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venerdì 30 maggio 2014

io sono febbraio

di solito uno sa cosa aspettarsi da un libro.
è impossibile immaginare cosa c'è tra le pagine di io sono febbraio.
è uno dei libri più assurdi, poetici, visionari, folli, surreali, fantastici, tristi, grotteschi, che mi sia capitato di leggere. e potrei anche chiudere il discorso qui, dirvi leggetelo, ché è troppo bello per parlarne, non ne vale la pena provarci ché tanto non ci si riesce, perché non è solo una questione di storia o di linguaggio, è l'atmosfera che va capita, e per capirla non te la si può spiegare, la devi sentire, la devi leggere, però non sarebbe molto carino da parte mia. quindi.

febbraio, come sempre, inizia. però questa volta non finisce. rimane lì, febbraio per giorni e giorni e giorni. centinaia di giorni. tramite i preti, febbraio distrugge il volo, sgonfia palloni, schianta aquiloni, schiaccia gli uccelli. il grigio e la neve mangiano i colori, il freddo divora ogni cosa.
i bambini spariscono, muoiono, vanno sottoterra, si aggirano come fantasmi, forse non sono morti davvero, forse non fa alcuna differenza.
febbraio non vuole saperne di lasciare il campo ad altre stagioni, uccide e riempie di neve ogni cosa, persino le persone.
febbraio ama una ragazza che sa di miele e di fumo, una ragazza che forse lo ama, che forse lo difende, che forse difende la città che lui sta tenendo sotto assedio.

mentre sulla terra si organizza una guerra contro febbraio, mentre thaddeus vede morire sua figlia, con gli aquiloni dipinti sulle braccia, e sua moglie, mentre vuole uccidere febbraio, mentre ci si chiede perché febbraio è così cattivo, perché costringe tutti a un inverno infinito, ci si domanda se in fondo sia davvero così cattivo, se magari non ci sia un senso che non sappiamo ancora.
ma è davvero cattiveria quella di febbraio? in fondo febbraio è febbraio, non può essere diverso da quello che è.
è difficile parteggiare in questa guerra: la città vuole il sole, febbraio cosa vuole? forse semplicemente essere. febbraio piange, è debole. eppure uccide.

ho scritto una storia per mostrare amore ed è diventata guerra. che cosa orribile.

io sono febbraio è scritto come una poesia, o come un disegno, o come qualcosa che non sembra proprio un libro. le voci che narrano sono tante, frammentate, si susseguono e si alternano a liste, frasi, sussurri.
è bellissimo e difficile. e devo rileggerlo ancora. e ancora ancora ancora.

martedì 27 maggio 2014

il vangelo secondo gesù cristo

nonostante la mia immane lentezza nel gestire questo blog, sono riuscita a terminare la recensione del primo dei libri del mio tenbooksproject (che se non ve ne ricordate, se ne parlava qui).
è stata una lettura pesante, densa di significati che mi ha fatto rimuginare per giorni e giorni su quello che andavo leggendo, ed è stato difficile riuscire a parlarne. questo libro mi è piaciuto da morire e mi ha turbata abbastanza da rendermi davvero complicato riuscire a condividere quello che ho sentito durante tutta la lettura.

il vangelo secondo gesù cristo, di josé saramago, è un libro che è stato definito blasfemo e sacrilego, e dal canto mio da non fedele, non so ancora se concordare o no. certo è che il modo in cui la storia di gesù, che conosciamo dai vangeli, è stata notevolmente stravolta in alcuni punti, mentre in altri, in certi piccoli particolari sopratutto, è rimasta molto fedele al testo sacro. eppure le differenze sono molto forti e ci presentano la storia praticamente rivoltandola come un calzino. di certo, se mi perdonate il sarcasmo, è forse la prima storia di gesù in cui non sappiamo davvero cosa aspettarci.

già dal principio, dal concepimento di gesù, che siamo abituati a conoscere dalle parole dell'angelo annunciatore, tutto cambia. la verginità di maria è bell'e andata da un pezzo, è già sposa di giuseppe, un giuseppe giovane quasi quanto lei, e se i due giovani sposi devono aspettarsi qualcosa di diverso da quell'amplesso lo possono intuire solo da una strana colorazione del cielo quel giorno, un momento in cui la luce sembra diversa da quella che siamo soliti vedere, un presagio di qualcosa, forse, ma per giuseppe - e non maria - l'unico che la vede, è assolutamente impossibile capire cosa è successo, come può un falegname immaginare che tramite di lui, il seme di dio ha fecondato la sua sposa, generando colui che sarà il figlio di dio? durante la giornata, maria riceve la visita di un mendicante, un uomo che bussa alla porta per chiedere una ciotola di minestra, non un angelo accompagnato da luce e gloria, che semplicemente le dice che è incinta, che a suo figlio spetta un destino diverso da quello degli altri, e le consegna, nella ciotola che ha svuotato, una strana terra luminescente.
anche qui la famiglia di nazaret si reca a gerusalemme per il censimento, anche qui erode è un vecchio re pazzo per la terribile malattia che lo fa morire e marcire mentre ancora è in vita, anche qui, maria si ritrova a partorire in una grotta fuori betlemme, ché di posti migliori non se ne trovano nel putiferio del censimento, ma non sarà un angelo in sogno ad annunciare a giuseppe che il suo primogenito, un bambino di pochi giorni, rischia di morire per mano dei soldati di erode, succederà solo che giuseppe, per caso o per volere di dio, si trovi ad ascoltare i soldati che stanno andando a compiere il massacro.
giuseppe, terrorizzato, torna alla grotta, in cui i tre si nascondono, maria senza sapere nulla, ché il marito spiegherà solo dopo cosa succede, gesù troppo piccolo per capire o conoscere alcun che.
ma il peso di quello che sa e che non ha evitato graverà su giuseppe come una colpa terribile, un incubo che per tutta la vita lo inseguirà, che farà di notte, ogni notte, di lui il soldato di erode che va ad uccidere suo figlio. sulla coscienza di giuseppe gravano le morti di venticinque innocenti, trucidati tra le braccia delle madri e nelle culle, venticinque dimenticati dalla foga di proteggere il suo bambino.

la vita continua, poi, a nazaret, gesù crescerà studiando, come si conviene, la legge e le scritture, e conoscerà i suoi fratelli, altri otto bambini, concepiti e nati senza annunci strani e senza luci strane nel cielo.
la ribellione dei giudei contro i romani porterà morte e guerra, e arriverà a sfiorare il fianco della famiglia che se è sacra non lo sembra affatto, quando il vicino, anania, annuncerà di voler andare a combattere.
sembrerà una cosa da niente, qualcosa che non interessa nessuno, eppure da questo dipenderà il destino di gesù, anche se ci vorrà un anno per iniziare lo stravolgimento. un anno passa infatti e arriva a giuseppe un messaggero, anania è ferito, è a sefforis, sta morendo. giuseppe, uomo giusto e pietoso, nonostante la paura di lasciare i figli senza padre, va a cercare il vicino. lo trova poi in un magazzino, ferito tra gli altri feriti, moribondo, è impossibile per lui tornare insieme a giuseppe, gli dice di andare via, prima che arrivino i romani a uccidere i ribelli rimasti qui, ma giuseppe non se la sente di lasciare morire solo quell'uomo che in qualche modo può chiamare amico e vicino, così rimane, tutta la notte. ma l'asino con cui era partito la mattina dopo non c'è più, è stato rubato e lui adesso non può andare via, può solo rimanere lì, aspettare i romani e sperare che lo ascoltino proclamarsi innocente. ma i soldati non possono ascoltare e credere a tutti quelli che giurano la loro innocenza, giuseppe è lì, e insieme agli altri, trentanove, verrà crocifisso, morirà tra tormenti che non meritava, né per i crimini non commessi, né per quelli che - come qualsiasi altro uomo - deve per forza aver commesso, neanche per quelle venticinque anime anche ancora lo tormentano dopo tredici anni.
seppellito in qualche modo il corpo di giuseppe, gesù riceve in eredità da suo padre il sogno che lo tormentava ogni notte, questa volta dal suo punto di vista, bambino che vede suo padre avvicinarsi vestito da soldato con l'intenzione di ucciderlo. maria finalmente racconta e spiega al figlio il sogno di suo padre, racconta la strage. e gesù decide di partire, di andare via da quella casa in cui non riesce più a stare, per andare a gerusalemme al tempio a chiedere spiegazioni su quel passaggio di colpa e di pena, e poi si reca a betlemme, dove si ferma a pregare sulla tomba comune dei bambini uccisi per colpa sua, e dove incontra zelomi, la schiava che quasi quattordici anni prima lo vide nascere, e che lo accompagna nella grotta dove gesù ha trascorso i suoi primissimi momenti. lì, dopo una notte, arriva il pastore, quello che maria ha incontrato il giorno del concepimento di gesù, quello che lui non conosce e del quale non sa nulla ancora, che gli dice di conoscerlo, e di andare con lui.
gesù rimarrà per quasi quattro anni con il pastore, nonostante il turbamento che gli da lo strano e quasi blasfemo atteggiamento, senza preghiere, senza ringraziamenti a dio. quattro anni con un pastore senza altro nome che pastore, con un gregge che non è di nessuno, semplicemente sta lì, e ha bisogno di qualcuno che lo accudisca. alla pasqua, gesù, decide di recarsi al tempio a sacrificare un agnellino, ma non volendo uccidere uno di quelli che ha visto nascere e ha aiutato a crescere, va senza animali, convinto che avrebbe trovato il modo di averne uno durante la strada, e così accade, in effetti un ricco signore, con il suo seguito, decide di regalargli uno dei suoi agnellini per poterlo sacrificare. ma giunto davanti all'altare, sconvolto alla vista dei sacrifici, degli animali urlanti e di quelli morti, del sangue, della puzza della carne bruciata, decide di fuggire via con la bestia, incapace di vederlo morire così. sulla strada del ritorno incontra la madre e i fratelli, e anche questa volta decide di non tornare da loro, né, come la madre gli suggerisce, di tornare indietro a sacrificare l'agnello. ritorna dal pastore, che segna il suo agnellino con un taglio sull'orecchio, per distinguerlo da tutti gli altri. anni dopo, capiterà che l'agnellino, ormai diventato pecora, si perda nel deserto, e gesù vada a cercarlo. lo troverà nel deserto e lì incontrerà per la prima volta dio, sotto forma di una colonna di fumo, che gli dirà di avere in serbo per lui un destino di gloria e potere, ma solo in cambio della sua vita. gesù accetta e accetta anche di sacrificare la pecora, come dio gli chiede, proprio quella che anni prima aveva risparmiato, proprio quella che anni prima doveva morire per dio sull'altare del tempio.
tornato a mani vuote dal pastore, lui si mostrerà incredibilmente deluso e amareggiato dal gesto di gesù. l'errore è stato fatto. chi si rifiuta una volta, non può accettare la seconda volta. perché la terza non potrà sfuggire.
dal momento in cui si allontana dal pastore, gesù inizia il suo periodo di vagabondaggio, da una barba all'altra dei pescatori che aiuta con le sue pesche miracolose, l'incontro poi con maria maddalena, una donna che amerà completamente e che starà sempre con lui come compagna di vita, e che lo seguirà anche durante le predicazioni.
il gesù di questo periodo è un uomo semplice, un uomo capace di gesti incredibilmente potenti, capace di miracoli, che agisce solo nel nome dell'uomo e per il suo bene. non c'è dio più di quanto non ce ne sia nella vita di ogni altro uomo. gesù agisce secondo la sua coscienza e per aiutare chi ne ha bisogno.

dio arriva all'improvviso, a chiedere. dio parla con accanto il diavolo, chiede a gesù di diventare il messia, di sacrificarsi come suo figlio, di dar vita a quella che sarà la religione più grande, più forte, più longeva di sempre. una religione per cui molti morranno, una religione di martiri, di crociate, di guerre, tutte nel nome di gesù, un uomo che può rinfoltire le fila dei fedeli di dio. e più forte è dio, più - di conseguenza - forte è il diavolo, suo contrario speculare e imprescindibile.
disgustato da quello che dio gli chiede, spaventato dal sangue che a fiumi imbratterà la terra in suo nome nei secoli a venire, gesù rifiuta. ma chi una volta ha accettato, non può tirarsi indietro.
alla fine, nonostante egli non voglia definirsi figlio di dio, nonostante scelga la fine più ignobile e misera, dio all'ultimo istante si manifesta sopra la croce, contrario alla volontà di gesù, sicuro che il futuro da lui prospettato si potrà finalmente avverare.
fregato, per usare un termine che sarebbe decisamente fuori luogo.

non c'è resurrezione nel libro di saramago, gesù è buono e puro e caritatevole e pieno d'amore, ma è un uomo che rifiuta i progetti di dio, che rifiuta di diventare il simbolo di futuri scontri, è vittima due volte, degli uomini e di dio, del destino che l'ha voluto sacrificio fin dalla nascita. marcato come il suo agnellino, si salva da erode solo per conoscere il peggiore dei patiboli, gli viene concesso di vivere solo per essere usato al meglio quando, non più anonimo bambino privo di qualità particolari, diventa un uomo conosciuto, amato, speciale.
il discorso di dio a gesù è spiazzante, fa male al cuore, e se saramago voleva provocare, c'è riuscito in modo meraviglioso: la gloria in cambio di milioni di vite. è difficile immaginare un dio come quello che presenta saramago, un dio crudele, calcolatore, avido. eppure appare come l'immagine modernizzata di quel dio dell'antico testamento, senza però la volontà di creare con gli uomini una nuova alleanza con gesù.
una visione decisamente laica di come potrebbero essere andate le cose, un'esaltazione dell'umanità del figlio di dio e un immenso rimprovero verso il dio che ha sacrificato suo figlio.

libro consigliatissimo, certo, ma da prendere per quello che è: una geniale e intelligente provocazione su dio e un'altrettanto geniale definizione di gesù cristo come uomo fuori dal comune per l'incredibile carico di amore che porta con sé.

lunedì 26 maggio 2014

la bambina di neve

è inutile sapere che un libro ti farà stare male, sarà triste e tutto il resto. tanto poi lo leggo lo stesso. così, nonostante tutte le recensioni che mi avevano messo in guardia - e anche detto e ridetto che questo libro è bellissimo e va letto - sono riuscita a comprarlo (usato of course) e a leggerlo senza potermene staccare, come dovrebbe fare ogni favola che si rispetti.
perché la bambina di neve, di eowyn ivey è una favola raccontata agli adulti, un'interpretazione di sneguročka, una leggenda russa per bambini che parla di una bambina creata con la neve da un'anziana coppia che non ha avuto figli.
e due anziani (oh beh, non così tanto poi) coniugi sono i protagonisti del romanzo, jack e mabel. sposati da anni, non hanno mai avuto figli, solo il ricordo di un bimbo nato morto, il dolore della perdita e dei cattivi giudizi della gente. per sfuggire a tutto, decidono di abbandonare la loro vita serena e facile per diventare pionieri in alaska.
vivere isolati, senza alcuna comodità, nella natura selvaggia e implacabile inizialmente non sembra riavvicinarli come desiderava mabel, e l'inverno sembra triste tanto quanto i pettegolezzi che le laceravano il cuore nella sua vecchia casa, e lei è disperata come mai, si sente inutile e lontana da jack. ma l'arrivo della prima neve d'inverno li fa tornare ragazzini per una notte, e lasciandosi alle spalle tutti i grigi pensieri che li ossessionano finiscono per costruire un pupazzo di neve, una bambina candida alla quale mabel dona sciarpetta e guantini.
ma il giorno dopo il pupazzo è distrutto e la sciarpa e i guanti spariti. jack vede orme di volpe e di una bambina iniziare precisamente dal punto in cui c'era la bimba di neve a cui lui la notte prima aveva dato forma.
inizia un lungo periodo in cui la bambina appare e scompare come un fantasma o come un folletto del bosco, seguita da un'inseparabile volpe rossa, e ai racconti di jack su quella strana creatura, mabel ricorda un vecchio libro di fiabe che amava da bambina che narrava proprio la storia di sneguročka.

la bambina, che svelerà di chiamarsi pruina, inizia pian piano a frequentare la capanna di mabel e jack, e i due si affezionano a lei come se fosse una figlia. ma è una creatura misteriosa, selvaggia, dal passato crudele e insondabile. e come la bambina di neve della favola, pruina sparisce a ogni primavera, rifugiata chissà dove nelle montagne più aspre e inaccessibili, per tornare poi con la prima neve d'inverno.
la storia di pruina e quella di sneguročka si intrecciano sempre di più, e mabel sa che per quanto vorremmo poter cambiare i finali tristi delle favole per far si che i personaggi che abbiamo amato possano essere felici, non è possibile farlo.

un romanzo bellissimo, che anche se si capisce quasi subito come va a finire, esattamente come sa mabel, per tutto il tempo nella mente rimbalza la frase questa volta no, questa non è la favola, non si può sapere come finirà.
l'alaska è raccontata in tutto il suo splendore e la sua crudezza selvaggia, non c'è neanche un briciolo di romanticismo nella natura incontaminata e impietosa, è facile sentirsi vicini a jack e mabel, vicino ai loro problemi di ogni giorno, vicini alla fatica della vita rurale, vicini al loro dolore e alle loro paure, vicini al loro amore e alla loro paura di amare, e il parallelo tra la favola e la realtà rende tutto meraviglioso, magico e un po' malinconico.

mercoledì 21 maggio 2014

recensioni piccole storte e in ritardo: children of the sea 1, natsume degli spiriti 1, crazy for you 1

ho la bellezza di tre numeri uno che stazionano da circa un mese sulla mia scrivania e che ogni giorno - da un mese - mi guardano con aria di rimprovero e mi dicono che devo recensirli e magari trovargli anche un posto tra gli scaffali che la scrivania non è posto per loro. e io rimando rimando rimando da un sacco di tempo.
e devo dire che non è che la mia voglia di scrivere recensioni di fumetti per ora sia così folle.
ma in ogni caso, questi tre numeri uno mi sono piaciuti e volevo scriverlo da qualche parte.
quindi lo farò. adesso.

children of the sea, del bravissimo igarashi, daisuke per gli amici presumo, che oltre ad avere dei disegni ultrafichissimi, che a mio modesto avviso valgono il 60% del prezzo di copertina, ha anche una bella storia. ragazzini misteriosi nati e cresciuti in mare che incontrano una ragazzina anticonformista e casinista e stringono un rapporto di amicizia, o almeno uno dei due. il tutto incastonato in un enorme casino marino fatto di sparizioni di pesci, di pesci che mangiano pesci e di pesci con le lucine strane.
lo so, non si capisce niente così, ma la storia è complessa ed è bella da leggere, quindi se non l'avete ancora comprato e state leggendo qui, finite questo post (non è carino sfancularmi così) e andate in fumetteria.
se cercate delle recensioni degne di questo nome, passate dal buon hermès o da yue, che hanno decisamente scritto di meglio.

natsume degli spiriti, che a parte la devastante grafica di copertina è riuscito a conquistarmi proprio come ha fatto l'anime. la storia è quella di un ragazzino che riesce a vedere gli spiriti, i demoni e tutte quelle simpatiche creature che vivono in un mondo vicino e segreto.
natsume raccoglie in eredità questo potere dalla nonna ormai defunta, reiko, insieme a un libro contenente i nomi degli spiriti che reiko aveva battuto. il libro dei nomi viene conteso da madara, un demone che ha assunto le sembianze di un pacioso micione grasso, detto anche nyanko sensei, e da quelli il cui nome è tenuto prigioniero tra le sue pagine. natsume decide di restituire i nomi a tutti i demoni che glielo chiederanno, con grande malcontento di nyanko sensei che preferirebbe sfruttare questo potere in altro modo.
quello che potrebbe essere un racconto d'azione spaccaculi diventa una storia delicatissima e malinconica sulla capacità - o incapacità - di comunicare e capire chi è diverso.
insomma è bellissimo.
e la planet ha usato un lettering inguardabile. ma è bellissimo lo stesso.

disperandomi per l'ormai imminente interruzione di arrivare a te (sì, devo ancora recuperare il numero 20, e non so nemmeno se è uscito) mi consolo con un'altra opera della shiina, crazy for you, annunciato millenni fa e finalmente pubblicato.
primo numero carino anche se abbastanza banale. i cliché da shoujo manga si sprecano e abbiamo lei, la protagonista impacciata che non ha mai avuto un ragazzo a 17 anni e se ne dispera come se stesse per entrare in menopausa da un momento all'altro e lui, bello e dannato come solo un ragazzo giapponese in uno shoujo manga sa essere dannato, ovvero leggermente idiota ma niente di più.
ovviamente dopo dieci minuti lei si innamora di lui e anche se lui non se la fila, lei lo ama uguale, però poi si scopre che lui se la intende con... e no, non posso spoilerarvi.
in ogni caso, primo numero carino, non arriva ad arrivare a te (lol, perdonate l'orrido gioco di parole) ma è più che leggibile. mi ha ricordato per certi versi un po' le storie di maki usami. in ogni caso, sono curiosa di vedere come andrà avanti la storia.

martedì 20 maggio 2014

andiamo a tokyo, charlie brown!


dopo un anno dal suo annuncio e due anni dall'uscita de la felicità è una coperta calda charlie brown! sono riuscita a leggere il nuovo romanzo dei peanuts andiamo a tokyo, charlie brown!

nonostante le ripetute sconfitte, la squadra di charlie brown viene scelta per rappresentare l'america in un torneo di baseball in giappone!
mentre charlie brown altalena tra il terrore di un'imminente fallimento e la speranza di una strepitosa vittoria, le nostre noccioline scoprono il giappone grazie alla guida di marcie, un libretto con le risposte a tutte le domande: cosa sono le pagode, come si usano le bacchette e dove si trovano le opere di hokusai.
nel frattempo snoopy e - sopratutto! - woodstock si ritrovano a vivere incredibili avventure in giro per tokyo, tra lottatori di sumo e lottatori di... udon!

come andrà a finire la partita? le noccioline riusciranno a vincere o collezioneranno l'ennesima sconfitta?
questo non ve lo svelo, ma il finale è in perfetto stile charlie brown!

l'idea di portare i peanuts in giappone è stata davvero ben gestita, e come con gli altri volumi, posso dire che mi è piaciuto moltissimo leggere in una storia nuova le avventure di snoopy & co., considerando che le nuove autrici non possono stravolgere la natura dei bimbi di schulz, e che quindi non potevano apparire nuovi personaggi o adulti, e dovevano attenersi il più possibile al carattere dei personaggi per come il loro autore li aveva creati.

come sempre, bao publishing ha fatto un ottimo lavoro! speriamo che arrivino presto nuovi volumi dei peanuts, ce ne sono almeno due pronti ad essere tradotti!

mercoledì 14 maggio 2014

meme meme meme! (dalla a alla z)

per la gioia di grandi e piccini ecco un altro meme, trovato sul blog di millefoglie (qui!), inizialmente dedicato a fumetti e romanzi, ma ho deciso di estenderlo anche ai film perché per certe domande non potevo non includerli.
ovviamente se il giochillo vi piace fatelo anche voi.


#A- Autore con la A maiuscola (ovvero quello di cui hai letto più opere)
biff, sono davvero tanti! quando un autore mi piace tendo a leggere tutto quello che ha scritto/disegnato. citerei italo calvinostefano benni, amori che durano da un sacco di tempo, sophie kinsella/madeleine wickham, che è una cotta più recente (cosa che sapete già), e per passare ai fumetti ovviamente ai yazawa.
ce ne sono un sacco di altri, ma mi fermo ora o non mi fermo più.

#B – Bevo responsabilmente mentre leggo...
e non solo! bevo e mangio qualsiasi cosa mi capiti sottomano mentre leggo, o meglio, spesso leggo mentre mangio, ma ho sviluppato tecniche ninja per non far macchiare i libri. yeah.

#C – Confesso di aver letto...
twilight. e il codice da vinci. e me ne vergogno e sto ancora cercando di rimediare ai miei errori. a mia discolpa ho da dire che ero giovane e mi fidavo dei consigli degli altri. adesso ho imparato, giuro!

#D – Devo smettere di...
*attenzione! pericolo di banalità* devo smetterla di comprare libri prima di finire di leggere quelli che ho, ma sopratutto devo smetterla di credere che comprare libri prima di aver finito di leggere quelli che ho sia una cosa negativa.

#E – eComics o cartaceo?
affanculo ste robe da leggere a schermo, a me piace leggere sulla carta.

#F – Fangirl impenitente di...
nana. star wars. i love shopping. peanuts. my little pony. maki usami e io sakisaka vari. ne ho davvero troppi.

#G – Genere preferito e genere che di solito non leggo
adoro i romanzi, più o meno di qualsiasi tipologia: mi piacciono i romanzi di formazione, la chick-lit, i romanzi d'avventura, i gialli (non sempre, però...), i romanzi distopici, le storie d'amore, i libri per bambini... non ho proprio un genere preferito, mi piacciono anche i saggi - ovvio - benché di solito eviti di ammorbarvi qui con roba che c'entra poco con quello di cui di solito scrivo. in compenso detesto gli horror e non leggerò mai quella roba semiporno da casalinghe arrapate che tanto tira per ora.

#H – Ho atteso a lungo per...
la prima attesa fu non so quale libro della serie di harry potter, quando non avevo ancora internet e le prenotazioni dei libri si facevano con le ricevute cartacee delle librerie. ahhh! i bei tempi andati! ma quanti anni saranno passati? l'ultima attesa spasmodica è stata, credo, quella per l'ultimo romanzo di sophie kinsella la scorsa estate. per quello che riguarda i fumetti... direi che uno degli ultimi titoli attesi per anni e finalmente annunciati qui in italia è proprio yuki ni tsubasa, mentre l'attesa che da secoli continuo a trascinarmi dietro, come un sacco di altra gente, è ovviamente per i volumi conclusivi di nana. ebbene sì, io credo fermamente che prima o poi continuerò a leggerlo!

#I – In lettura al momento...
in realtà devo ancora decidere su quale libro buttarmi visto che ho appena finito di tutte le ricchezze, e sto pure aspettando un po' di libri comprati nel mitico mondo di internet e dei libri usati&scontati.

#L – Luogo preferito per leggere i fumetti...
sarò prosaica. il cesso.

#M – Miglior prequel di sempre...
la minaccia fantasma - l'attacco dei cloni - la vendetta dei sith.

#N – Non vorrei mai leggere...
la saga delle sfumature di cinquanta sfumature di colori a cazzo.

#O – Once More (un libro/fumetto che hai riletto tantissime volte, ma che rileggeresti ancora)
il piccolo principe assolutamente, mille e mille volte perché è bellissimo. le città invisibili perché è ancora più che bellissimo. oceano mare perché sì.

#P – Perla nascosta (un libro/fumetto che non ti aspettavi fosse così bello)
ce ne sono un sacco che non mi aspetto mai che siano belli e poi sono belli. uno tra gli ultimi che mi ha piacevolmente colpito è stato il fiore millenario.

#Q – Questioni irrisolte (un libro/fumetto che non sono mai riuscito a finire)
anche qui ne ho tanti. quello che mi trascino dietro da più tempo temo sia il libro dell'inquietudine. ogni tanto lo prendo, ne leggo pezzi a caso, sottolineo cose e lo richiudo. per poi riprenderlo dopo giorni, mesi, secoli. eppure mi piace moltissimo. temo che non riuscirò mai però a leggerlo tutto quanto dall'inizio alla fine.

#R – Rimpianti fumettistici (serie interrotte o fumetti perduti che non potrò mai finire di leggere)
uno per tutti moon child, di reiko shimizu. è stato pubblicato in inglese ma non so cosa diamine è successo alla casa editrice che l'ha editato, fatto sta che è introvabile. e io lo desidero tantissimo! sigh!

#S – Serie iniziate e mai finite
boh, anche qui tante, per lo più non finite per noia, tipo noi x sempre, o per mancanza di pecunia, tipo dawn of the arcana. ma per la seconda, prima o poi, spero di porre rimedio.

#T – Tre dei tuoi antagonisti preferiti
l'imperatore (di star wars, ovviamente), sesshomaru (di inuyasha) e grifis (berserk)

#U – Un appuntamento con (personaggio dei libri/fumetti)
appuntamenti galanti non saprei, non credo di avere un debole così forte per qualche personaggio, ma di certo vorrei farmi un giro di shopping con becky bloomwood e vorrei conoscere matilde.

#V – Vorrei non aver mai letto...
vedi la risposta alla lettera "c".

#Z – Zanna Avvelenata (quel finale che proprio non ho mandato giù)
no, direi che per quanto sia una fan del lieto fine, non mi sono mai disperata più di tanto per un brutto finale, quando è stato coerente con la storia. quello che mi ha sempre fatto molto arrabbiare sono i finali abbozzati tanto perché una fine ci deve essere, come quello di monster allergy. o il fatto che la storia sia finita quando poteva continuare ad andare avanti, come per il glorioso pkna.

mercoledì 7 maggio 2014

tutte le ragazze lo sanno

erano mesi che non mi capitava di sciropparmi un libro intero in una mattinata. bisogna ammettere che è una roba molto soddisfacente, che mi mancava anche parecchio.
il libro in questione, tutte le ragazze lo sanno di winifred wolfe, lo ricevetti in regalo millemila anni fa, vincendo un qualche concorso di 10righedailibri, però non mi aveva per niente sconfinferato all'inizio, ed è rimasto in attesa fino a che non l'ho inserito nel mio disperatissimo #10booksproject, non molto riuscito perché da quando ho iniziato, anche se avevo detto niente più libri fino a che non finisco questi ne ho comprati due. ok, due non sono molti, ma sono comunque più di niente. ma non era di questo che dovevo parlare.
tutte le ragazze lo sanno è un romanzo squisitamente femminile pubblicato in america nel 1958 e ambientato negli anni cinquanta. la protagonista, meg wheeler, è una ventenne - quasi ventuno! - che decide di trasferirsi al centro del mondo, a new york, in cerca di lavoro, di libertà e, immancabilmente, d'amore o, meglio ancora, di un marito.
le vicende di meg, segretaria disastrata che si destreggia tra uomini forse scapoli forse no, tra dormitori femminili e appartamenti divisi con la coinquilina sbagliata mi hanno fatta morire dalle risate: meg racconta la sua vita con un sarcasmo e un'ironia degni di becky bloomwood e plausibilmente con la sua stessa capacità di mettersi nei casini, ma con un'eleganza e un'ingenuità che solo una ragazza perbene dell'america borghese degli anni cinquanta potrebbe regalarci.
in fondo, oggi come settant'anni fa, quello che anima la vita di una giovane donna è sempre la stessa cosa: la voglia di indipendenza dalla sua famiglia e quella di dipendere da un uomo da amare e che, preferibilmente, la ami a sua volta, con tutti i problemi che l'innata capacità di sognare - o se preferite di scambiare palesi fischi per improbabili fiaschi - tipicamente femminili.
la dolcezza, l'inconsapevole ironia e l'ingenuità di meg la rendono un personaggio adorabile, una ragazza kinselliana che vorrei tanto poter avere accanto per andare a fare shopping o per darci allo spettegolaggio selvaggio.
tutte le ragazze lo sanno si è rivelato un romanzo brillante, divertentissimo e molto più moderno di quello che la datazione potrebbe far pensare!
consigliatissimo! io adesso devo assolutamente recuperare gli altri romanzi di questa autrice (anche se non dovrei comprare libri... sigh!)

lunedì 5 maggio 2014

il fiore millenario 2, 7shakespeares 4, dal vesuvio con furore, jammin' apollon 6

la lettura del secondo numero de il fiore millenario non ha fatto che crescere l'amore sperimentato a sorpresa con la lettura del primo volume.
*attenzione agli spoiler!*
l'ormai quindicenne principessa a-ki è pronta alla battaglia tra ko, il piccolo paese che ha dato i natali a sua madre e nel quale adesso lei si trova, e il gigantesco do, paese d'origine della principessa rivale che le ha causato l'esilio. stanca che tutti cerchino di imporle un atteggiamento più consono al suo ruolo di principessa, a-ki vuole lottare davvero e vuole farlo al fianco di hakusei.
ma quando si trova davanti a un uomo ferito, quando vede il sangue, quando percepisce la fredda sicurezza con la quale gli uomini si uccidono sul campo di battaglia, per a-ki è un durissimo colpo, è la prova che non può essere anche lei un soldato. o forse no? se venisse messa in pericolo la vita della persona che più ama al mondo? momento di commovente ed emozionante fangirlismo.
nel frattempo un emissario del principe di so a cercare di convincere a-ki ad accettare una proposta di matrimonio al fine di unire i regni di ko e so. neanche a dirlo, un po' per bastiancontrariesimo, un po' per femminismo ante litteram, un po' (molto di più) per via di hakusei, a-ki rifiuta, anche quando scopre che l'emissario del principe e il principe... sono la stessa persona!
nel frattempo, alla notizia della vittoria di ko su do dovuta alla strategia militare sviluppata da a-ki, do-hi diventa sempre più crudele e desiderosa di vendetta. e la relazione tra a-ki e hakusei sembra che sia per cambiare bruscamente direzione! momento di isterico ed urlante fangirlismo.

continua alla grande anche 7shakespeares, che nel quarto volume fa un lunghissimo flashback e ci racconta finalmente dell'infanzia di william e john, figlio di una famiglia disastrata il primo e di borghesi autoritari l'altro, tra amori finiti nel modo sbagliato e le persecuzioni dei protestanti ai danni dei cristiani.
interessantissimo, certo, ma spero che la narrazione riprenda presto il filo da dove si è interrotta al terzo volume, il personaggio di lee è quello che per il momento mi piace e mi interessa di più.







di uscita recentissima invece (il resto della roba langue da un bel po' sulla mia scrivania in attesa che io ve ne parlassi) è il primo volume della nuova collana disney/panini topostorie, numero dedicato alla fascinosissima strega partenopea amelia, dal vesuvio con furore.
a differenza dei soliti vattelapesca di ristampe a cui disney ci ha da secoli abituati, questa nuova collana si propone di ristampare storie edite ma incorniciate in una nuova storia che le collega tra di loro.
esperimento che a me personalmente non è dispiaciuto affatto, per cui vi consiglio caldamente di cercare questo volumetto, è abbastanza corposo, 240 pagine circa, e ha un prezzo più che contenuto (4,00€).
al prossimo volume tocca al trio paperino-topolino-pippo, in edicola dal prossimo mese.

nel sesto volume di jammin' apollon viene raccontata da principio la storia tra jun'ichi e yurika, e sopratutto nell'animo dei tre protagonisti le cose cominciano a farsi sempre più chiare: sentaro sembra si stia rassegnando all'idea di aver perduto per sempre la donna che ama, ricchan invece è sempre più consapevole di aver rifiutato kaoru troppo presto e adesso si sta ricredendo sempre più in fretto e nel frattempo kaoru è incapace di aiutare sentaro se non con la sua solo presenza.
insomma un bel frullato di turbamenti adolescenziali e tardoadolescenziali e di un sacco di problemi nati dal fatto che la gente, molto semplicemente, ogni volta che potrebbe risolvere un problema parlando, sta zitta e incasina sempre di più le cose.
sono curiosa di vedere cosa succederà nel prossimo numero, visto come termina questo.
come sempre, la storia finale è davvero bellissima. la kodama dovrebbe veramente mettersi a fare seriamente solo queste cose!

domenica 4 maggio 2014

yuki ni tsubasa annunciato al comicon! ♥


pochi annunci al comicon, ma uno che ne vale duecentomila! e sto parlando ovviamente di yuki ni tsubasa, di shin takahashi, autore di lei l'arma finale, un frammento di te e tom sawyer.
io personalmente adoro questo autore, saikano è uno dei miei fumetti preferiti in assoluto, un frammento di te e tom sawyer sono due piccoli capolavori, e yuki ni tsubasa lo desideravo praticamente dal primo istante in cui, anni fa, ho visto questa copertina.
quindi: segnatevelo in agenda, esce a settembre, in edicola e fumetteria, mensile (4,50€).

poi penso proprio che proverò anche crayon days di kozue chiba e hibi chocho, giusto per alimentare la mia passione di shoujo!