare mi aspettavo qualcosa che uao, mi rimescolasse come un caffellatte tra le mani di un barista. e invece niente.
ragazza stramba in classe di stereotipati, amorazzo adolescenziale ma lui non accetta le stranezze di lei per paura che il gruppo non se lo fili. blabla.
solito racconto con morale su quanto i ragazzi siano stupidi a stereotiparsi. il gruppo blabla.
ma dico, un pochinino più di provare a capire il perché a una certa età appartenere ai gruppi sia sacrosanto, meno banalizzazioni e un po' più di pensiero critico. ok, sii te stesso. ma quando ancora non sei niente non è facile, non sai dove andare, cosa fare, cosa pensare, come vestirti, come parlare, con chi stare eccetera eccetera e isolarsi e farsi isolare solo in nome di una miticamente decantata necessità di originalità e unicità mi sembra l'apoteosi del banale.
ecco, banale e superficiale.
grande, grande delusione.

idem il diario. cioè, io mi aspettavo bridget come la sorella grande di becky. una roba kinselliana da piegarsi dalle risate condita in salsa austeniana, con meno soldi e più disperazione legata al sovrappeso.
sul sovrappeso c'ero.
ma la noia. non c'è nulla che mi abbia fatto fare più di un risolino di compatimento, niente che mi abbia coinvolta più di tanto e men che mai sorpresa a parte la totale idiozia a cui i personaggi arrivano, senza neanche avere il buon gusto di essere divertenti.
il peggio è che il riferimento spudorato a orgoglio e pregiudizio mi ha anche urtata parecchio. perché andare a scomodare darcy ed elisabeth quando si poteva comunque tirare fuori una roba mediocre anche da soli?
niente, proprio niente. essì che il film me lo ricordo carino. sarà che c'era hugh grant?

e ora sparatemi pure

mercoledì 15 ottobre 2014

buon compleanno!


ebbene sì.
al resto ci sto lavorando.

e siccome si va verso le 160.000 visualizzazioni, ne approfitto per un grazie.

domenica 12 ottobre 2014

dove eravamo rimasti?

dicevo.
dove diamine sono finiti tutti i miei cavolo di soldi? non vado in fumetteria da giugno, praticamente non passo neanche in edicola, mi sono persa a che diamine di numero sono arrivate le serie che seguo (sakamichi è finito, vero? e natsume? e arrivare a te? e i vari maki usami? e blabla) e la lista di graphic novel che volevo recuperare si allunga a dismisura e non ho ancora depennato nemmeno un titolo.
e poi, devo essere sincera, dopo tanto tempo, ci ho un po' perso la mano, la testa, quello che vi pare, a scrivere. e quindi questo post farà schifo. me ne duole tornare così, ma che ci posso fare?
ah sì. dicevamo, il ritorno al blog. ad agosto avevo detto che sarei tornata a breve. ad agosto.
siamo a ottobre... chiedo venia, ma credo che siate riusciti a sopravvivere meravigliosamente anche senza di me, no?
in ogni caso, a parte aver dato una svolta davvero bella e meravigliosa alla mia vita, cosa di cui non vi può fregar di meno, e a parte i piagnistei sulle mie serie di fumetti bloccati per carenza pecuniae, una cosa davvero cicciofigosa degli ultimi tempi è che ho scoperto bookmooch.


già.
cos'è bookmooch? se mi seguite su facebook o instagram lo sapete già, ma in ogni caso lo spiego anche qui, così facciamo finta che questo post abbia un senso.
bookmooch è una community che permette di regalare i propri libri ad altri lettori. no, fermi, non chiudete la pagina! ovviamente, potete chiedere in regalo dei libri anche voi.
funziona grosso modo così: vi registrate e create una lista di titoli disponibili (cercandoli nel database tramite titolo o isbn - che è la cosa migliore, così beccate subito l'edizione giusta). per ogni libro che mettete disponibile ricevete 0,1 punto.
qualcuno, a questo punto, vi chiederà dei libri. per ogni libro che vi viene richiesto e che spedite, vi viene assegnato 1 punto.
i punti servono a richiedere libri, ogni libro vi costa 1 punto. semplice no?
oltre a liberarvi la libreria dalla fuffa inutile, non dovete neanche stressarvi tanto a cercare chi ha quello che cercate e che cerca quello che volete dar via voi, il che è una grandissima comodità, almeno per me, che ho ancora il panico di sta cosa dai tempi - grazie a dio andati - di anobii.
ah, cosa non di scarso interesse, c'è un sistema carino di feedback, perché - si sa - i furbini sono dappertutto. quindi avete modo di controllare prima di chiedere un libro se la persona in questione non risponde alle richieste eccetera.
e poi girellando ho scoperto anche dei librini carini, e sopratutto sono piena di robe da leggere senza aver speso quasi nulla. ah sì, potete inserire anche i fumetti (ovvero: come mi son tolta il peso di genius family company!).
quindi, andate subito a registrarvi e aggiungetemi agli amici (il mio profilo è qui)
e intanto per farvi venire un po' di voglia (e anche per allungare il brodo e poi perché mi va e basta) vi faccio vedere le foto dei libri che mi sono arrivati.






e ora c'è solo da sperare che il prossimo post non arrivi tra tre mesi!