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venerdì 31 maggio 2013

dell'oscenità editoriale e della mistificazione dei classici attraverso la denigrazione dell'importanza dell'aspetto grafico ed estetico nella presentazione al lettore, ovvero: ma che copertine di merda sono queste?

attenzione! state per imbattervi in un post semiserio, scritto con estrema cazzonaggine su un argomento di enorme gravità. gli under 16 sono invitati a bere una camomilla prima di cominciare la lettura, e di rimanere seduti con le cinture allacciate fino a che l'apposito segnale verrà spento. grazie.


anche voi vi divertite a guardare in edicola le copertine degli harmony e sganasciarvi dalle risate per via di tutti quegli steroidi photoshoppati male?


passate inorriditi davanti agli young adult con le loro cover metallico-madreperlato-glitterato con la solita foto editata con picnic da un quindicenne con scarso gusto estetico? (mi dispiace che non si capisca al pc, ma il titolo promessi vampiri è tutto glitter! non scherzo! ho dovuto bere due caffè ristretti amari per riprendermi dallo shock!)


tranquilli ragazzi! il mondo dell'editoria ha capito qual'è il gusto delle nuove generazioni in fatto estetico, sa come strizzare l'occhio al lettore proponendo anche i classici in versioni più accattivanti anche per i lettori più giovani. prima giunti, con sawyer nudo sulla cover di cuore di tenebra, adesso abbiamo una specie di hooligan a dieta spalmato in copertina su 1984, grazie alla nuova linea grafica dei classici mondadori.
non so, c'è qualcuno che ha pensato di ripubblicare romeo e giulietta con dei bei braccialetti di gomma fluo in allegato?


cosa sta succedendo esattamente? quando è stato il momento in cui la gente che prima si vergognava delle foto grottesche dei romanzetti rosa da due soldi adesso comprerebbe orwell per il ragazzo con gli occhi da tossicodipendente in copertina? cosa è cambiato nella mente degli editori, che hanno mandato a fanculo i grafici bravi e li hanno sostituiti con gente che fa foto da avatar di facebook e la ritocca con photoshop senza nessuna decenza?

la copertina non è certo tutto in un libro, per carità, ma non prendiamoci per il culo. è la prima cosa che attrae il lettore. poi il titolo e il nome dell'autore, ma prima c'è l'immagine.
personalmente odio i libri con ritratti fotografici in copertina. mi fa molto romanzetto da due soldi, bassa qualità, poco impegno da parte dell'editore eccetera. mi fa sembrare un libro stupido.
poi ci sono fotografie che non possono neanche definirsi tali. chi è la bestia che ha scontornato i capelli di sawyer così male? dico, si vede il bordino bianco con l'immagine piccola e sto pure senza occhiali!

non si possono non considerare i libri come prodotti, e come ogni prodotto il packaging ha la sua importanza. proprio per questo non capisco come si fa ad eliminare la figura di un grafico professionista per tirare fuori queste cose.
a me piacciono le copertine leggere, accattivanti, simpatiche eccetera. ma buon dio, un po' di qualità! un po' di buon gusto! un briciolo di coerenza tra quello che c'è in copertina e quello che c'è dietro!
a me va benissimo la foto del rossetto per un romanzo di chick-lit, ci sta tutto, è coerente, è accattivante, fa perfettamente intuire a chi il libro è destinato e che tipo di libro è. direi che mi sta pure simpatico se poi il rossetto in questione è fotografato per bene e la copertina è strutturata come una copertina e non come il biglietto da visita dell'elettricista che ha appena scoperto di avere paint sul pc.
secondo quale roba un tizio con il nastro adesivo da elettricista appiccicato sulla spalla e la matita bianca negli occhi dovrebbe introdurmi alle atmosfere claustrofobile e ansiogene di 1984? al massimo mi fa pensare a un semiporno (il gesto della mano è mimetico? nel senso letterale di mimesi, eh... oppure vuole una lampadina tascabile?)
che stracazzo ci fa sawyer con un bastone di scopa (???) in mano in un libro di conrad, qualcuno ha spostato di nuovo l'isola?

ma sopratutto di chi è la colpa di tutto questo? io non lo so.
sono cosciente di un completo e totale scivolare sempre di più nella melma della faciloneria e del cattivo gusto, del tentativo di frullare tutto insieme, accorpando cose diverse giusto perché vi è una qualche somiglianza fattuale tra le forme, senza cura alcuna della sostanza. ma perché un editore deve scendere così tanto a compromessi? perché la cultura deve essere forzatamente di tutti, anche con l'inganno (perché è ingannevole questa roba! cuore di tenebra non è un racconto su un bullo dall'animo sensibile! delitto e castigo non parla di esperienze sadomaso!) e non può semplicemente essere a disposizione di tutti? perché state cercando di rendere moderno - nel senso peggiore del termine, ovvero il più possibilmente accostabile alla spazzatura stampata che va di moda oggi - un classico? un classico, diceva qualcuno, è un libro che non ha ancora finito di dire quello che ha da dire (cito a memoria), non un libro che prende per il culo la gente!
io sono arrabbiatissima per queste copertine. non le trovo corrette per chi non sa cosa sta comprando e non le trovo corrette per chi sa cosa sta comprando. è come mettere il detersivo nelle scatolette del tonno. non è che vi giustificate scrivendo sotto in piccolo che fa la schiuma.

ma adesso, sbranatemi pure, mi faccio una domanda. ci avete fatto caso che una grandissima percentuale dei blog letterari italiani pullula di young adult e urban fantasy e i post più letti e interessanti sono solitamente sulle cover dei libri, dove vince quella in cui è stato fatto l'uso più impietoso ed efferato dei pennelli effetto lace di photoshop? com'è che i ragazzi oggi leggono quelle cagate e se ne fregano del resto? angeli, lupi mannari e tutto il resto sì e un bell'on the road no? i libri di formazione adolescenziale di moccia sì e jack frusciante no?
ma dove cazzo sta finendo l'adolescenza di questi poverini? no, seriamente, vi faccio una lista prima o poi. i libri da leggere a sedici anni c'erano prima che qualcuno coniasse il termine young adult, ed erano meglio, ve l'assicuro. la trasgressione c'era prima delle cinquanta sfumature, ed era roba che trasgrediva seriamente, non che imporporava le gote alle casalinghe per bene.
ragazzi, io vi voglio bene, davvero, leggere è una bella cosa, ma potete farlo anche se non ci sta un uomo seminudo in copertina o una ragazzina con le iridi colorate di indaco e le stelline sulle guance. ve lo assicuro. le storie si possono scrivere anche se non ci sono ragazzine che trombano vampiri o altri semiumani. ci sono riusciti un sacco di volte, dico sul serio.
i classici sono classici, e ci piacerebbe tanto restassero tali. non bimbominkiate che devono trarre in inganno povere quindicenni desiderose di ormone a briglia sciolta che devono poi leggere mezzo libro prima di capire che il grande fratello non è quello della marcuzzi.
abbiate pietà di noi. non distruggete ogni cosa gettandolo in pasto al dio del trash. almeno in libreria, che si riesca a salvare un briciolo di buon gusto. ho un'etica, non posso comprare un libro con un attore a panza all'aria che fa il sexy sulla cover. il karma mi punirebbe. di sawyer preferirei il poster in camera se avessi 12 anni in meno e i brufoli sul mento. voi ve lo immaginate che mentre marlow risale il fiume, stanno lì a chiedersi quando appare kate?
quale orrore.

prendete spunto da adelphi. un colore di fondo. una cornicetta. numero della collana. nome dell'autore. titolo. logo dell'editore. amen. non serve il resto. il superfluo è inutile, il classico è, per sua definizione, perfetto, e nella perfezione non c'è nulla di superfluo. i greci adesso se la passano male, ma prima qualcosa ce l'hanno insegnata di buono, credetemi. la sezione aurea funziona anche senza l'effetto argento-arcobaleno sopra.
l'effetto foil lo possiamo riservare alle carte di magic?
ci rendiamo conto del percorso che è stato fatto per arrivare a questo? i classici di oggi si rifanno ai young adult di pochi anni fa. che a loro volta prendono spunto dagli harmony da due soldi delle edicole. che indovinate a cosa mi fanno pensare?


esatto.

vogliamo davvero continuare ad associare shakespeare ai fotoromazi di 50 anni fa? per far diffondere i fiori del male, dobbiamo far credere che si tratta di un racconto semierotico da spiaggia?
possiamo tornare alla decenza? grazie.

ora rifacciamoci gli occhi.
questa è una delle copertine più belle, coerenti, semplici, dense di significato che esistano. è famosissima, ma a quanto pare ci sono lezioni che non sono servite a nulla se il risultato è questo. per favore, tenete conto di questo e risparmiatevi certe robe per le edicole e la sezione sono giovane e non ancora perseguibile a norma di legge delle librerie.

giovedì 30 maggio 2013

usagi drop 1, 2 e 3

meglio tardi che mai si dice, sarà, ma io sono più per il tutto e subito. sarà per questo che la depressione mi sotterrerà presto?
ma tralasciando le mie personalissime considerazioni sulla vita l'universo e tutto quanto.
ho finalmente letto i primi tre numeri di usagi drop. e, benché io detesti gli spoiler, è stato assolutamente impossibile non sapere cosa succeda alla fine della storia. beh, amen. la voglia di leggerlo rimane tutta.

usagi drop è un manga del filone giovane padre con piccola figlia di cui non conosceva l'esistenza fino a poco tempo fa. mi è piaciuto tantissimo my girl e mi ha schifato oltre ogni limite la figlia dell'otaku.
usagi drop mi piace senza farmi venire il magone come my girl. e mi fa ridere e sorridere, cosa che avrebbe voluto fare la figlia dell'otaku senza riuscirci neanche un po'.
i primi tre volumi per me hanno voti altissimi, gli darei un 8,5 o anche 9. così, giusto perché a quanto pare per questo titolo è bello partire dalla fine. ah sì, c'è anche un bell'anime tratto da questa serie, se lo trovate guardatelo, è davvero carino!

daikichi torna alla casa del nonno che non vede da tanto tempo in una mattina d'autunno. ha ricevuto una telefonata che gli comunicava la sua morte, e adesso è andato a incontrare i parenti in occasione del funerale.
così daikichi si ritrova davanti una piccola bambina con un vestitino nero e l'aria triste. e scopre presto che quella bambina è la figlia del nonno e di un'amante di cui non si conosce l'identità.
adesso che il nonno non c'è più la piccola, rin, è solo un peso e uno scandalo di cui nessuno vuole occuparsi. e daikichi, schifato (e ne ha ben ragione!) dall'atteggiamento dei parenti, decide di diventare il suo tutore per non farla finire in un orfanotrofio.
tutto è bene quel che finisce bene.

no, in realtà questo è solo l'inizio, l'incipit della storia della nuova famiglia di rin, della nuova vita di daikichi, della loro nuova esistenza insieme.
daikichi è uno scapolone sulla trentina, non è esattamente il tipo fascinoso e pieno di donne che fanno la fila per lui e non ha mai avuto a che fare con i bambini. vive solo, concentrandosi sul suo lavoro, senza preoccuparsi di nulla che vada oltre domani.
adesso è diventato responsabile di una bambina di sei anni, e scoprirà che non è affatto facile come pensava: comprare i vestiti, portarla in asilo, regolare i suoi ritmi sulla base di quelli di una bimba, ma sopratutto riuscire a farla sorridere di nuovo.
rin ha perso il nonno - che poi era suo padre - non ha mai conosciuto sua madre, è stata rifiutata da quasi tutta la sua famiglia e si è sentita dare dell'illegittima. non è esattamente una situazione confortante per una bambina.
daikichi poco alla volta impara tutto quello che serve per farla sentire a suo agio, e rin si scioglierà pian piano, facendo sparire il musetto imbronciato e facendo emergere la bimba solare ed energica che è in realtà.

altri personaggi si inseriscono presto nella storia, come koki, un compagno di classe di rin, e sua mamma, che sembrerebbe avere un certo fascino su daikichi (ah già, grazie spoileroni, pensavo che potessero finire insieme...) e sopratutto makoto, la vera madre di rin, una giovane mangaka che lavorava come donna delle pulizie a casa del nonno di daikichi.
makoto è uno dei personaggi più strani (e per me impossibili da decifrare) di tutta la storia. ha avuto rin sapendo che il padre non sarebbe vissuto tanto da vederla diventare adulta, la abbandonata e non si è mai fatta riconoscere come madre. tutt'ora non ha molta voglia di incontrare di nuovo rin ed è ossessionata dal lavoro. a volte il femminismo uccide (prima di sparare addosso su questa frase, sedetevi, pensate, calmatevi e vedrete che ho ragione).

questi primi tre volumi coprono quasi un anno, dall'incontro tra daikichi e rin, al primo anniversario della morte del nonno. la storia fino ad adesso è raccontata con leggerezza e precisione, senza scivoloni nel patetismo e nel sentimentalismo spiccio, mostrando le cose per quelle che sono e lasciando i sottintesi esattamente dove devono stare. l'atmosfera è dolce e spontanea, niente miele e niente assurdità.
l'ho detto, mi sta piacendo davvero moltissimo.

mercoledì 29 maggio 2013

ooku 6, 7 e 8

sappiate che quanto sto per dire farà incacchiare molti fan della serie. siete avvisati, se non vi va, skippate pure.
dunque. ho letto gli ultimi tre numeri di ooku (non proprio gli ultimi, credo sia già uscito il nono, ma non ho avuto ancora modo di recuperarlo) e.
e.

e mi sono annoiata quanto non si può dire. insomma, all'inizio era interessante, quantomeno perché era diverso dal solito. però adesso è un continuo ripiegarsi su se stesso, ripetere all'infinito le stesse cose, cambiando nomi e - poco - le facce dei personaggi.
continuano i resoconti delle varie dinastie di shogun.
chi si accoppia con chi.
chi fa ammazzare/torturare chi.
chi ama chi.
bla bla.

quello che manca a questa storia è una qualche linea di continuità. la presenza di un protagonista, insomma. seguiamo mille storie di mille personaggi, tutte simili e tutte squallidissime.
esistenze che vengono vissute perché devono essere vissute, e devono essere vissute in quel modo lì.
poi? ah beh sì, l'interessantissimo excursus storico e para-culturale su un ipotetico passato giapponese. del quale non me ne potrebbe fregare di meno.

la parte più intrigante della storia, la comparsa di questa misteriosa malattia, è stata bellamente accantonata.
sicuramente finirò di leggere la serie, più che altro perché ho ancora l'insana speranza che possa migliorare verso la fine, ma se continua così, è altrettanto sicuro che rivenderò tutto. che soldi e spazio scarseggiano e non rileggerei una roba così neanche se fossi davvero disperata.

martedì 28 maggio 2013

meme meme meme!

mesi senza vederne qualcuno carino e adesso, paff!, me li ritrovo tutti insieme! dico i meme.
e facciamo pure questo, che si è inventato yue lung.
quasi quasi prima o poi ne scrivo uno anche io...

ah, prima di iniziare.
questa è la roba che mi è arrivata da ischia. sulla quale prossimamente leggerete qualcosa. mi vengono i brividi solo a pensarci...


passiamo al giochillo!

1)Una domanda banale, ma fondamentale: Quando e come è nato il tuo Blog?
uh. vorrei poter dire che era una notte buia e tempestosa...
ma non ricordo se pioveva.
in ogni caso, il primo post è datato sabato 15 ottobre 2011. e non era neanche notte.
ho iniziato perché avevo già sperimentato una roba simile su splinder, ma poi avevo abbandonato tutto. non ricordo neanche più il perché. magari non era semplicemente il momento adatto...
però volevo assolutamente un posto dove scrivere di roba che mi piacesse leggere (e vedere) e quindi...

2)Come si è evoluto il tuo blog? L'hai aperto con un' idea precisa in testa (ad esempio: Parlerò solo di libri!), oppure è nato come blog generico e con il passare del tempo si è focalizzato su di un argomento in particolare?
beh sì, l'idea è sempre stata quella che è adesso, parlare di letture, poter scambiare idee con altra gente eccetera.
spesso ho divagato con fatti miei, sopratutto quando ho scoperto che siete dei fan di camilla!

3)Quando tempo dedichi al tuo blog? In che fascia oraria?
molto tempo.
essendo (in)felicemente disoccupata ed avendo perso ogni speranza nel cercare un lavoro, su questo blog ci butto dentro tutto il mio tempo e il mio impegno. insomma, l'ho preso come un lavoro. che non porterà a niente se non alla soddisfazione personale, però è quanto di meglio sono riuscita a tirare fuori da un lavoro fino ad adesso.
scrivo in qualsiasi momento, ma solitamente preferisco pubblicare i post di mattina, quindi spesso li programmo con ora e data.

4)Hai un' idea per un post: Come procedi?
le idee vengono a raffica. mentre leggo, quando ripenso a quello che ho letto, ma sopratutto sotto la doccia.
poi semplicemente mi metto qui davanti e scrivo di getto tutto quello che ho in testa.
dopodiché passo alla fase in cui tocca rendere comprensibile tutto quanto, aggiungendo le informazioni che magari mi sono persa intenta a sputar sentenze ed eliminando quello che non serve.

5)La croce e delizia di ogni Blogger: i Troll. Mai avuti?
mi pare di ricordare solo una volta. perché ho osato parlare male di silver spoon. e pandora hearts.
o forse anche altre volte, ma solitamente, esclusa la rabbia iniziale, non tanto per le offese, quanto per il fatto che la gente perde tempo in cazzate come offendere gli altri invece di fare qualcosa di più costruttivo tipo esprimere il proprio parere, cancello tutto e faccio finta che non sia mai esistito il troll in questione.
non mi piacciono, non mi diverto, li trovo stupidi e odio la stupidità, in tutte le sue manifestazioni.
devo a qualcuno di questi se i link dei miei blog sono stati bloccati su facebook. e alla totale mancanza di serietà dei gestori di fb per non aver mai letto le segnalazioni di "non è spam" che ho mandato io e molti dei miei lettori.
siete degli idioti, ragazzi (mi rivolgo a chi ha giudicato questo blog come "contenente spam e contenuti offensivi", ovvio). proprio degli idioti. eh sì, vi sto offendendo.

6)Una cosa che adori del tuo blog.
oh beh, adoro il mio blog.
mi piace l'idea di essere riuscita a creare e mantenere questo spazio per un tempo che al momento batte tutti i miei record, considerando che non sono mai stata capace di tenermi un progetto e farlo sviluppare così a lungo. ve lo dice una che in un paio di mesi ha iniziato tre volte la tesi, cambiando ogni volta relatore e argomento.
mi piace il fatto che si è creato un bel legame con i lettori che vengono spesso a scrivermi commenti, con cui mi capita di parlare anche fuori da questo spazio e che considero ormai tra le mie amicizie, in barba alla lontananza eccetera.
mi piace che quello che scrivo, e come lo scrivo, viene apprezzato.
mi piace l'aspetto che ha questo blog, che è cambiato davvero di poco rispetto a quando è nato e da allora ho sempre cercato di perfezionare poco alla volta, senza stravolgerne l'essenza.
insomma, sono innamorata di tutto questo. credete che sia grave?

7)Un po' di autocritica: una cosa migliorabile del tuo blog.
non ho fatto il post sul towel day. sono una cacca.
e poi oh beh, non ne ho idea. mi piacerebbe parlare di più cose, ma considerando di cosa si occupa il blog, dovrei avere la possibilità di comprare e leggere molta più roba. e ve l'ho detto, niente lavoro, niente soldini, niente soldini, niente roba in più.
però se avete suggerimenti, io accetto (sono sincera, non sconvolgetemi perché non è che prenda benissimo le critiche, ho un carattere caccoso, lo sapete)

8)Come giudichi i tuoi scritti?
se li giudicassi male non li pubblicherei.
non sono perfetti e sono molto personali, pieni spesso di parolacce (pardon) e forse un po' troppo poco "pensati".
ma è il mio modo di scrivere e a me personalmente piace.
quando qualcuno mi ha detto "adoro il tuo stile", beh, sono stata felice come se avessi fatto terno al lotto.

9)Raccontaci un aneddoto buffo sul tuo blog.
ecco. niente. nessuno arriva qui cercando roba porno.

10)Oltre a questo blog ti piacerebbe crearne uno su.....?
ah, vorrei essere capace di tenere uno di quei blog che parlano di make up, ma né il mio portafogli né la mia faccia sono adatti. non compro abbastanza roba di cui parlare e non sono tipo da foto della serie "guardate che bel trucco che ho fatto oggi" con tanto di occhioni da cerbiatta e sorriso da telecamere, quindi penso che anche se sto diventando abbastanza brava con pennelli, ombretti e tutto il resto, non sarò mai la prossima clio. però se trovo qualche modella...

lunedì 27 maggio 2013

anteprima - sorairo flutter

bene, per fortuna ci sono editori gentili e carini che hanno miglior memoria dei lettori e sopratutto che riescono a trovare la risposta alle loro domande prima ancora che le pongano.
insomma, a farla breve, il buon nino giordano mi ha passato su facebook questo link, che adesso giro a voi. è il primo capitolo di sorairo flutter, il manga di okura che uscirà a luglio (tre volumi nel classico formato manga) e che promette davvero bene, sia dalla lettura che da quello che ho trovato in giro in rete.
e poi nino ha perfettamente capito i miei gusti, quindi se lui dice che mi piacerà, io ci scommetto tutto quanto che ha ragione.

questo primo capitolo presenta un po' i protagonisti e ci da qualche idea sull'atmosfera della storia.
dai noshiro si è appena trasferito in una nuova scuola e nonostante all'inizio i suoi compagni non siano troppo entusiasti di un nuovo ragazzo con la faccia un po' da sfigato, riesce subito a fare amicizia e ad integrarsi.
dai noshiro è un ragazzo ingenuo e dolce, cicciotto e muscoloso con un bel paio di occhialoni un po' geek. l'idea che sanada, uno dei ragazzi della classe, mangi da solo ignorato da tutti non gli va per nulla a genio, e - convinto che si tratti di uno dei soliti casi di bullismo - si avvicina subito a lui, con il suo atteggiamento solare e un po' infantile (e quell'aria da cucciolotto grosso ma buono che mi fa diventare scema ♥) per tentare di fare amicizia.
ma sanada non è affatto vittima di bulli! qualche tempo prima un loro compagno di classe aveva trovato nella sua borsa una rivista gay, e da allora tutti lo evitano impauriti dalle sue presunte preferenze sessuali.
con il massimo del candore, noshiro fa una bella lavata di capo agli altri ragazzi, ché non è mica giusto isolare qualcuno solo per degli stupidi pettegolezzi. e quando le reazioni nei confronti di sanada diventano esagerate, ci mette poco a rimboccarsi le maniche e mollare cazzotti come dio comanda.
insomma, un vero e proprio cavaliere. ce ne fossero di uomini come lui!

come reagirà il nostro caro, dolce, ingenuo, piccolo noshiro quando sanada gli dirà che i pettegolezzi su di lui non sono affatto voci infondate, ma verità? per questo ci tocca aspettare ancora un po', e - personalmente - con una buona dose di impazienza.

già da questa anteprima si respira un'aria un po' da shoujo manga: i pensieri di noshiro, a fine volume, sono molto teneri e il modo in cui la vicenda viene raccontata, senza ansie, angosce, maltrattamenti e cupezze varie, danno esattamente quell'aria di luminosità e piacevolezza all'intero racconto.

dai commenti che ho trovato in giro, sorairo flutter è una storia d'amore adolescenziale e di crescita, di introspezione e della difficoltà di riconoscere e capire i propri sentimenti e la propria sessualità. una storia che sembra raccontata con delicatezza ma senza troppe melensaggini, in modo divertente e al contempo profondo.

quando arriva luglio?

i love new york

ahhh, ma il piacere di crogiolarsi una giornata intera nella più totale frivolezza con un bel romanzo, il sole, camillina che ninna, rimanere in pigiama, sfogliare elle, mangiare cioccolata...
avevo adocchiato questo i love new york al supermercato mentre stavo ancora a ischia, ma poi non l'avevo preso onde evitare casini con il peso della valigia. poi ho trovato l'estratto delle prime pagine e inevitabilmente ho dovuto comprarlo per divorarlo fino alla fine.

la trama è divertentissima, ma *non riesco a raccontarvela senza correre il rischio di spoilerarvi qualcosa... io cerco di evitare il più possibile ma fate attenzione e buona lettura!*

angela è la damigella d'onore al matrimonio della sua migliore amica louise. chissà quando toccherà a lei... è fidanzata con mark, stanno insieme da dieci anni... e lui sta proprio scopandosi un'altra nel sedile della loro automobile! al matrimonio dei loro amici! e non si tratta neanche di una sveltina, ma di una storia segreta che va avanti da mesi, anche se a ben pensarci tanto segreta non è visto che tutti sanno tutto tranne la diretta interessata.
sputtanato l'ex fidanzato, rovinato il matrimonio dell'ex migliore amica, rotto le dita del marito dell'ex migliore amica con un colpo di scarpa e resasi conto che la sua vita è stata distrutta da ogni punto di vista, angela decide di prendere un aereo e andare via da londra, volare fino a new york, sfanculare tutto e tutti, dimenticarli e magari diventare una nuova persona.
brava angela! così si fa! e già che c'eri potevi anche spaccargli la testa a quel bastardo...

a new york approda in un hotel lussuosissimo, dove in men che non si dica fa amicizia con jenny lopez, receptionist che va a benzina e caffè e che la salva dal baratro della depressione con chili di cibo e tanti buoni propositi sul dimenticare quella merda di ex e uscire con un sacco di bei ragazzi, divertirsi e fare shopping. travolta dal ciclone jenny ci vuole davvero poco a ripartire in quarta: un salto alla spa dell'albergo, un bel taglio di capelli, qualche lezione di make-up, molto shopping (giustificato anche dal fatto che angela è partita praticamente senza valigia), et voilà!

senza contare che a quanto pare new york è la città dei ragazzi belli e rimorchioni, e in men che non si dica angela si ritrova con le mani in pasta con tyler, banchiere giacca e cravatta dai modi raffinati e l'addominale scolpito e alex, cantante rock, molto easy e travolgente. mica male per una che è stata con una sola persona, per dieci anni, e non ha mai avuto altri uomini tra le mani. come gestirà adesso la situazione con due uomini così affascinanti e così diversi tra loro?
per fortuna finisce proprio come speravo, ma non ve lo dico, c'è un limite agli spoiler!
ma l'amore non è tutto, angela fino ad adesso ha lavorato come scrittrice free lance di libri per bambini, ma vorrebbe tanto scrivere qualcosa di suo, qualsiasi cosa, purché faccia stare bene i lettori, magari più che seienni. e anche qui la cara jenny ci mette lo zampino, presentandola a niente di meno che la direttrice del sito internet di una nota rivista che le propone un lavoro da blogger: angela scriverà la sua esperienza newyorkese, e sarà un vero successone! ma è davvero un lavoro quello? (credimi cara che se capitasse a me comincerei quasi a pensare al matrimonio, altro che... e poi, cavolo che invidia! ma sono considerazioni personali, eh...)
*fine del pericolo spoiler! kinselliane leggete da qui in poi!*

i love new york è un romanzo godibilissimo e leggero, divertente e anche se abbastanza prevedibile nel suo genere, molto coinvolgente. me lo sono sciroppata in mezza giornata!
lo stile è semplice ma efficace, non ci sono tempi morti né accelerazioni troppo brusche, la trama si lascia seguire perfettamente e il tono usato dall'autrice mette subito il lettore (più che altro la lettrice!) a proprio agio. insomma, a mio avviso, se vi sono piaciuti i libri di sophie kinsella, credo proprio che i love new york sarà un'ottima lettura. oltretutto ho trovato questa bella foto che vedete qui sotto, dell'edizione inglese, e - oltre ad aver provato l'indecente desiderio di leggere tutti i romanzi in italiano prima possibile - mi ha ricordato molto le edizioni originali i libri della cara sophie. sarà lo stesso editore? troppo pigra per andare a cercare altre informazioni, ma direi proprio di sì.
a parte il genere e certe atmosfere non ci sono troppi punti in comune con la kinsella, che in ogni caso rimane senza dubbio di un altro livello. angela è simpatica ma non è becky, però i due uomini mi sono piaciuti molto più di luke... dal punto di vista dello shopping, beh, la kinsella è una guru mentre lindsey kelk ha ancora molto da imparare, ma almeno non si prende la briga di ammorbarci con infinite e inutili liste di nomi di stilisti famosi. in fin dei conti direi che è un ottimo palliativo per l'attesa del nuovo romanzo della kinsella, anzi, una bella lettura leggera e amen.
se lo leggerete/l'avete letto/lo state leggendo fatemi sapere cosa ve ne pare!

il meme di mezzanotte!

ho trovato questo questionario su liber arcanus, a sua volta beccato mentre stalkeravo la leggivendola .
e siccome il sonno tarda ad arrivare e i meme mi piacciono, sopratutto quelli dove posso mettere in mostra il mio ego più del solito, vi lascio alle risposte di cui non vi interessa di meno, magari vi viene sonno oppure questo post verrà beatamente ignorato da tutti.

che lettore sei?
eh clacca? rispondi! (queste risposte sono molto poco serie)

1. Quanti libri ci sono in casa tua?
meh.
secondo anobii i miei sono più di un migliaio. poi ci sono quelli di mamma. e poi ci sono i fumetti. direi sui tremila se ci vogliamo mettere dentro tutto. e siccome fa fygo, mettiamoci dentro tutto. ho un casino di libri. oh yeah.

2. Quanti letti?
sempre secondo anobii circa duemila. ma ci sono anche quelli prestati, quelli venduti, quelli scambiati...

3. Quanti ancora da leggere?
anobii dice la bellezza di 249. davvero? ci saranno anche un bel po' di fumetti disney e roba che magari mi sono scordata a segnare... comunque sono un casino. devo smetterla di comprare roba per un po'. ma è davvero difficile.

4. Quanti libri hai “mezzo letto”?
anobii (come potevo vivere prima che esistesse?) dice una decina. ma io credo molti di più, perché quelli abbandonati sono stati anche scambiati e quindi rimossi dalla libreria.

5. Da quali libri non potresti mai separarti? E perché?
state scherzando? da tutti! perché sono una fottuta materialista, ecco perché!

6. Cosa ne pensi degli appunti a margine? E delle dediche scritte a inizio libro da amici/parenti?
non ho la compulsione del libro-che-deve-sembrare-nuovo, quindi mi vanno benissimo. anzi, direi che li trovo proprio carini. come le sottolineature. e le orecchie. e le macchie di caffè (immagino orde di bibliomaniaci soffocare)

7. Fai le orecchie ai libri?
sì, anche perché mi scordo sempre i segnalibri. oppure perché voglio segnarmi una pagina in particolare...

8. Compri libri usati?
ogni volta che posso, se il prezzo è conveniente. come dicevo, poco me ne frega se il volume non è intonso, purché non sia ridotto una schifezza...



9. Secondo te c’è un numero limite di libri superato il quale ospitarli in casa diverrebbe insostenibile?
ahahahahah.
tu non sei la mia vera mamma.

10. Hai delle abitudini nei confronti dei libri? (annusarli, sfogliarli spesso, mangiare durante la lettura…)
leggere in bagno vale? in ogni caso, credo di no. sono una persona abbastanza sana di mente. leggo dappertutto e in qualsiasi situazione se e quando mi va e non ho mai fatto caso a che faccio nel frattempo.

11. Ci sono libri che ti sono piaciuti tanto ma di cui non ricordi più nulla o quasi della trama?
direi che è un modo gentile di darmi della rincoglionita. comunque sì. di che stavamo parlando?

12. Quanti libri hai comprato con la speranza di leggerli, ma non li hai mai letti e forse non li leggerai? E di che genere sono?
oh beh, un casino. roba varia che boh, forse, un giorno...

13. Ci sono invece libri che hai comprato pur sapendo di non volerli leggere? E perché?
no, dai, sono scema ma non così tanto.
ah sì. uno che comprai per una tesi che poi non ho neanche scritto (ho cambiato relatore e argomento. per tre volte. sapevatelo)

14. Come disponi i libri nella tua libreria?
prima avevano un ordine.
adesso è più in stile tetris.
e tra parentesi non ho una libreria. ne ho quattro in camera. una in corridoio. e poi ho libri sparsi nella libreria in comune con mamma e altri disseminati in salotto.

15. Se avessi a disposizione molto spazio invece, come li riporresti sugli scaffali?
"per cromie".
cervello che esplode.
no, li metterei semplicemente in ordine per autore e vagamente per genere. ma durerebbe poco.

16. Quali generi prediligi nella lettura?
ah lol, mi beccate in un periodo in un cui la mia serietà (ah sì?) è andata a farsi un giro e mi sto ammazzando di chick-lit come se non ci fosse un domani.
però in generale mi piacciono i romanzi.
un po' meno i saggi.
molto meno i manuali.
odio la roba horror splatter ansiogena.

17. C’è un motivo per cui tieni ai tuoi libri al punto tale da pensare che siano oggetti preziosi da cui non potresti separarti e che li citerai sicuramente nel tuo testamento?
beh... sono i miei libri. che altro volete da me?

domenica 26 maggio 2013

love button 8

credo che questo blog dovrebbe cambiare il nome in il club delle fan deliranti di maki usami.

mentre aspetto, credo ormai fino a quest'estate, di riuscire a trovare springtime bus 4, mi sono letta e gustata l'ottavo volumetto di love button! fangirleggiamento alle stelle in questo numero!


*attenzione ai possibili (?) spoiler!* allora, parliamoci chiaro: koga è cotto, benché il suo orgoglio di maschio (ridete pure) gli impedisce di esprimerlo nel migliore dei modi, basta poco e la gelosia se lo mangia vivo.
fortuna che è un vero gentiluomo e non si mette a fare il frignone perché altrimenti mi sarebbe caduto dal cuore.
e anche nina si sta finalmente dando una smossa! dopo che koga l'ha beccata ubriaca a piangere sulla spalla di hayami e dopo che hanno litigato, riesce a dire alla gita scolastica - e davanti a tutti! - che vuole stare con lui. dico, ci vuole coraggio, sopratutto per una timidona come lei!
qualcuno però dovrebbe spiegare a koga che le parole voglio stare per sempre con te è meglio accompagnarle con un solitario piuttosto che una stretta di mignolo in stile terza elementare, ma il livello di pucciosità raggiunto è tanto alto che a questi adolescenti dal cuore burroso ormai gli si perdona tutto. ma proprio tutto. anche il diabete imminente.

hayami nel frattempo è come un pollo allo spiedo che gira lentamente sul fuoco e lascia colare grasso saporito e frigolante: totalmente scemo per nina e anche abbastanza incacchiato con se stesso per essersi fatto fregare da quel bel faccino che poi è la donna (cough) del suo amico. ciò però non toglie che rifiuta chiunque e che nel locale dove lavora molte ragazze si sono licenziate dopo aver ricevuto il due di picche da lui. e la morettina carina e tanto bene appena arrivata? che sorprese riserverà ad hayami?
per questo aspettiamo i prossimi numeri, ma intanto la sorpresa l'ha fatta a nina, visto che lei - tamaki - deve incontrare koga per un incontro prematrimoniale! bellissima notizia, sopratutto dopo che hanno festeggiato insieme il loro primo anniversario e stavano per darsi alle sconcerie (ma sempre in modo puccioso che io manco l'aveva capito che stava succedendo!) tra fuochi d'artificio e torta alla fragola.
e koga? ve l'ho detto, è un gentiluomo, figuratevi se non sa tirarsi fuori da certe situazioni... (in realtà non è proprio merito suo, però io gli credo sulla fiducia).
in ogni caso, tamaki, anche se fa tanto la carina con nina, non me la racconta giusta. sopratutto la fine del volumetto lascia un po' di palpitazione...

molto carini anche i capitoletti extra. insomma, bellissimo numero, ma di love button non ce n'è mai abbastanza, infatti vi faccio un regalino, nella speranza che flashbook non ci faccia aspettare troppo: ecco la cover del numero nove! 

sabato 25 maggio 2013

pomodori verdi fritti al caffè di whistle stop

è vero che da un po' di tempo non vi parlo di fumetti (dai, la prossima settimana si ricomincia!), però spero che i libri che vi sto proponendo per ora possano interessarvi.
sopratutto quello di oggi, che è un po' un classico ma io non l'avevo mai letto prima.
ma non è mai troppo tardi per niente, l'ultima volta che ho sentito dire questa frase è stata da una signora americana che aveva iniziato a viaggiare a 87 anni e adesso doveva iniziare il suo giro in macchina per tutti gli stati uniti. la cosa mi ha colpita quanto basta per non farmi sentire vecchia.
non divaghiamo, anche se il libro di cui voglio parlarvi è tutto un'enorme divagazione in un certo senso...

pomodori verdi fritti al caffè di whistle stop è il primo romanzo di fannie flagg che leggo e - poco ma sicuro - non sarà l'ultimo. mi sono affezionata un sacco ai personaggi e adesso che l'ho finito mi spiace davvero. e poi ho adorato il modo di scrivere di questa autrice, leggero, ironico e per nulla superficiale.

in questo libro c'è di tutto, la storia di una piccola cittadina americana tra salti nel passato e nel presente, tra gli anni trenta/quaranta e la seconda metà degli ottanta, tra ricordi e ritagli di giornale. e sopratutto c'è la capacità di regalare emozioni difficili da gestire. non è affatto facile parlare di un romanzo del genere. non è detto che io ci riesca, siete avvisati.

la vecchia ninny threadgoode è ormai ospite di una casa di riposo, la stessa dove vive l'antipatica suocera di evelyn couch. evelyn e ninny, nonostante la differenza di età, intrecciano facilmente una forte amicizia, fatta di racconti e di dolcetti mangiati alla faccia delle diete e di quello che dicono i dottori. la signora threadgoode è una vera e propria miniera di racconti ed è capace di far rivivere nelle sue parole la vecchia whistle stop degli anni trenta - quando ruth e idgie gestivano il caffè, l'unico della città, sfamando bianchi e neri e vagabondi senza distinzioni - ridando splendore a un mondo ormai andato eppure ancora vero e vibrante, una sorta di età d'oro, sincera e sanguigna, regolata da valori ormai dimenticati e da una buona dose di follia.

la storia della famiglia threadgoode, di idgie e del suo amore per ruth, la storia degli abitanti della città, tra innamoramenti e incidenti, riscuote ogni volta, a ogni racconto, evelyn dall'apatia e dalla depressione che piano piano la stanno portando alla follia. perennemente afflitta dai sensi di colpa verso tutto il mondo, evelyn è la classica donna per bene, quella che non ha mai fatto nulla di sbagliato o eccessivo per non dare agli altri la possibilità di giudicarla male. adesso che sta cominciando a provare uno smisurato e violento odio per il mondo tutto, solo le chiacchiere con ninny riescono a farle perdere la voglia di uccidere chiunque, persino se stessa.

a parte i racconti della vecchia signora threadgoode, che sono bellissimi, pomodori verdi fritti pone l'attenzione con molta nonchalance su argomenti per nulla facili: il razzismo in primis, ma anche la condizione delle donne o dei malati, in modo così leggero e delicato da farsi venire il dubbio che in realtà tutti i discorsi che vengono fatti urlando e strepitando ogni volta che si tocca l'argomento, non siano in realtà frutto di una scarsa chiarezza personale in merito...

da quell'iniziale proprio non ricordo come sono diventata così vecchia, la vita di evelyn prende una svolta, e in qualche modo lo facciamo anche noi lettori che abbiamo il privilegio di sentire i racconti della cara ninny, di farci un giro a whistle stop e di goderci le gesta di billy ferrovia e le bugie di idgie, di leggere i bollettini settimanali di dot weems e di venire a conoscenza dei più terribili e inimmaginabili segreti ti una piccola cittadina dell'alabama, ma sopratutto di goderci l'atmosfera del caffè, di quel posto un po' magico e un po' squallido capace però di unire tutti, il vero cuore pulsante di whistle stop.

non so dirvi più di questo, sappiate che però che l'effetto nostalgia, per quanto possa essere difficile provare nostalgia per un'età che non si è vissuta, è davvero forte. tenetevi in mano un fazzoletto quando arrivate alla fine, perché separarsi da questi personaggi è difficilissimo.

giovedì 23 maggio 2013

sono arrivati i libri che avevo ordinato, ovvero: camilla ha uno scatolino nuovo!

tratto da una storia vera.

l'arrivo della nuova scatola! cosa contiene? chissene! aprila mammina, che devo entrarci io!

le misurazioni e l'annusamento. non si sa mai...

dopo qualche giro e trattenendo un po' il fiato... voilà!

contorsionismi

io, sua maestà camilla,
prendo possesso dello scatolino di mamma e ne faccio la mia cuccia nuova!
e ora fatemi fare una bella ninna!

e beh sì, ci sono anche questi...

mercoledì 22 maggio 2013

topolino 3000

quando uscì il numero 2000 me lo ricordo ancora, andavo alle elementari e topolino era l'appuntamento settimanale fisso, me lo portava mamma all'uscita da scuola e il mercoledì era una festa.
e quel mercoledì lo fu ancora di più, c'era un bell'allegato con quel numero 2000, un fumettone enorme che conservo ancora oggi, e sopratutto la sorpresa di non sapere cosa aspettarsi da quel numero da collezione, cosa che invece in questi giorni che hanno anticipato l'uscita del numero 3000 è andata a farsi benedire tra facebook, twitter, social, siti, blog e forum. amen.

topolino è stato il mio primo fumetto, ma più in generale la mia prima lettura. anzi, posso dire che c'ho proprio imparato a leggere sopra. mi ha fatto compagnia dall'asilo fino al ginnasio, poi pian piano ho cominciato ad allontanarmi perché non riuscivo ad adattarmi ai cambiamenti della rivista, alle storie che erano più vicine ai bambini di oggi che a quella che ero io un tempo.
si cambia in modo incredibilmente veloce, e vedere paperino smanettare con un cellulare invece che essere catturato da uno degli strani marchingegni di archimede ed essere trascinato in uno strano viaggio con zio paperone... beh, non mi andava troppo a genio.

oggi sono riuscita a beccare in edicola un altro numero da collezione, il 3000. quasi vent'anni dopo il 2000. mica male.
è un bel numero cicciotto, pieno zeppo di storie che mi hanno fatto fare un bel salto indietro nel tempo...


non manca niente delle classiche storie di topolino, quelle di cui avevo tanta nostalgia: dai viaggi dello zio paperone con i suoi improponibili mezzi di trasporto, alla soffitta piena di sorprese di pippo, i tentativi di amelia di impadronirsi di decini portafortuna, le torte di nonna papera, le avventure di indiana pipps, le stramberie futuristiche di eta beta, i tentativi di furto dei bassotti, paperinik e persino paperino paperotto!
insomma, un bellissimo viaggio nel passato, alle storie che hanno fatto crescere mezza italia con i loro personaggi indimenticabili, alle storie che hanno fatto crescere me e mi hanno regalato un amore immenso per la lettura.
il tutto condito da schede che ritraggono personaggi più o meno famosi - ed è una grande soddisfazione conoscerli quasi tutti! - e dalle pagine piene di illustrazioni di disegnatori famosi realizzate per festeggiare il traguardo del 3000° numero della rivista.

evento editoriale di grandissima importanza, per me è stato più che altro un viaggio nel tempo, un libretto di nostalgia e di spensieratezza . bellissimo!

lunedì 20 maggio 2013

il ragazzo del destino

circa un anno fa ricevetti la mail di una ragazza che mi chiedeva se volevo leggere e recensire il suo libro, partecipando a una catena di lettura che aveva organizzato tra blogger.
accettai nonostante il genere (una sorta di urban fantasy) non mi fosse proprio congeniale, in parte perché ho tantissima stima e simpatia per chi riesce a realizzare il sogno di scrivere e pubblicare il suo romanzo, in parte perché si sa mai che non mi stia perdendo qualcosa di interessante.
quella ragazza si chiama maria elena gattuso e il libro, che mi è arrivato dopo un lungo giro - a giudicare dalle firme delle precedenti lettrici che contiene - è il ragazzo del destino.

non è stata una lettura facile per me, lo ammetto, e non mi è facile scrivere questa recensione. mi conoscete e sapete che sono drammaticamente irruenta e istintiva a trarre giudizi, però ho preso troppo in simpatia maria elena e non voglio scivolare nei due peggiori atteggiamenti che si potrebbero avere quando qualcuno chiede un parere: niente cattiveria e niente adulazione. la prima svilisce, deprime, fa venire voglia di gettare la spugna, nasconde i pregi per puntare i riflettori sui difetti e porta dritti alla sbagliatissima strada della rinuncia; la seconda, peggio ancora, cela tutto quello che c'è di sbagliato rendendo impossibile qualsiasi miglioramento.

quindi passo per la terza via, quella della critica, razionale e sensata. è sicuramente la strada più lunga e difficile, ma penso che sia la più onesta e utile. quindi vado passo per passo a parlare nel modo più esauriente possibile di questo libro, che ha tanti pregi quanti difetti.
e credo di essere una delle voci fuori dal coro dicendo che questo romanzo mi ha lasciata un po' insoddisfatta dal punto di vista personale, avendo letto un sacco di recensioni positivissime ed entusiaste, scritte plausibilmente da blogger e lettrici un po' più giovani di me.

cominciamo con la trama: il leitmotiv della vicenda è il rapporto di rebecca, sedicenne liceale, con il destino, quello con la d maiuscola. la ragazza non vuole proprio saperne dell'idea che la sua vita è controllata da una forza superiore ed estranea ed è convinta che sia possibile decidere tutto e plasmare l'avvenire con le proprie mani e le proprie azioni. detesta gli oroscopi e prende in giro la sua migliore amica, francesca, che invece vi si affida quasi completamente.
un giorno rebecca rischia un incidente che potrebbe costarle la vita: mentre sta per attraversare la strada la sua attenzione viene rapita da un ragazzo che dall'autobus le manda baci con le mani, si ferma per un attimo e proprio in quel momento un motorino le passa a un millimetro dalla punta del naso a tutta velocità. senza il ragazzo dell'autobus sarebbe certamente finita sotto.
da quel momento rebecca scopre che non solo il destino esiste, ma che anche può possedere le persone a suo piacimento, e decide di farlo per lanciarle una sfida (diciamo che il destino è abbastanza irritato per il fatto che la ragazza lo sottovaluta di molto): le propone una settimana in cui le renderà la vita quasi impossibile, se rebecca riesce a resistere, lui la lascerà libera di vivere come vuole, nel caso in cui dovesse arrendersi prima, il destino continuerà a gestire la sua esistenza. e se tutto questo non bastasse, il destino le comunica pure che nel futuro non solo lei non sarà al fianco di dario, il ragazzo di cui è segretamente cotta, ma anzi si innamorerà di raffaele (nel quale il destino si incarna piuttosto spesso), personaggio che all'inizio è per rebecca un estraneo ma con il passare del tempo e delle vicende diventerà un mistero e per il quale nutrirà quasi odio.
come può il destino essere così sicuro che lei compirà scelte che la porteranno a un futuro che le sembra a dir poco assurdo? non svelo nulla in più della trama che è molto complessa, perché non voglio togliere a nessuno il gusto della sorpresa.
fino a questo mi è piaciuto molto: l'idea anche se non è il massimo dell'originalità (lo scontro dell'uomo e dell'entità superiore con tanto di scommessa) in ogni caso è carina e interessante.
il problema è che un po' ci si perde nella narrazione dei fatti, in situazioni a volte un po' esagerate e forzate.
per quello che riguarda la trama il mio voto è 3/5.

passiamo al tasto dolente. i personaggi e la loro - quasi inesistente - psicologia.
ci sono in effetti due grandi gruppi, divisi senza molta originalità: maschi e femmine.
l'atteggiamento di rebecca nei confronti degli appartenenti ai due gruppi è talmente diverso da far dubitare di un caso di schizofrenia.
i ragazzi che compaiono nella storia, persino i bulletti cattivi, (che io non so secondo quale logica nessuno abbia loro rotto le gambe, mi sa che dalle mie parti funziona in modo diverso) hanno tutti in qualche modo una grande dose di fascino agli occhi della protagonista. sono maleducati, cafoni, stronzi, addirittura maneschi se non proprio violenti, irrispettosi e stupidi. delle vere e proprie cacche, gente che a incontrarla manco vale la pena rivolgerle il saluto. eppure rebecca non fa che gravitare attorno a tutti questi centri di gravità non troppo permanente, continuando a cambiare idea sulle cose e sulla gente (perdona franco, ma mai canzone fu più appropriata). uno le molla un ceffone, lei invece di tirargli una ginocchiata sulle palle rimane stordita e imbambolata e dopo qualche frase dell'ominide di turno - da perfetto cafone - giunge alla conclusione che sotto tutta quella cacca deve esserci un cuore d'oro, sorride e pensa che bravo ragazzo. e peggio ancora, vive delle parole di tutti questi neanchepernienteuomini, cedendo a qualsiasi minaccia, di cui per altro sono parecchio prodighi.
mi sembra abbastanza incoerente una ragazzina che sfida il destino in persona e poi vive sottomettendosi ogni volta a qualsiasi adolescente dotato - si suppone - di pene. questa cosa mi ha irritata e infastidita oltre misura, considerando sopratutto che è un libro per adolescenti e che il messaggio che trasmette è che se sei maschio e meni una ragazza non sei uno stronzo pezzo di merda, ma uno figo.
davvero, questa cosa è insopportabile e mi fa venire difficile consigliare la lettura del romanzo. mi ha davvero urtata.
per quello che riguarda le donne, rebecca le distingue in tre "gruppi": francesca, la migliore amica, alla quale concede meno affetto che alla sua gatta nonostante la definisca la persona più importante della sua esistenza (ovviamente dopo dario), la madre, la cui identità si risolve nella definizione di madre stronza e incostante e poco interessata alla figlia, e in tutti gli altri personaggi femminili, che si possono tranquillamente considerare ochette/stronze/cactus sullo sfondo.
il mio voto per la costruzione e gestione dei personaggi è 1/5.

per quello che riguarda lo stile, è molto semplice e non ancora definito. maria elena è un'autrice giovanissima alla primissima esperienza, e questo si vede anche nel modo in cui scrive. ci sono degli errori lessicali che mi hanno un po' lasciata basita e in generale il vocabolario è molto semplice, ma credo proprio sia dovuto alla giovanissima età e al fatto che si tratti per lei dell'esordio.
le carte in tavola per continuare su questa strada e andare sempre migliorando ci sono, c'è la capacità di creare e raccontare le storie, di intrecciare una trama complessa e articolata e di gestire un buon numero di personaggi, cosa non da poco. c'è per contro la presenza, o meglio, la totale assenza di un editor che abbia saputo tirare fuori il meglio dal talento dell'autrice, aiutandola nei passaggi più difficoltosi.
mi auguro che per il suo prossimo libro si rivolga a qualcuno più competente ed esperto, così da riuscire a tirare fuori tutto quello che è rimasto sepolto in questa prima prova.
editore a parte, per il quale non continuo a esprimermi perché altrimenti cadrei molto in basso, il voto per lo stile è di 2/5.

ringrazio tantissimo maria elena per avermi dato modo di leggere il suo libro, le faccio i complimenti e le do soltanto due consigli: leggi tanto e scrivi tanto! non fermarti a questo libro, aspetto il prossimo!

domenica 19 maggio 2013

mushishi

i mushi sono esseri indefiniti e indefinibili, creature non animali né vegetali, esseri legati strettamente alla natura e alla vita eppure appartenenti a un'altra dimensione. creature che raramente interagiscono con gli esseri umani ma che possono anche portare problemi molto seri agli uomini.
tra chi è in grado di vedere i mushi ci sono persone che hanno imparato a curare i mali causati da queste strane creature, i mushishi, e tra i mushishi c'è ginko, uno strano individuo dai capelli bianchi e privo di un occhio che - in seguito a un incidente con i mushi quando era bambino - ha perso la memoria della sua infanzia e che da sempre viaggia da un villaggio all'altro approfondendo la sua conoscenza dei mushi, curando chi si ammala per colpa loro, senza mai potersi fermare, a causa della sua strana capacità di attirare a sé i mushi.



la trama di mushishi si frammenta nei vari capitoli, ognuno in qualche modo indipendente dal resto e collegato dalla presenza dei mushi e di ginko e solo raramente di altri personaggi che ritornano nella vicenda.
ma personalmente ho visto come vera protagonista della storia la natura misteriosa ancora regina, le montagne, gli alberi, i fiumi, la terra stessa, i laghi e il cielo.
riempiono tutto e regolano ogni cosa, la vita degli uomini, degli animali e dei mushi.
i disegni della urushibara, se non sono proprio fantastici quando ritrae gli esseri umani, si fanno incredibili e stupendi quando si mette a tratteggiare i paesaggi vergini e selvaggi in cui le vicende sono ambientate.
gli acquerelli poi sono qualcosa che colpisce proprio dritti al cuore, direi il motivo principale per cui ho acquistato il manga.
unico difetto, che volendo potrebbe anche essere un pregio, è che non tiene affatto il lettore incollato alle pagine dal primo all'ultimo volumetto. la narrazione è lenta, calma, pacatissima. la tipica tranquillità di quelle ore infinite che i giapponesi impiegano nei film a versare il tè dentro una ciotolina mentre tu, stupido occidentale cafone, stai pensando che vorresti avere in mano una motosega e uccidere tutti.
con mushishi questa follia omicida non mi ha preso, ma ci ho messo mesi a finire la serie. bello ok, ma da leggere con il contagocce.



sabato 18 maggio 2013

bang bang - tutta colpa di un gatto rosso


la mia repulsione per gli e-book è ormai famosa da queste parti, quindi magari vi turberà un po' la notizia ma eccola qui: ho appena finito di leggere il mio primo e-book, con enorme fatica visto che mi è toccato farlo con il kindle per pc, e mi è piaciuto un sacco! lode e gloria a viviana giorgi (con la quale ho avuto modo di scambiare un paio di tweet e da quelle poche parole posso dire che mi sembra davvero una persona adorabile!) e al suo gatto rosso che mi ha affascinata dalla copertina.
bang bang - tutta colpa di un gatto rosso è un bel romance (adesso conosco pure le parole giuste!) di quelli che coinvolgono, divertono e fanno spuntare pure una lacrimuccia ogni tanto. non so se capita a tutte, ma a me questo genere di letture fa venire sempre voglia di correre ad abbracciare l'uomo, mi si risveglia il lato coccoloso e romantico e se non fosse per la distanza sarebbero cazzi suoi.

lasciando perdere le ciance inutili. il micione nella copertina si chiama red, è un grosso gatto libertino e, come tutti i gatti, un indisponente capriccioso ed ingrato. per colpa sua nora - la sua padrona, protagonista della storia e traduttrice, per l'appunto, di romance - deve fare spesso e volentieri i conti con i padroni delle gatte femmine del borgo, la strada dove lei abita insieme alle femmine folli e agli altri personaggi della storia, tra cui il nuovo arrivato, il dottor corsi, per gli amici nick.
tra parentesi, io non avevo idea di chi diamine fossero nick e nora, ma adesso ho un altro libro in wishlist.
dicevamo. il dottor corsi è il tipico uomo che con mezza occhiata ti stende e la vittima è ovviamente nora, che lo incontra per la prima volta di notte, con addosso un impermeabile impresentabile, delle ciabatte a forma di pippo e un aringa puzzolente che serve per recuperare red da una delle ennesime scorribande notturne da sciupafemmine.
nick, oltre ad essere bellissimo e sensualissimo e figo oltre ogni limite, ha anche una bambina stupenda di otto mesi e nessuna moglie nei paraggi... (se proprio dobbiamo trovargli un difetto a quest'uomo è che davvero, non si incazza per nulla, ma se si ingelosisce... mamma mia!)
ci vogliono un paio di millesimi di secondo per fare innamorare nora di lui ma per quanto i due non se la prendano comoda, la situazione tra loro sarà più frenetica di quanto non si possa immaginare.
a condire il tutto ci si mettono in mezzo le già citate femmine folli, amiche e vicine di casa di nora con il pallino dei film d'amore e dei romance (dai quali nora si diverte a trarre fuori qualche stralcio particolarmente piccante da dare in pasto alle amiche), il professor ghislandi, l'ex di nora che è davvero impossibile non detestare, qualche tata e le immancabili mamme dei due.
spoiler non ve ne faccio neanche sotto tortura, bang bang dovete leggerlo per forza!

per quanto non possa dirmi una grande conoscitrice del genere, da quel poco che ho letto posso dire una cosa e metterci la mano sul fuoco: se non si usa il giusto stile, anche la più carina delle storie diventa un polpettone drammatico, pesante e insopportabile.
per fortuna viviana giorgi di ironia e sarcasmo ne ha da vendere e sa dar vita a una nora irriverente, simpaticissima, dolce quando serve e pungente, sarcastica e divertente per tutto il resto del tempo.
una di quelle che mentre sorride imbarazzata sta pensando a un mantra di parolacce, per fare un esempio.
i suoi pensieri si intrecciano al racconto vero e proprio, rendendo sì il libro più coinvolgente e facendoci sentire una delle sue amiche, ma sopratutto alleggeriscono la storia e la rendono allegra e frizzante più di quanto già le mille coincidenze e fraintendimenti (e sopratutto gli ormoni pazzi dei protagonisti!) non facciano già.
applausi!

giovedì 16 maggio 2013

biscotti, dolcetti e una tazza di tè

da quando ho iniziato a leggere la kinsella ho praticamente scoperto un mondo completamente nuovo. l'ho forse detto altre mille volte, ma mi va di ripeterlo: il rosa non è affatto male come pensavo!
in questi giorni a ischia sono stata tentata da un sacco di libri che cicciavano fuori in scaffali dei supermercati, delle edicole e - ovvio - delle librerie, ma alla fine, per evitare che la valigia superasse di troppo il peso consentito (cosa che poi è successa comunque, infatti tutti i fumetti che ho acquistato sono rimasti là... confido che l'uomo riesca ad andare in posta presto!) ne ho presi solo un paio...

e quello che più mi ha stupita, perché in ogni caso continuo a essere veramente molto scettica quando mi lancio in qualcosa di completamente nuovo, è stato biscotti, dolcetti e una tazza di tè, delizioso, così c'è scritto in copertina, romanzo di esordio di vanessa greene.
e per una volta, per quanto detesti gli aggettivi acchiappalettori leziosamente appiccicati in copertina, ammetto che delizioso questo romanzo lo è davvero. capolavoro no, ma carino carino carino quello sì!
la trama, abbastanza semplice ma non scontata e molto ben gestita, sopratutto se si considera che è un romanzo di esordio, ruota attorno a tre donne, jenny, la più giovane delle tre, che sta cercando di realizzare il matrimonio dei suoi sogni con dan, alison, madre di due adolescenti con la passione per il ballo e l'handmade e maggie, proprietaria di un negozio di fiori, che si occupa di organizzare matrimoni ed altri eventi.
diverse tra loro e con tre vite completamente scollegate, si incontrano davanti alla stessa bancarella e si innamorano dello stesso servizio da tè. cosa fare se tutte e tre sono innamorate delle stesse tazze e a tutte e tre servono assolutamente per qualcosa di molto molto importante? la soluzione è una sola: comprare il servizio tutte insieme e utilizzarlo ognuna per il suo scopo: il matrimonio di jenny, quello della modella lucy per il quale sta lavorando maggie e poi trasformarle in candele decorative, hobby (e fonte di guadagno) di alison.
da questo presupposto inizia una bellissima amicizia tra le tre che stanno tutte quante per affrontare eventi che stravolgeranno, nel bene e nel male, le loro vite.

l'unica pecca che posso sottolineare in questo romanzo è proprio la mancanza di dettagli all'inizio della vicenda, proprio quando le tre decidono di comprare insieme il servizio. insomma, è tutto molto riassunto, più o meno come ho scritto io qui sopra. per il resto è stata davvero una piacevolissima lettura, i personaggi sono tutti molto ben resi e anche se gli stereotipi non mancano, tutta la storia risulta realistica e plausibile, senza sbrodolamenti inutili.
un romanzo rosa che più che sui patimenti amorosi si concentra sull'amicizia tra donne, e in generale sui momenti più difficili che una donna può trovarsi davanti anche nella più tranquilla delle esistenze: i dubbi prima del matrimonio, i rapporti difficili tra genitori e figli, i su e giù della vita di coppia davanti ai problemi economici, il divorzio, i tradimenti, i nuovi amori... ce n'è per tutti i gusti.
non vi voglio rovinare nulla ma proprio nulla della trama perché è davvero un romanzo delizioso e va letto senza nessuno spoiler.
cara signora greene, aspetto il tuo prossimo romanzo!