chissà perché il fatto che naoko avesse vent'anni mi diede una strana sensazione. a me sarebbe sembrato normale oscillare all'infinito tra i diciotto e i diciannove anni. passare dai diciotto ai diciannove, e dai diciannove di nuovo ai diciotto... quello sì, l'avrei capito. invece lei aveva compiuto vent'anni, e anch'io avrei avuto vent'anni quell'autunno. solo chi era morto aveva per sempre diciassette anni.
toru watanabe ha trentasette anni, e, appena atterrato ad amburgo, sente sull'aereo norwegian wood dei beatles. sconvolto come ogni volta da questa canzone, inizia un lunghissimo flashback, partendo dai suoi diciasette anni ci parla della storia della sua adolescenza, il periodo vissuto quasi vent'anni prima. racconta se stesso attraverso le storie delle persone che ha conosciuto e che ha avuto accanto. la sua storia è un mazzo di fiori e ogni fiore è un'altra esistenza. senza quelle persone lui non esisterebbe neanche.
naoko era la sua ragazza e adesso lei e watanabe sono legati da quell'assenza come prima erano legati dalle chiacchiere e dal buonumore di kizuki.
si vedono la domenica, passeggiano, mangiano qualcosa e a volte si tengono per mano. parlano poco perché era kizuki quello che tra loro tre parlava di più, ma ora che non c'è lui stare in silenzio diventa normale.
poi c'è la vita al collegio, nelle camere abitate solo da ragazzi, con lo strano rito dell'alzabandiera alla mattina, la puzza e la sporcizia tipica dei maschi ventenni che devono occuparsi da soli di tutto, ci sono le lezioni universitarie, c'è nagasawa che va a letto con chiunque e tradisce la sua bellissima ragazza senza darsene troppo pensiero. ci sono i giorni di pioggia e i compleanni, quel numero venti che arriva a tradimento e scombussola tutta la vita quando lui e naoko si rendono conto che forse si amano, forse no, forse quello non è amore ma è solo uno strano stordimento dell'animo che porterà naoko lontana, in un posto fuori dal mondo dove spazzolare la mente e rimetterla in ordine.
c'è midori che appare per caso in un bar, inizia a parlare ed esplode di vita dentro la vita calma di watanabe, midori che cucina benissimo e che ha una famiglia devastata alle spalle, più piena di funerali che di carezze.
e watanabe, che di amore non capisce niente, si ritrova legato a due ragazze, la sua naoko lontana che non vuole essere dimenticata, che è bella e misteriosa come la luna, che soffre e ha l'animo stravolto da troppi morti e midori che di morti ne ha visti abbastanza da vivere la vita come una forza dirompente, che ama senza paura di farsi troppo male, midori che è carne viva, naoko che è silenzio e pensieri da capire.
è la storia di più malinconie, di più storie, di vite e di morti e di momenti che sommati prendono tutto il tempo possibile senza che neanche uno abbia il tempo di capire o almeno rendersene conto.
watanabe vive la sua vita circondato da donne che in qualche modo lo amano, che hanno bisogno di lui e si rende conto che ha bisogno di loro, in qualche modo.
e la sua vita sono quelle donne e quei morti e le persone andate via e il loro dolore o la loro gioia.
la malinconia fortissima che toglie il fiato come una secchiata d'acqua in piena faccia, improvvisa, del rendersi conto che non si è più ragazzi, che è arrivata l'età adulta, che è arrivato l'amore, quello vero forse, che bisogna in qualche modo vivere anche quando non si capisce bene che senso ha farlo.
il momento in cui bisogna scegliere se andare avanti con i compleanni o se fermarsi a diciasette anni per sempre.
poi, senza che si possa capire quando, la storia di watanabe inizia a entrare sotto la pelle e non si ferma, non si può arrestare e bisogna sapere e andare avanti e ogni sentimento di quei personaggi è nostro, e la loro vita la viviamo noi, pagina dopo pagina, ogni ora può essere un attimo o un giorno perché il solo tempo che passa è quello della loro crescita, delle loro storie.
è un libro che cattura e che ci sbatte a forza in quel giappone dei primi anni settanta, tra ragazzi di vent'anni che non sanno ancora bene cosa fare della loro esistenza e come pettinarsi il cuore e mettere a posto i sentimenti.
quando lessi la prima volta questo libro lo votai tre stelline su quattro su anobii. non so perché. adesso si prende voto pieno. di certo ora il fattore malinconia è prepotente e forte, leggere di ragazzi di neanche vent'anni è diverso quando lo fai dopo averli superati piuttosto che quando ancora ti sembrano lontanissimi. capisco molto meglio come ci si sente a pensare a quel periodo, anche se non mi occorre tornare indietro di vent'anni per farlo.
pensavo fosse un romanzo che si poteva godere al meglio se letto durante l'adolescenza, ma mi sbagliavo. o almeno va riletto qualche anno dopo, con le dovute precauzioni, perché il cuore ne esce strattonato e confuso e graffiato, l'anima ha i vestiti spiegazzati dopo e alla fine del libro bisogna tornare, in qualche modo, fuori dalla loro vita. e non è per niente facile.
"vorrei che ti ricordassi di me. ti ricorderai sempre della mia esistenza, e che sono stata accanto a te come in questo momento?""certo che me ricorderò per sempre" risposi.watanabe va all'università e non ha amici. è la fine degli anni sessanta, e il suo unico amico, kizuki, si è suicidato qualche anno fa, dopo una partita a biliardo. senza lasciare una lettera, senza spiegare il perché.
naoko era la sua ragazza e adesso lei e watanabe sono legati da quell'assenza come prima erano legati dalle chiacchiere e dal buonumore di kizuki.
si vedono la domenica, passeggiano, mangiano qualcosa e a volte si tengono per mano. parlano poco perché era kizuki quello che tra loro tre parlava di più, ma ora che non c'è lui stare in silenzio diventa normale.
poi c'è la vita al collegio, nelle camere abitate solo da ragazzi, con lo strano rito dell'alzabandiera alla mattina, la puzza e la sporcizia tipica dei maschi ventenni che devono occuparsi da soli di tutto, ci sono le lezioni universitarie, c'è nagasawa che va a letto con chiunque e tradisce la sua bellissima ragazza senza darsene troppo pensiero. ci sono i giorni di pioggia e i compleanni, quel numero venti che arriva a tradimento e scombussola tutta la vita quando lui e naoko si rendono conto che forse si amano, forse no, forse quello non è amore ma è solo uno strano stordimento dell'animo che porterà naoko lontana, in un posto fuori dal mondo dove spazzolare la mente e rimetterla in ordine.
c'è midori che appare per caso in un bar, inizia a parlare ed esplode di vita dentro la vita calma di watanabe, midori che cucina benissimo e che ha una famiglia devastata alle spalle, più piena di funerali che di carezze.
e watanabe, che di amore non capisce niente, si ritrova legato a due ragazze, la sua naoko lontana che non vuole essere dimenticata, che è bella e misteriosa come la luna, che soffre e ha l'animo stravolto da troppi morti e midori che di morti ne ha visti abbastanza da vivere la vita come una forza dirompente, che ama senza paura di farsi troppo male, midori che è carne viva, naoko che è silenzio e pensieri da capire.
watanabe vive la sua vita circondato da donne che in qualche modo lo amano, che hanno bisogno di lui e si rende conto che ha bisogno di loro, in qualche modo.
e la sua vita sono quelle donne e quei morti e le persone andate via e il loro dolore o la loro gioia.
la malinconia fortissima che toglie il fiato come una secchiata d'acqua in piena faccia, improvvisa, del rendersi conto che non si è più ragazzi, che è arrivata l'età adulta, che è arrivato l'amore, quello vero forse, che bisogna in qualche modo vivere anche quando non si capisce bene che senso ha farlo.
il momento in cui bisogna scegliere se andare avanti con i compleanni o se fermarsi a diciasette anni per sempre.
non riuscivo a vedere niente né davanti né dietro di me: solo quella buia palude che si estendeva a perdita d'occhio. gli altri andavano avanti, li guardavo avanzare spediti mentre mi trascinavo faticosamente attraverso il fango.la storia di watanabe, le storie di watanabe, ci mettono un po' a ingranare, come se all'inizio guardassimo tutto da un obiettivo che non mette ancora a fuoco, come se non riuscissimo a capire perché ci stai raccontando tutto questo?
poi, senza che si possa capire quando, la storia di watanabe inizia a entrare sotto la pelle e non si ferma, non si può arrestare e bisogna sapere e andare avanti e ogni sentimento di quei personaggi è nostro, e la loro vita la viviamo noi, pagina dopo pagina, ogni ora può essere un attimo o un giorno perché il solo tempo che passa è quello della loro crescita, delle loro storie.
è un libro che cattura e che ci sbatte a forza in quel giappone dei primi anni settanta, tra ragazzi di vent'anni che non sanno ancora bene cosa fare della loro esistenza e come pettinarsi il cuore e mettere a posto i sentimenti.
quando lessi la prima volta questo libro lo votai tre stelline su quattro su anobii. non so perché. adesso si prende voto pieno. di certo ora il fattore malinconia è prepotente e forte, leggere di ragazzi di neanche vent'anni è diverso quando lo fai dopo averli superati piuttosto che quando ancora ti sembrano lontanissimi. capisco molto meglio come ci si sente a pensare a quel periodo, anche se non mi occorre tornare indietro di vent'anni per farlo.
pensavo fosse un romanzo che si poteva godere al meglio se letto durante l'adolescenza, ma mi sbagliavo. o almeno va riletto qualche anno dopo, con le dovute precauzioni, perché il cuore ne esce strattonato e confuso e graffiato, l'anima ha i vestiti spiegazzati dopo e alla fine del libro bisogna tornare, in qualche modo, fuori dalla loro vita. e non è per niente facile.
Concordo pienamente con il tuo commento, Clacca.
RispondiEliminaE' un libro molto bello, da rileggere ogni tot tempo, secondo me, perché ti lascerà sempre qualcosa di diverso e "di più".
sì, spero solo di non aspettare altri dieci anni prima di farlo XD anche se ammetto che mi ha quasi fatto male in alcuni passaggi ;_;
EliminaL'ho letto lo scorso anno, anzi l'ho divorato. é un romanzo stupendo e ho adorato le atmosfere e le sensazioni che mi lasciava, pagina dopo pagina. probabilmente lo rileggerò. In generale ci sono tanti libri che si rileggono dopo qualche anno e che apprezziamo maggiormente, perchè si cambia.
RispondiEliminaRecensione molto sentita, bravissima!!
Mi piacerebbe vedere anche il film, l'hai visto?
il film no, ma vorrei vederlo. più che altro perché ne ho sentito parlare male e non capisco come si possa tirare fuori un brutto film da un romanzo così bello.
Eliminae poi mi sono fatta persuasa che chi diceva che era una cagata era il solito snob che non ci capisce un cavolo, ma critica tutto giusto per farsi figo. vedrò se ho ragione XD