mercoledì 12 febbraio 2014

non lasciarmi

nonostante tutto il casino di questi ultimi tempi, sono riuscita a ritagliarmi qualche momento per leggere. e tra le ultime letture c'è un libro che merita qualche parolina che è non lasciarmi di kazuo ishiguro. sicuramente ne avrete già sentito parlare e possibilmente l'avete letto, quindi questo post è all'ottanta per cento assolutamente inutile. ma ci sarà ugualmente.

la cosa che più mi ha colpita e turbata di questo libro è che nonostante rientri perfettamente nel filone distopico ha una differenza enorme rispetto agli altri che ho letto del suo genere. mi spiego meglio: solitamente nei romanzi in cui viene presentato un mondo assurdo e crudele ci viene spiegato nel dettaglio come funziona la società, sopratutto gli aspetti diversi da quelli della nostra realtà, come se si trattasse di una sorta di guida turistica interna al racconto stesso. un modo insomma per permetterci di capire al meglio quali sono le regole del gioco a cui siamo in qualche modo invitati ad assistere.
basta pensare al più famoso del genere, 1984 di george orwell.
in non lasciarmi invece è come se l'autore descrivesse non una socità distopica e visionaria, ma un mondo reale, e quindi non ci da spiegazioni su quello che dovrebbe essere scontato. è come se vivessimo esattamente in quel mondo con quelle regole, quindi perché scendere in particolari? tutto quello che scopriamo sul mondo di kathy, tommy e ruth lo ascoltiamo di sfuggita in qualche considerazione, lo rubiamo a qualche pensiero, ma non ci viene mai spiegato veramente qual'è il meccanismo esatto.
questo mi ha creato personalmente un enorme spaesamento durante la lettura e un'amarezza forse ancora più grande di quello che avrebbe potuto fare una spiegazione dettagliata. il non detto, il lasciato intendere, come se fosse assolutamente ovvio e accettabile, ha reso tutto ancora più doloroso.

vi spiego meglio, ma fate *attenzione agli spoiler*!
la storia inizia a hailsham, una specie di college immerso nella campagna in cui vivono gli studenti insieme ai loro tutori, senza avere nessun punto di contatto con il mondo esterno, a esclusione di eventi chiamati grande incanto in cui vengono venduti agli studenti dei beni provenienti da fuori hailsham. non sappiamo nulla della vita degli studenti prima di hailsham, né se ci sia in effetti un prima di hailsham. nella prima parte attraverso il racconto di kathy conosciamo a grandi linee lo stile di vita che si svolge lì, insieme ai suoi amici ruth e tommy. non sappiamo nemmeno in effetti in cosa consistano le lezioni a cui partecipano, e sembra che la cosa più importante per loro sia sviluppare le loro capacità artistiche e poetiche.
seguiamo la loro crescita da quando sono bambini fino al momento in cui lasciano il collegio per andare a vivere nei cottage. oltre alle vicende personali dei protagonisti, cominciamo a intuire come funzioni la realtà in cui vivono: si parla di assistenti e donatori, di quello che li aspetta fuori da hailsham, del fatto che non potranno avere figli, dei cicli. si parla di quelli come noi e quelli come voi.
nella seconda parte ci spostiamo ai cottage, nessuna specifica in più. dopo hailsham i ragazzi vivono qualche anno in queste abitazioni con altri ex-studenti di altri istituti, fino a che non fanno la richiesta di diventare assistenti. la prima sarà kathy, che dopo la sua breve parentesi ai cottages racconterà il suo lavoro di assistente dei donatori, di come, tra i tanti, rimarrà accanto a ruth e tommy, il suo amore, fino alla conclusione del loro ciclo.
il mondo di kathy è un parallelo del nostro, una realtà in cui negli anni cinquanta, dopo la guerra, si è scoperta la clonazione e quindi un modo per rendere disponibili organi vitali per i trapianti. i cloni, o studenti, crescono in collegi a loro dedicati, e hailsham è uno di questi, anzi tra tutti, è quello che è riuscito a trattare gli studenti al meglio, facendoli sentire come persone, grazie a un'organizzazione che cercava di sensibilizzare, senza alcun successo, il mondo esterno circa il destino degli studenti stessi.
gli studenti, dopo un periodo in cui fanno da assistenti - a metà tra infermieri, psicologi e amici - di altri donatori, decidono di diventare donatori a loro volta, per completare il loro ciclo, per adempiere al loro scopo. i donatori vengono sottoposti a diverse operazioni, dopo le prime sono ancora coscienti ma al completamento del loro ciclo non finiscono anche la loro esistenza ma continuano a essere svuotati fino alla morte di ogni organo utile. il ciclo viene completato quasi sempre dopo la terza o quarta operazione, e sempre, ogni volta, la ripresa non è facile.
nonostante questo destino, nonostante la consapevolezza di essere poco più che carne da macello, solo per pochi momenti si avverte qualcosa di simile a rabbia, e mai la voglia di sovvertire le regole, mai kathy o gli altri vengono sfiorati dall'idea di poter vivere una vita normale, di uscire dal sistema.
e mai l'autore si lascia andare a giudizi di sorta verso questo sistema che crea cloni per ucciderli lentamente, senza dargli nessuna possibilità.
eppure è proprio questo silenzio che rende tutto molto più orribile. se tutto fosse stato palese, messo lì chiaramente sotto i nostri occhi, non sarebbe stato sconcertato come in effetti è risultato.
la pacata accettazione di tutti del proprio destino, del destino delle persone che amano, con cui hanno diviso l'intera vita, beh questo mi ha messo i brividi davvero.

insomma, consigliatissimo se vi piace il genere distopico e se riuscite ad appassionarvi anche ai toni asettici, assolutamente da evitare se vi siete lasciati convincere da quel "non lasciarmi è innanzitutto una grande storia d'amore". no. se questa è una grande storia d'amore, allora qualsiasi storia è una grande storia d'amore.
personalmente non l'ho trovato un capolavoro, ma di certo devo riconoscere che proprio per le sue particolarità di cui sopra, merita di certo di essere letto.

12 commenti:

  1. Sicuramente un libro da leggere e che lascia il segno.

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    1. concordo assolutamente! continuo a ripensarci dopo giorni che l'ho finito e rimango sempre con la stessa sensazione di spaesamento e turbamento.

      peccato solo che non sono riuscita a farlo rientrare nella categoria "amori folli", gli manca quel quid che solitamente mi rende un libro qualcosa di più di un semplice romanzo.

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    2. Anche per me non rientra nella categoria amori folli, forse perché il dolore è così trattenuto che non ha trovato modo di sfogarsi nella mia anima di lettrice. Però bello.
      P.S. Il film l'hai visto?

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    3. il film non ancora, ma lo vedrò assolutamente! ^_^

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  2. A me ha colpito proprio per l'apparente normalità della situazione. Mi ha ricordato come facilmente ci si abitui alle cose più atroci, nella nostra vita di tutti i giorni.

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    1. esatto. e come sopratutto le vittime di questo sistema lo accettino senza neanche provare a cambiarlo, o almeno a cercare di sfuggire al proprio destino. ho passato tutto il tempo a chiedermi perché nessuno di loro provasse a scappare. questo mi ha lasciato dentro un'amarezza tremenda.

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  3. Ho letto questo romanzo per un esame all'università e... mi ha devastata. Non sono nemmeno riuscita a vedere il film, anni dopo, quando uscì. Troppo dolore T_T

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    1. del film me ne hanno parlato bene, spero di riuscire a vederlo presto! anche se sì, immagino che sarà pesantino...

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  4. Avevo visto questo titolo in libreria e, ammetto, di averlo snobbato proprio per quella frase sulla storia d'amore ^^" in genere non amo i libri basati solo sulle storie d'amore, per cui non lo avevo considerato più di tanto. Non sapevo fosse un romanzo distopico °° scritto in questo modo, per di più. Grazie alla tua recensione ho scoperto che è molto più interessante di quello che sembra! ^^

    Di mondi presentati così, mi viene in mente quello di The Giver (ma l'ho letto secoli fa, quindi non ci metto la mano sul fuoco). Ricordo che inizialmente mi aveva lasciata spiazzata e, certo volte, non so se sia un bene per me, perchè mi concentro più sul cercare di capire come funziona il mondo rappresentato che non sulle vicende dei singoli personaggi >//<

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    1. la storia d'amore, se c'è, io non l'ho vista. diciamo intravista. diciamo che non è il tipo di amore che io chiamo amore. quindi se è quello che ti turba, allora vai pure tranquilla!

      the giver vorrei leggerlo, me lo consigli? io ho un debole per il genere distopico, ma non conosco molti titoli.

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  5. Ce l'ho lì da quando avevo visto il film (devastante ma bellissimo, se non l'hai ancora fatto guardalo) e non ho ancora avuto il coraggio di leggerlo perché ho paura di stare male come un cane... ç_ç

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    1. credo che ci siano libri che colpiscano emotivamente molto più di questo. molto molto molto di più. anzi, è proprio questa mancanza di coinvolgimento che me lo rende non-eccellente.

      io voglio assolutamente vedere il film, non so perché ma me lo immagino più bello del libro...

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