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giovedì 29 novembre 2012

davvero 1


preso per caso e per fortuna! questo volumetto bonellide è stato presentato a lucca a inizio novembre e adesso è arrivato per noi sfigati che non ci siamo andati a lucca ed è disponibile in edicola e in fumetteria.

davvero era in principio un web comics - che la sottoscritta non seguiva - che è stato poi riscritto tavola per tavola proprio per la pubblicazione in cartaceo. a quanto mi hanno detto la versione cartacea è meglio della prima. e ti credo. farlo peggio la seconda...
in ogni caso.
paola barbato è una sceneggiatrice conosciuta tra i lettori di dylan dog, che con davvero ha voluto dar vita a un progetto abbastanza nuovo e "alternativo" per questo genere di pubblicazioni italia: davvero è ambientato nell'italia di oggi e la protagonista è una diciannovenne qualsiasi, viziata e anche abbastanza scema. *state attenti agli spoiler!*
si chiama martina ferrari e nella sua esistenza, ha detta di genitori e amici, non ha fatto che farsi viziare. è iscritta all'università ma salta le lezioni e non studia, sua madre la tratta come se avesse otto anni, suo padre benché faccia la voce grossa non riesce assolutamente a darle un freno e i suoi amici la reputano una perfetta idiota viziata e incapace di autogestirsi.
in una feroce litigata con il padre, che praticamente le spiattella in faccia che è una stronza indegna che non fa altro che deluderlo e non combinerà mai un cazzo nella vita, martina se ne va via di casa, con in tasca un malloppo di ventimila euro. però, il padre è cretino ma ventimila euro in contanti così... complimenti.
martina prende e se ne va, mentre la madre è al lavoro e il padre pensa che tanto ora tornerà presto. però lei non torna, anzi, decide che questi ventimila euro vanno pur goduti, così prende un treno e da brescia va fino a milano a fare shopping. quando arriva lì si decide, dopo la sua brava sessione di spese, a riaccendere il cellulare e viene chiamata da madre, padre, nonna, zie varie, l'amica scopa-in-culo, l'ex stronzo eccetera, tutti a dirle che lei, povera scema incapace di badare a se stessa, non può stare sola in un'altra città perché è assolutamente irresponsabile e idiota e viziata eccetera. quale migliore cosa da dire a una ragazza che è scappata da casa perché non ne può più di farsi dire le stesse cose.
stanca di sentirsi prendere per deficiente da tutti, martina li manda con poca eleganza a fanculo e decide di rimanere a milano per un intero anno, mentre i genitori si disperano e non pensano che basterebbe un controllino con i tabulati telefonici per sapere dove si trova la figlia.
martina a milano passa una settimana in albergo, spendendo e spandendo e senza preoccuparsi di nulla. fin che ci sono i soldi... a un certo punto però il gestore dell'albergo le chiede qualche spiegazione e le spiega a sua volta che in quel modo non potrà rimanere davvero a milano da sola per un anno, e la invita a cercare una stanza in affitto in una casa per studenti e magari un lavoretto.
così inizia il tentativo di trovare un buco in cui vivere senza dilapidare un patrimonio e riesce così a trovare una stanza squallida e minuscola in un appartamento misto, gestito da tale alessia, una nazisciattona, e abitato da altre sette persone. per una figlia unica abituata a vivere in una casa gigantesca da borghesi bene...
tra i coinquilini risaltano i muscoli di riccardo, sciupafemmine che va in giro per casa seminudo reggendo un asciugamano sui fianchi senza mani, sara, stronzetta isterica che schiavizza il fidanzato alberto, dario, quello depresso, e rusco, quello che fa il caffè. più un'altra voce che viene da dietro una porta e che sicuramente scopriremo nel prossimo numero a chi appartiene.
martina si ritrova così circondata da gente parecchio diversa da lei, persone che sono l'esatto contrario di quella viziatella che lei è stata fino ad adesso ma anche l'esatto contrario delle persone che ha conosciuto e frequentato fino ad adesso. ora per lei, tra paranoie e difficoltà, inizia la vera battaglia per rendersi una donna matura e indipendente.

questo numero mi è piaciuto parecchio, la storia è parecchio convincente e coinvolgente, il presupposto da cui parte è interessante e poi fa piacere per una volta leggere una storia così ambientata nel proprio paese. se con davvero paola barbato voleva fare uno shoujo italiano, direi che c'è riuscita. i giapponminchia possono lamentarsi quanto vogliono della definizione, ma questo è un fumetto per ragazze alle prese con i soliti problemi tardoadolescenziali, presto arriveranno amori e amicizie eccetera. interessanti i disegni, anche se non è proprio il mio stile preferito, però non si può che riconoscere un'ottima qualità grafica.
in definitiva ve lo consiglio caldamente, è una buona lettura e sopratutto un interessantissimo esperimento. dopo tanti fumetti italiani scritti ad hoc per un pubblico di maschietti, davvero è una bella sorpresa per noi femminucce!

mercoledì 28 novembre 2012

elianto di stefano benni

cos'è che unisce tre diavoli, un guerriero nuvola, due mini yogi e tre ragazzi di periferia? facile: elianto!
nello strano ma non poi tanto fantastico ma non poi tanto mondo inventato ma non poi tanto di stefano benni esiste tristalia, un paese governato dal zentrum e dal grande chiodo, un paese in cui la democrazia regna sovrana e gli aspiranti presidenti si uccidono l'un l'altro fin che non ne rimane uno, un paese in cui il destino di ogni giorno dipende dal sondaggio televisivo e se si sbaglia risposta si rimane senz'acqua, luce e gas fino all'indomani. esistono anche le contee, che non sono sotto il controllo del grande chiodo almeno fino a che non perdono i giochi dell'indipendenza, e il rappresentante della contea otto è proprio elianto.
che però da anni è bloccato in clinica, a villa bacilla, affetto da morbo dolce. per poterlo guarire bisogna ritrovare il suo senno e raccogliere tutti gli ingredienti viaggiando attraverso i mondi alterei con una mappa nootica. nel frattempo fuku viaggia in compagnia di visa e pat, due yogi ridotti alle dimensioni di un chicco di riso, per ritrovare tigre triste, il più forte guerriero nuvola di sempre, che potrà far vincere alla sua contea i giochi. e poi i diavoli brot, carmilla e XXX mandati in missione a recuperare un kofs per distruggere il zentrum, perché il grande capo ha perso tutto il gusto di tentare la gente di tristalia che è quasi più cattiva di lui.
viaggiando tra gli otto mondi alterei si incontrano personaggi indimenticabili come capitan guepière e la sua ciurma di pirati, il primo alchimista ermete trismegisto, le infinite battaglie tra triperott e siperquarter, persefone e un sacco di altra strana gente, come l'infermiere talete che prima di diventare infermiere rapinava banche o il misterioso ballerino di tango.

un romanzo corale che oscilla tra il comico-geniale e il malinconico, che parla per metafore del nostro assurdo paese e del nostro assurdo mondo senza paternalismi o moralismi o altra brutta roba in -ismi. un viaggio fantastico tra luoghi immaginari che puzzano di reale a un miglio di distanza per farci vedere quanto poco ci manca a sfiorare l'assurdo e il ridicolo.

stefano benni è famoso per le sue storie come, e forse sopratutto, per il suo stile di scrittura frenetico, originale, divertente, intelligente e pungente. personalmente ho un debole per questo scrittore e elianto è uno dei suoi romanzi che preferisco. se non l'avete mai letto, anche se ormai ha qualche annetto, è stato pubblicato la prima volta nel 1996, rimediate prima possibile!

sabato 24 novembre 2012

e se ci guadagno anche?

ve ne siete accorti che da qualche giorno sul blog spuntano delle pubblicità. sono sincera, non è stata una scelta facilissima, però alla fine ho deciso di inserirle.
ho letto in un sacco di altri blog eccetera che molti storcono il naso quando un blog ha delle pubblicità, dei banner di affiliazioni o cose del genere.
a me personalmente danno fastidio i siti che funzionano solo per tenere poi millemila banner, pieni di parole chiave che vengono fuori nelle ricerche di google sia che si stia cercando la ricetta dei cannelloni, il prezzo della benzina, le notizie del giorno, come si lavora a maglia eccetera. non mi piacciono i pop-up a tradimento, non mi piacciono i blog copincolla strapieni di pubblicità.
e allora perché ho deciso di metterla qui?
semplicemente perché questo blog non è uno di quelli che mirano alle 5000 visite al giorno. non scrivo per avere dei numerini che avanzano sulla dashboard. non rubo testi in giro per poter pubblicare ogni giorno qualcosa.
ho cercato di creare uno spazio in qualche modo utile, con delle critiche ragionate, sentite, personali. ho cercato di dare dei consigli chiari a chiunque cerchi un determinato e preciso tipo di informazioni. e sopratutto ho provato - e credo di esserci riuscita - a creare uno spazio personale che ha uno stile e una politica precisa.
scrivere mi piace, mi piace parlare con voi di fumetti e libri e tutto il resto. è un hobby, una passione, un modo per divertirmi. mi da un sacco di soddisfazione vedere dove sono arrivata dopo tutto questo tempo, leggere ogni volta i vostri commenti, sapere che poi vi è servito in qualche modo quello che avete letto qui, che avete trovato un titolo che non conoscevate prima e che poi vi è piaciuto un sacco o che avete evitato qualcosa per cui avevate dei dubbi.
eppure il blog richiede tempo, e manco a dirlo, richiede anche soldi, perché devo pur comprarla la roba di cui parlo. certo che la comprerei comunque, ma molto spesso cerco di acquistare prima la roba nuova, quella di cui voglio parlarvi per potervi dar modo di capire in anticipo se vale la pena di recuperarla o meno.
e visto che un lavoro non c'è, ho pensato che guadagnare qualche spicciolo con questo mio hobby non fosse un'idea sbagliata. non mi cambierà la vita, ma in fondo non la cambia neanche ai miei lettori, visto che i contenuti non sono cambiati né è cambiato il mio modo di gestirli.
eppure ho notato un calo di attenzione. le stesse visite ma meno commenti.
e quindi vorrei capire, ma sopratutto vorrei spiegare. perché non mi piacerebbe che qualcuno pensasse che i miei post sono la scusa per fare soldi, come se volessi fregare qualcuno.
non è questa la mia intenzione, sia chiaro. e d'altra parte, potete continuare ad accedere qui come sempre. magari è solo una questione di coincidenze e davvero di quello che ho scritto ultimamente non c'era molto di interessante, però ecco, se qualcuno è infastidito dai banner, mi spiace, ma non capisco il perché.
non ci vedo nulla di male nel tentare di trasformare una passione in lavoro, e certo così, con i centesimini è impossibile pensarlo come lavoro, ma non nego che sarei felice di poter scrivere per lavoro delle cose che amo.
voi cosa ne pensate?

tokyo alice 1

c'è chi ne parla bene e chi ne parla male di questo tokyo alice, io dal canto mio voglio solo fare una premessa e poi vi dico che ne penso: questo è un manga femmina fino all'ultima goccia di inchiostro. ed è un manga che non potrà che piacere che ad un pubblico di femmine.
naturalmente, per femmine non intendo esclusivamente le biologicamente femmine. la femminità (lasciatemi passare il termine) di tokyo alice è quella allegra, spensierata, frivola, civettuola e sopratutto amante delle cose carine. una femminità rosa shocking con una buona dose di glitter che non fanno mai male.
se pensate che shopping sia solo un modo più carino di dire consumismo, se credete che frivola sia un'offesa e siete certi che la vita di una donna adulta debba essere solo fatta di tribolazioni interiori e drammi economico-sentimental-filosofici, lasciate perdere, questo manga non fa per voi.
ma dovreste sicuramente imparare a divertirvi un po' di più.
*attenzione agli spoiler!*
tokyo alice è uno slice of life che ci racconta le (dis)avventure di quattro donne che si conoscono fin dai tempi delle scuole medie: fu arisugawa, impiegata e shopaholic quasi oltre il livello di guardia, adora le cose carine, vive per fare shopping, ha una comprensibilissima passione per le borse e nutre scarso interesse e ancor meno fiducia nei confronti degli uomini. ritiene che un giro per negozi con le sue amiche sia molto più desiderabile che una passeggiata mano nella mano con un ragazzo. più o meno la protagonista della serie. voto simpatia: 30 cum laude. sawari enjoji, lavora in una galleria d'arte più per divertimento che per necessità, viene da una famiglia ricca ma antiquata. è costantemente tampinata dalla nonna che vuole combinarle un matrimonio. ha perso completamente il romanticismo che la faceva sbrilluccicare quando era una ragazzina e sognava il grande amore e il principe azzurro. si consola portandosi a letto la quasi totalità dei ragazzi carini che incontra.voto simpatia: 8. mizuho haneda, una ragazza dall'aspetto un po' infantile che disegna shoujo manga zuccherosi ma vive una storia d'amore con un fallito completo. lo squallore della sua vita attuale le sta sempre di più facendo perdere il talento e l'ispirazione necessari per scrivere. 9. rio sakuragawa, bella, alta ed elegante, che decide di diventare medico dopo un periodo di ricovero in ospedale, anche lei non ha vita facile con gli uomini e nessun fidanzato, anzi le capita spesso di ricevere la cioccolata di san valentino dai suoi pazienti, sopratutto dai bambini. non si è ancora capito bene se nasconde un lato lesbico che non ammette neanche a se stessa. voto simpatia: 7 e mezzo perché è davvero troppo chiusa e vagamente snob.


il primo numero fa da introduzione e presentazione dei personaggi, riuscendo subito a farci sentire a casa. il desiderio di fu di comprare la sua adorata borsa chanel, le sue manie e la sua totale ingenuità per quello che riguarda l'altra metà del cielo. il suo superiore, il signor okuzono, che è un bocconcino niente male, la versione mora e figa di tsuge!, pare nutrire un certo interesse per lei. ma in fondo pare nutrire un certo interesse per qualsiasi creatura di sesso femminile che riesca a catturare e trasformare nella sua fidanzata fino a nuovo tradimento. conosciamo poi la famiglia di fu, con un padre nullafacente - che è la causa prima del disinteresse della nostra eroina nei confronti degli uomini - e una madre che è una vera e propria volpe dei saldi e delle offerte nei negozi. l'episodio dei fukubukuro - dei sacchetti chiusi che contengono prodotti random di un dato negozio - me l'ha fatta adorare! e infine la sorella di cui ignoro il nome, che ha una bimba deliziosa!
il rapporto tra fu e il suo capo, okuzono, è abbastanza fraintendibile, sopratutto da quest'ultimo, visto che lei non si rende affatto conto che il suo disinteresse per gli uomini non è necessariamente ricambiato. però al primo minimo contatto eccome se la nostra fu sente un bel rimescolamento emozionale dentro, degno del primo giorno di saldi! tra i due ci saranno scintille, me lo sento eccome!
anche alla povera mizuho il cielo sembra aver riservato un figo di non poco peso, niente poco di meno che il suo editor, che pare non riesca proprio a fare il confidente senza lasciarsi prendere troppo la mano. e nel frattempo sawari ha deciso che per togliersi di mezzo la nonna le conviene accettare di sposarsi, così finalmente avrà la pace che desidera, ma nel frattempo vuole godersi la sua vita da single in una casa tutta sua - che finisce per dividere con fu e mizuho - e sopratutto portandosi a letto ogni uomo carino che incontra, fino a saturare la lista delle esperienze fatte prima del matrimonio.
la sola che pare avere un po' più la testa sulle spalle e la dottoressa, ma quando le viene fatta una dichiarazione da un suo collega, bang, ecco anche lei in preda a panico tardoadolescenziale sul come fare a rifiutare qualcuno senza fargli troppo del male ma anche nel mio cuore c'è un'altra persona che però non mi ama... chi è? sono davvero troppo curiosa!


in definitiva un primo numero stupendo che ha perfettamente soddisfatto le mie aspettative in merito e anzi mi ha dato qualcosa in più! me lo aspettavo più vuoto, quando invece, tra una coda per i saldi e l'altra, fioriscono riflessioni di non poco conto: rispetto a quando si era bambine e si sognava l'amore, cosa è cambiato? perché adesso si parla di sesso, di uomini più o meno ricchi, di sicurezze, di insoddisfazioni? cos'è tutto questo pragmatismo? dov'è finito il romanticismo facile e perfetto dell'adolescenza?
tranquilla care le mie ragazze, c'è anche quello, per chiunque. abbiate fede e troverete il vostro principe azzurro che non vi darà di certo una vita da sogno, ma una romanticamente pratica esistenza insieme sì!

promosso a pienissimi voti, consigliatissimo (a esclusione dei lettori/lettrici di cui parlavo a inizio post) e sopratutto adesso sto in fibrillazione per leggere il resto! ne approfitto per ricordarvi che in patria sono usciti nove volumetti ma che la serie è in corso e non si hanno notizie ancora di quando finirà. bene per me, perché quando termina un manga così non fa che dispiacermi!

martedì 20 novembre 2012

end - elisabeth ~ vol. 1

non  so perché ma succede sempre che ogni volta che ho qualcosa che ho atteso per tanto tanto tempo, poi lo lascio ristagnare sulla scrivania per giorni prima di leggerlo. ovviamente, non poteva non succedermi con end.
aspettavo l'uscita di questo volume da almeno una decina di anni, l'ho dato per spacciato più volte convinta che mai e poi mai l'avrei potuto leggere.
e invece...
parlare di end non è cosa facile, quindi ci vado con calma. partiamo dall'edizione.
bao publishing, manco a dirlo, mantiene perfettamente gli standard francesi, superando di gran lunga - quasi mi spiace dirlo - quel pavesio editore dei tempi di sky doll.
ogni centimetro quadrato di questo albo è curatissimo e perfetto. chapeau.
dei disegni che dire? non avevo mai letto nulla di anna merli (e credo che sia normale visto che questo dovrebbe essere il suo esordio, o almeno io non trovo altro disegnato da lei in giro, correggetemi se sbaglio) ma barbara canepa è una garanzia fin dai tempi di witch o ancora prima - per chi se lo ricorda - de la sirenetta (ebbene sì, c'era anche lei tra i disegnatori di quei volumetti. i miei sono andati dispersi, sigh).
lo stile è quello dell'euromanga di cui, personalmente, barbucci&canepa per quello che mi riguarda sono i genitori: un mix tra realismo e stilizzazione simil-nipponica, tratto pulito, colorazione da sudorazione fredda. capolavoro assoluto, che unisce il meglio dei topoi del meglio della tradizione fumettistica (francia e giappone). in un inevitabile paragone end/sky doll si sente parecchio la mancanza di una mano maschile: elisabeth, dorothea e le altre scarseggiano parecchio in sex appeal per guadagnarci moltissimo in grazia ed eleganza. le architetture e i paesaggi perdono in colore e diventano lapidi di un cimitero romantico e nostalgico illuminato dall'ultimo crepuscolo. i dorati e il rosa - i punti forti di skydoll - lasciano il posto a una bellissima e sorprendentemente ricca palette di grigi, blu, neri e viola.
a proposito di colori, la scena del passerotto con il suo caldo piumaggio rosso tramonto tra le mani inguantate di elisabeth penso valga da solo i 15 euro dell'albo.

end sarà presumibilmente una trilogia, devo anche averlo letto da qualche parte ma non riesco a ricordare, ho il cervello in pappa a causa della febbre. il numero tre in effetti ritorna spesso. elisabeth nora e dorothea (le iniziali delle tre protagoniste formano il titolo, per chi non l'avesse notato) ma anche ulysse, leo e napoleone, i tre strani animali amici di elisabeth. loro quattro vivono in uno strano luogo da quando elisabeth è morta. si è ritrovata ad assistere al suo stesso funerale, e adesso, con i suoi animaletti di un tempo, anche loro già passati a miglior vita, abita in uno strano luogo che sembra sospeso nel tempo, dove la luce è sempre soffusa, l'ex padiglione di caccia della tenuta dove si trova il suo collegio.
elisabeth non ha ancora capito cosa le è davvero successo, perché si trova in questa sorta di limbo e perché ha il terribile potere di togliere la vita di chiunque semplicemente sfiorandolo con le mani. per questo porta sempre dei nastri neri che la fasciano fino alle braccia. ma vuole incontrare sua sorella dorothea e la sua amica nora per provare a capire qual'è il mistero celato dietro la sua morte. se davvero di morte si tratta.
ma dietro dorothea si cela un segreto forse ancora più grande, del quale non sappiamo ancora nulla ma che di certo riguarda la sorella.
spero proprio che non ci vogliano altri dieci anni prima di leggere il seguito - e magari la fine - di questa storia bellissima e malinconica. su questo però le due autrici sono parecchio incoraggianti.
durante il periodo di lucca hanno rilasciato un'interessante intervista alla redazione di comicus. la trovate qui, leggetela, è quanto di meglio possiate trovare in giro su end.
l'acquisto è - se non si fosse ancora capito - più che consigliato direi quasi imposto. non potete perdervi un capolavoro del genere. proprio no.

questo è il disegno che anna merli ha fatto sulla mia copia. ovviamente non ero a milano quando le due autrici hanno fatto la sessione di disegni, ma la bao mi ha dato la possibilità di avere la copia firmata e io sono davvero felicissima e orgogliosa di questo piccolo tesoro.


sabato 17 novembre 2012

chihayafuru - prima stagione

si sa che a me i manga/anime di ambientazione sportiva non piacciano molto. anzi, quasi per niente. so che mi attirerò le ire di molti, ma i miei tentativi di approccio a adachi mi hanno ancor di più fatto detestare questo genere (non c'è nulla da fare, non capisco cosa ci troviate in adachi. forse ho letto io la roba sbagliata, ma la noia...)
leggiucchiando in giro di chihayafuru però mi sono incuriosita tanto di questo titolo che ho messo da parte la mia avversione per il genere. il manga di chihayafuru, che in giappone è arrivato al 18° volumetto e sta continuando, ha vinto il manga taisho award nel 2009 e in francia è stato annunciato da pika, ha dei disegni (e delle copertine!) a dir poco stupendi. ma mi pesa troppo cercare le scan (e poi speravo che l'annunciassero all'ultimo lucca...) e così mi sono buttata sull'anime, convinta che un anime su un gioco di carte mi avrebbe annoiata. e invece...

alcune delle copertine del manga
*attenzione! pochi spoiler ma ci sono!* il sogno di chihaya, fin da quando era bambina, è sempre stato quello di vedere sua sorella come la più famosa modella del giappone. tanto è adorabile la piccola chihaya altrettanto è odiosa la sorella.
nella classe di chihaya c'è un bambino, arata, che viene snobbato e maltrattato da tutti, anche da taichi, grande amico di chihaya da sempre.
quando chihaya comincia ad avvicinarsi ad arata, per nulla contenta delle angherie che deve sopportare senza motivo, il suo rapporto con taichi, che tratta malissimo arata, si va pian piano incrinando.
arata insegnerà a chihaya un modo completamente diverso da quello che lei conosce di giocare a karuta e le farà scoprire il suo vero sogno, un sogno personale e tutto suo: diventare la queen, la giocatrice più forte del giappone e quindi del mondo.
i tre bambini riescono poi a superare tutti i loro screzi e litigate e a diventare amici, formando una squadra di giocatori abbastanza forti. quando però arata si trasferisce in un'altra città si promettono tra le lacrime che si sarebbero incontrati nei tornei di classe a e avrebbero di nuovo giocato insieme.



questa è, in due parole molto striminzite, la premessa iniziale. non ho scritto molto altro perché non voglio rovinarvi la visione dell'anime che sopratutto in questa prima parte è davvero bello.
da questo punto in poi troveremo i tre ragazzi al liceo, chihaya e taichi insieme nella stessa scuola e arata ancora lontano, tutti ancora profondamente innamorati del karuta. la storia non va avanti soltanto tra tornei e allenamenti anche se l'anime predilige questa parte (non ho letto il manga quindi sono solo mie supposizioni, ma credo proprio che nella versione cartacea quelli che nell'anime sono soltanto vaghi riferimenti alle storie e agli stati d'animo dei personaggi, vengano molto approfonditi. l'anime di chihayafuru è sì tratto da uno shoujo, ma credo sia stato "riadattato" lasciando più spazio possibile all'azione e un po' meno al sentimentalismo... se qualcuno ha letto il manga me lo sa confermare?), in ogni caso le relazioni tra i personaggi e sopratutto la loro crescita come giocatori e come persone è davvero molto interessante e realistica.


ma cos'è poi questo karuta? guardando l'anime si capisce come funziona il gioco, viene spiegato parecchio bene e questo rende molto più piacevole seguire le partite tra i giocatori. personalmente, non conoscendo bene le regole della quasi totalità degli sport, mi annoio con le storie sportive perché non riesco mai a capire cosa succede in campo. provo a spiegarvelo anche io.
il karuta è un gioco tradizionale giapponese. si gioca con duecento carte sulle quali sono scritte cento poesie classiche, su metà delle carte c'è la prima parte, sull'altra la seconda.
i giocatori hanno le carte con la seconda metà delle poesie e giocano con in campo cinquanta carte (le altre cinquanta sono fuori gioco, ovviamente questa divisione è casuale), venticinque per lato.
le altre cento, quelle con la prima parte della poesia, vengono pescate a random e lette da una terza persona, estranea al gioco, che è il lettore.
i due giocatori devono riuscire a ricordare tutte le poesie e saper riconoscere in quale carta si trova la continuazione della poesia che viene letta. vince chi prende tutte le carte del proprio lato. è uno sport di memorizzazione ma anche di agilità, concentrazione e velocità.
naturalmente questo gioco, abbastanza popolare in giappone sopratutto dopo la diffusione dell'anime di chihayafuru, è praticamente impossibile da giocare altrove, visto che le poesie e le carte sono scritte in giapponese. di conseguenza, i giocatori più bravi del giappone sono anche quelli più bravi al mondo.


chihayafuru è una serie ben fatta e appassionante, con una bella storia, dei personaggi ben caratterizzati e senza dubbio con una buona dose di originalità. se ve la siete persa, trovate il fansub italiano qui.

e - notizia fresca fresca - a gennaio comincia la seconda stagione! non vedo l'ora

giovedì 15 novembre 2012

ooku 2, lindbergh 4, vinland saga 8 e 9, arrivare a te 2 e my little monster 5

finalmente un post sulle ultime letture! ci voleva proprio una bella carrellata sugli ultimi fumetti, che poi son quelli (non tutti) che vi ho fatto vedere la volta scorsa...

come sempre *state attenti agli spoiler* se non li avete ancora letti!

il secondo volumetto di ooku continua a raccontarci la tragica vicenda di un giappone vessato da una malattia terribile, il vaiolo dalla faccia rossa, che colpisce solo i giovani uomini e che ben presto porta la popolazione maschili a un quarto di quella femminile. tutto questo accade nell'arco di poco tempo, ma l'effetto sulla società del paese è ancora più immediato e repentino.
un giovane bonzo viene invitato a recarsi alla dimora della famiglia tokugawa in occasione della sua nuova nomina a priore. i tokugawa sono lo shogunato di edo e nascondono anche loro un segreto legato alla malattia che sta rovesciando la realtà del giappone.
se all'inizio il giovane priore viene trattato con tutti gli onori del caso, pian piano la sua ospitalità comincia a prendere le sembianze di una prigionia fino al giorno in cui la nutrice dello shogun gli rivela di essere effettivamente bloccato lì per sempre e lo costringe ad abbandonare la via del buddah per diventare paggio del signore all'interno dell'ooku.
come era facile immaginarsi, lo shogun è in realtà una donna, la figlia del precedente signore morto sei anni prima. lei, iemitsu, è la figlia illegittima ma anche l'unica in cui scorre il sangue dello shogun. dopo essere stata brutalmente strappata dalle braccia della madre, viene condotta dalla nutrice nel palazzo e da lì in poi costretta a vivere seminascosta per non rivelare la sua identità di donna e a vestirsi e atteggiarsi il più possibile da uomo. dopo anni di vita infernale riesce a intrecciare un rapporto di quasi-amicizia con il nuovo arrivato, che non tarda a trasformarsi in qualcosa di decisamente più forte.
questo numero riesce ad essere ancora più angosciante e malinconico del precedente, pieno di queste figure dal destino amaro, potenti eppure incapaci di decidere della loro sorte. ci sono parecchie scene crude, ma sinceramente quella del gatto mi ha turbata molto più di tutto il resto. mi auguro che la yoshinaga non faccia mai più niente del genere. se riuscite a reggere tutta la sequela di tragedie familiari, drammi interiori, violenze fisiche e psicologiche di questo volumetto qui allora vi piacerà.
io personalmente, gatto a parte, sono sempre più affascinata da questa storia. sono davvero curiosa di sapere se la yoshinaga ci dirà qualcosa in più sulla natura e l'origine del morbo misterioso, ma sopratutto spero che le vicende narrate fino ad adesso vengano raccontate fino alla fine. adesso abbiamo due storie in sospeso e io friggo di curiosità.

in lindbergh 4 l'autore (autrice? ogni tanto mi viene il dubbio, ma il tratto mi pare decisamente maschile) mette un bel po' di carne sul fuoco: conosciamo i moschettieri della rosa nera, soldati al servizio della regina, ai quali viene affidato il compito di liberare la principessa tilda presa in ostaggio da shark. che poi shark avesse avuto a che fare in passato con la regina l'avevamo capito, ma a quanto pare era anche una vecchia conoscenza dei moschettieri e guidava la squadra con il grado di comandante. tra i sette moschettieri spicca kirio, un tempo pupillo di shark e adesso gelosissimo delle attenzioni che quest'ultimo dedica a knit. kirio è incredibilmente abile con i lindbergh perché riesce a capirne i sentimenti, ma per qualche motivo shark ha poi perso fiducia in lui, cosa che il ragazzino non riesce a perdonargli ancora. in uno scontro tra kirio e knit plamo riesce a salvare il suo padrone svelando le sue ali e rende inoffensivi tutti gli altri lindbergh. quella che sembrava essere solo una leggenda per bambini viene improvvisamente rivelata come realtà: i lindbergh un tempo erano creature alate e plamo è l'unico superstite di quella razza antica.
manco a dirlo, prevedo un altro bel carico di azione nel prossimo volumetto. intanto bakaupdates segna che l'ultimo volumetto uscito è il sesto, e la gp - manco a dirlo - non dice un bel niente circa il calendario delle uscite.


ieri pomeriggio sono riuscita nella missione scambio: il mio fumettaro si è ripreso pandora hearts e silver spoon (più una copia del numero 13 di dragon ball che mia madre ha preso doppione a mio cugino) e sono riuscita a prendere due volumetti di vinland saga! i numeri 8 e 9 per la precisione. ormai manca pochissimo per mettermi in pari con le uscite.
la lettura è stata davvero una botta sulla testa (qui più che mai attenti agli spoiler!)
askeladd è sempre più interessato ad aiutare il principe canuto a salire sul trono, per riuscire a garantire la pace nel galles, suo paese natale. ma quando si trova davanti al re, questo lo mette davanti a una scelta: o la testa di canuto o la guerra in galles. non avendo previsto la mossa del re e non potendo scegliere, askeladd taglia la testa al re dopo averlo pubblicamente insultato e fa fuori mezza corte davanti agli occhi del principe, di thorkell e degli altri uomini. costretto dalle circostanze canuto uccide askeladd.
thorfinn, che ha passato quasi tutta la sua vita cercando vendetta per l'uccisione di suo padre, si vede morire tra le braccia l'uomo al quale ha giurato e promesso la morte per mano della sua spada. senza più un obbiettivo nella vita sembra quasi impazzito e ferisce canuto. il principe gli risparmia la vita ma per punizione viene venduto come schiavo.
del destino di thorfinn dopo la morte del re ne abbiamo notizia qualche anno dopo seguendo uno schiavo di nome einar che viene comprato da un fattore di nome ketil. il padrone in fondo è un uomo onesto e gli propone di comprare con il suo lavoro la libertà. einar conosce qui uno schiavo piccolo e dallo sguardo spento, che altri non è che thorfinn, ormai privo di qualsiasi ragione per vivere.
einar nota fin da subito che nonostante la bassa statura il suo compagno è un tipo singolare, ma quando poi, durante una zuffa con altri servitori, thorfinn schiva un attacco con una destrezza fuori dal comune, einar capisce che si trova davanti a un ex-guerriero, proprio lui che odia da sempre tutto ciò che ha a che fare con le guerre, la causa della morte della sua famiglia e della sua attuale condizione di schiavo.
nel frattempo canuto acquista sempre più potere, anche se oltre a lui, un altro uomo, ethelred, si dichiara re di tutta la britannia. con cautela e facendo le giuste mosse, evitando gli scontri diretti e esercitando il potere sui propri uomini con fermezza ma senza inutili crudeltà, canuto si libera in pochi anni di tutti i suoi nemici e riesce finalmente a ottenere la corona.
vinland saga si conferma una serie bellissima, con una trama scarsamente prevedibile e sopratutto dei personaggi meravigliosamente caratterizzati. lo sguardo di thorfinn dopo la morte di askeladd fa gelare il sangue. se ancora non l'avete recuperata, fatelo!

passando a letture un po' più da femminucce: arrivare a te continua con le cattiverie ai danni di sadako. questa volta le solite idiote anonime hanno sparso pettegolezzi parecchio acidi su yano e yoshida, convincendo sadako che se non si avvicina più a nessuno è meglio per tutti. e ovviamente lei si lascia persuadere della cosa fino a che quel santo di kazehaya non le spiega che sta sbagliando tutto.
insomma, la solita trafila di incomprensioni, equivoci eccetera condita con tanto zucchero e miele.
sono certa che non è una lettura che piacerebbe a tutti ma a me piace parecchio e non vedo l'ora che si entri un po' più nel vivo!

continua a piacermi pure tanto my little monster. chissà perché quando è stato annunciato me l'ero segnata non troppo convinta... beh, in ogni caso, mentre quei due idioti di mitti e haru continuano a girare intorno ai loro sentimenti mentre natsume riesce finalmente a dichiararsi a micchan con scarso rendimento.
e poi finalmente si comincia a conoscere un po' del passato tristissimo di haru e di quello vagamente più tragicomico di natsume. e... sasayasan mi sa che nasconde qualcosa dentro al cuoricino che inizia con n... e finisce con atume!
beh, in ogni caso, spero soltanto che andando avanti si diano tutti quanti una bella smossa, è ora di smetterla con le menate mentali! su su su!

lunedì 12 novembre 2012

il mondo di ran 1 e kaoru mori collection

sbarca in italia un'autrice bravissima con un manga a dir poco delizioso che già in tanti avete letto, adocchiato, sfogliato: il mondo di ran di aki irie, edito da j-pop.
ran uruma è una bimba che va male a scuola, ha pochi amici e un fratello maggiore con cui litiga per la maggior parte del tempo, un papà strambo e una mamma che sta lontana da casa per la maggior parte del tempo. però ran sa usare la magia e ha delle scarpe magiche che le permettono di trasformarsi un una bellissima giovane donna, suo fratello può diventare un lupo e sua mamma è una strega potentissima che vive in un villaggio lontano per tenere chiusa una porta misteriosa (il papà a quanto pare è solo strambo e abilissimo nel ricamo).
ran vorrebbe tanto poter stare di più con la sua mamma, così prova spesso a scappare da casa per raggiungere il villaggio dove abita lei - shizuka, la mamma di ran, bellissima e potente strega, sempre circondata di fiori e uccellini, capace di far apparire dolci dal nulla e di spargerli sulla città - a piedi, in autostop o volando.
in una delle sue fughe ran incontra per caso - o meglio gli cade dentro casa! - il bel signor otaro, figo oltre ogni limite, ricchissimo e sciupafemmine. otaro si prende una mezza cotta per ran (e dovrebbe vedere shizuka!) ma non sa che in realtà è una bambina, anche se di certo si è accorto di non avere a che fare con una ragazza normale...


il primo numero è naturalmente introduttivo, ma non è la solita noiosa presentazione dei personaggi né una roba incomprensibile. entriamo piano nel mondo di ran e veniamo spiazzati da questa streghetta adorabile dopo poche pagine. ran è allegra, solare e a volte vagamente avventata. ma sprizza fascino da ogni poro e le vittime della sua bellezza non sono poche. pare proprio che riesca a spezzare qualche cuoricino anche da bambina! certo è che piace parecchio ai suoi professori, nonostante i brutti voti non le si può non volere bene...


in questo post ho voluto abbondare con le immagini perché descrivere il tratto di aki irie senza vederlo è, per quello che mi riguarda, difficilissimo.
a prima vista mi ha riportato in mente la grafica anni '80: capelloni, ragazze belle e formose e ragazzi belli e mascolini. l'uso dei retini è limitato più che altro alle campiture mentre per le ombreggiature la irie preferisce lavorare con il pennino.
il disegno diventa così molto curato e molto più grafico che pittorico, mettendoci davanti a delle vere e proprie opere d'arte.
vagamente si potrebbe collocare il suo stile a metà tra la higashimura - di cui riprende lo stile un po' retrò, sopratutto nel disegno degli occhi e delle capigliature - e della mori - a cui si avvicina per le forme morbide e sensuali. di certo è un tratto particolarissimo e originale del quale non c'è neanche tanto bisogno di stare a decantarne le lodi, basta aprire il volumetto a caso per rimanere incantati.


particolarissimo è il modo di gestire la tavola: alcune pagine hanno delle gabbie fittissime, piene di vignette regolari e ben schematizzate quasi da fumetto italiano, in altre la struttura viene spezzata da figure fuori vignetta, altre ancora sono delle bellissime splash page come quelle che ho incollato sopra, che lasciano, letteralmente, senza fiato il lettore. da ex-incisore (non per mia scelta ma per impossibilità tecnica nel lavorare senza un laboratorio calcografico a disposizione) posso soltanto dire che ad avere avuto quelle immagini sott'occhio qualche anno fa, avrei avuto non poche ispirazioni per qualche bella acquaforte.
la irie non annoia mai, la regia è ben studiata e movimentata, figure intere piccole in campi larghi si alternano a primi e primissimi piani creando un dinamismo alla pagina che ci aiuta ancora di più a calarci nel mondo magico di ran. un lavoro da dieci e lode.



curatissima e bellissima l'edizione j-pop come sempre, ma d'altro canto è difficile rendere poco appetibile delle copertine così ben studiate e perfette.
godetevele in anteprima e speriamo che j-pop non ci faccia aspettare troppissimo prima di farci leggere il seguito di questa storia (o di qualsiasi altra cosa questa donna abbia realizzato in vita sua, io mi sono innamorata, di lei sì che prenderei qualsiasi cosa a scatola chiusa!)




altra meraviglia che ci ha regalato j-pop è il bellissimo kaoru mori collection - anithing & something, uscito in anteprima con ran al lucca comics.
si tratta di un libretto, come spiega in una serie di vignettine l'autrice stessa, che raccoglie delle storie brevi realizzate per vari motivi durante la carriera dell'autrice: immancabili le cameriere in divisa ma stavolta con una vena comica in più rispetto a emma, ma anche ragazzine in divisa scolastica, conigliette sexy, costumi da bagno e tanti tanti corsetti. detta così potrebbe sembrare una raccolta di sogni erotici maschili abbastanza scontati e prevedibili, invece la mori non si lascia scadere neanche un momento nel fanservice, regalandoci storie di poche pagine che spaziano dal comico al surreale ma sempre con l'eleganza e lo stile che la contraddistinguono. inoltre c'è una ricca raccolta di disegni, illustrazioni per pubblicità, gadget, frontespizi vari e tutto quello che può rendere felice gli occhi di chi sfoglia il volumetto.
un regalo fatto dall'autrice ai suoi fan ma anche un ottimo modo per avvicinarsi a kaoru mori prima di recuperare (obbligo categorico!) i giorni della sposa e pregare che j-pop ristampi davvero emma.

domenica 11 novembre 2012

kaoru mori scribbles ♥ considerazioni random e qualche foto

per la gioia dei vostri occhi!
qualche foto fatta al kaoru mori scribbles vol. 3 che yue mi ha gentilmente preso a lucca!
peccato non avere anche gli altri. i disegni della mori, sopratutto allo stadio non definitivo, sono bellissimi. la morbidezza della matita esalta la sensualità del tratto, le donne disegnate in questo libretto sono il massimo della femminilità e dell'eleganza: forme piene, sinuose e abbondanti, sorrisi invitanti, sguardi dolcissimi, abiti raffinati... il tripudio dell'essere femmina!
questo albetto è capitato proprio a fagiolo visto che qualche giorno fa con anna parlavo proprio della questione femminilità/femminismo eccetera.
diteglielo alla mori che per essere femministe bisogna vergognarsi di essere femmine e voler essere maschi a tutti i costi. ditelo a lei che disegnando queste figurine da più lezioni di classe di quanto riesca a fare un'enciclopedia di bon ton.
poche pagine ma un vero e proprio gioiellino!





pandora hearts 1 e silver spoon 1 ovvero: roba da evitare!


ecco qui il mio kaoru mori collection speditomi da yue con altri due regalini carini carini!
mentre sotto vi faccio vedere la pila devastante di roba letta/da finire di leggere/da cominciare a leggere che staziona sulla mia scrivania e che in buona sostanza è tutto quello di cui vi parlerò nei prossimi post... anzi, cominciamo adesso!


mi avevano consigliato pandora hearts come un gran capolavoro, ho letto dappertutto commenti entusiasti del tipo "è il manga della mia vita" e ho deciso di provare il primo volumetto certa di avere tra le mani un nuovo caso editoriale, una figata estrema, una genialata totale.
risultato? per me non vale manco lo spazio che occupa sullo scaffale.
i disegni non mi sono piaciuti per nulla, sono rozzissimi e in buona sostanza si tratta della solita fuffa da shounen. immaginatevi le clamp che disegnano male, o più o meno qualsiasi roba trovate in fumetteria per un pubblico di quattordicenni.
la storia? un ragazzino sta per compiere un rito tipo entrata nell'età adulta per il suo quindicesimo compleanno, quando si vede spedito in una dimensione altra che a quanto pare è una prigione dove vengono mandati quelli che si sono macchiati di un grave peccato. il punto è che lui non ha fatto niente. ma a quanto pare il suo peccato è essere venuto al mondo. e già qui c'è da mettersi a piangere per la totale prevedibilità della cosa. magari potrebbe essere interessante l'idea del peccato di cui non si ha memoria, ma così...
qui cominciano a cicciare fuori mostri vari, una ragazzina che pare cattiva e poi si rivela buona, un'altra che pare buona e in realtà è un mostro, altri personaggi stupidi e inutili e banali che non si capisce se lo vogliono aiutare o meno. per il resto, non si capisce un cavolo.
il primo numero si fa fatica a seguirlo, noiosissimo, confuso, sembra fatto da chi non ha la più pallida idea di come gestire i tempi e gli spazi grafici e narrativi e plausibilmente è così. se dovesse migliorare tendendo al clampico andante - ed è lì che vuole andare a parare - allora si conferma la scemenza che è parsa a me fin da subito. ma di certo non sono disposta a spenderci più un euro. anzi, spero di potermi liberare del primo numero prima possibile, ergo se qualcuno vuole leggerlo cedo volentieri la mia copia. plausibilmente può piacere molto a un pubblico più giovane (?) e forse con meno letture alle spalle, per essere meno gentile e velata a chi non ci capisce un cazzo e vuole il protagonista carino e biondo affrontare situazioni senza capo né coda ma con un sacco di linee cinetiche, ma per quello che mi riguarda è no secco e perentorio. c'è decisamente di meglio in giro e i propri soldi è consigliabile investirli in altro.

altra roba altrettanto osannata e per me altrettanto da evitare è silver spoon. la delusione qui è stata massima. da pandora me l'aspettavo una bimbomikiata, ma da questo, che tutti portavano sul vassoio d'argento come seinen-rivelazione, beh, non me l'aspettavo proprio. anzi, avevo grandi aspettative su questo manga.
una delle cose che più mi ha fatto innervosire sono stati i disegni. ora, dopo che sento dappertutto criticare disegni bellissimi, leggere che questi non sono tanto male... ma che avete sugli occhi? fette di salame spesse due dita come minimo! non ho idea di come questa tipa possa essere considerata una mangaka famosa e meritevole se disegna sempre così. volti sbagliati al limite del grottesco o del disegno di fanzine da terza media, figure statiche e legnose, anatomie inesistenti... cosa ci trovate?
passando alla storia: penosa. un idiota si iscrive in una scuola agraria piena di personaggi al limite della deficienza mentale grave, tutti i suoi compagni stanno lì per continuare le attività dei genitori (allevamento di bestiame, produzione di formaggi e altre amenità del genere) mentre lui non sa che cacchio ci sta a fare. il leit motif è non ho nessun sogno, e la cosa viene ripetuta tante di quelle volte che la tentazione di strappare il volumetto mandandolo a fanculo è forte.
l'editore parlava di vita di campagna e amore per gli animali... amore? come scena divertente c'è la decapitazione di un pollo. e dovrebbe far ridere. poi mi dite chi è che ha riso, così gli consiglio uno psicologo. non ricordo quante pagine sono state dedicate al trauma del protagonista nello scoprire che le galline hanno un solo buco per le uova e per la cacca. ma stiamo scherzando? davvero esiste gente che non sa da dove escono le uova? davvero questa roba dovrebbe essere divertente? gli animali sono trattati come prodotti più o meno puzzolenti e rompiscatole, di amore non ce n'è manco a cercarlo. persino i cavalli, dei quali si parla con un pelino più di decenza, sono ridotti a delle bestie stronze e capricciose.
brutto, stupido, illeggibile, con personaggi a un passo dal nauseabondo, trama inesistente, valori zero: nessun sogno, nessun amore per gli animali, niente di quanto promesso. sinceramente non sono nemmeno riuscita a finire di leggerlo. penoso. adesso so che recuperare fma non vale la pena neanche a pensarci.

domani vi dico due parole su quello che invece merita di essere letto e amato!

giovedì 8 novembre 2012

banana fish

uno shoujo fuori dagli schemi o anche pensavate che tutti gli shoujo fossero solo occhini fiori e batticuori ma anche uno shoujo senza ragazzine e sogni d'amore dovrei iniziare così?
no. perché c'è un grande, grandissimo fraintendimento sulle classificazioni dei manga e vorrei approfittarne per chiarire il concetto. shoujo, shounen, seinen eccetera non sono generi.
per genere abbiamo il romance, lo slice of life, l'avventura, il sci-fiction, lo storico eccetera.
quando invece si parla di shoujo o tutto il resto di cui sopra, ci si riferisce a un altro tipo di classificazione che qui in italia è difficile da afferrare semplicemente perché non esiste. infatti la distinzione tra shoujo, shounen eccetera si basa esclusivamente sulle riviste che ospitano gli episodi dei vari manga e sul loro target.
in giappone una determinata rivista contenitore è destinata a un determinato pubblico. quindi gli shoujo per le ragazzine, josei per le giovani donne, shounen per i maschietti, seinen per i lettori più adulti. necessariamente le storie che vi vengono pubblicate vengono scritte per essere apprezzate per quella specifica fascia di lettori, ecco perché ricorrono degli elementi canonici in alcune serie che le rendono immediatamente classificabili anche da noi, dove i manga arrivano direttamente in monografico.
però questa non è una regola assoluta. yotsuba& è un seinen, così come chii's sweet home o aria. eppure in italia la storia di un gattino verrebbe subito classificata "per bambini" e amen. e banana fish è uno shoujo. è inutile paragonarlo ad altri shoujo perché è davvero nettamente fuori dagli schemi, ma ricordiamoci la differenza tra target e genere prima di usare questa espressione. giusto per non fare casino e sparare cazzate tipo che my girl è uno shoujo, come sostiene l'editore italiano, tanto per dirne uno. si tratta di un seinen, anche se la storia attirerà principalmente - almeno in italia, dove siamo abituati a dividere tutto in "per femmine" e "per maschi" - un pubblico di lettrici donne, se l'autrice è una donna e se la protagonista è una bambina.
ho letto che qualcuno lo definisce un falso shoujo, altri uno dicono che in fondo è uno shounen, altri ancora che è uno shounen-ai non riuscito.
tutte minchiate. è stato pubblicato su una rivista di shoujo quindi è uno shoujo. anche se si pestano a sangue e non ci sono fiorellini sullo sfondo. per favore, prima di far finta di essere ferrati sull'argomento, sappiate almeno il significato dei termini che usate.

dopo questa piccola, arrogante introduzione, che ritengo necessaria dato che dopo tanti anni (quanti sono? una trentina almeno?) che in italia si leggono manga come fossero topolino molto spesso il concetto non è chiaro, andiamo al sodo. banana fish è uno shoujo fuori dal comune. un manga fuori dal comune. un fumetto fuori dal comune. principalmente per il suo altissimo livello narrativo che è di molto al di sopra della media di quello che normalmente passa il convento. ragion per cui è stato così poco apprezzato ed è diventato uno di quei simboli di intellettualismo nerd (concedetemi il termine) nonché uno dei baluardi dei veri intenditori blabla. plausibilmente il suo scarso successo si deve sopratutto, a mio modestissimo avviso, a) al periodo in cui è stato pubblicato (dieci anni fa, periodo in cui ci si stava ancora barcamenando in un universo letterario abbastanza nuovo, di cui facevano parte, come pezzi forti, titoli decisamente più facili e commerciali, aiutati sopratutto dalle versioni animate) b) al prezzo alto per quel periodo (4,50€/5,00€ quando ranma te lo tiravano in testa a un euro al volumetto), c) alla pessima pubblicità e alla scarsissima attrattiva della copertina, che pare quella di un giallo da spiaggia da quattro soldi. chiunque abbia scelto quella font spero possa giustificarsi spiegandoci che al periodo faceva uso di allucinogeni, d) allo stile di disegno abbastanza fuori dal comune che forse ha allontanato non pochi lettori abituati al fatto che nei manga gli occhi occupano almeno una parte del viso, altrimenti che minchia è? tex?
nella cerchia di chi non lo comprò all'epoca mi ci metto pure io. a mia discolpa posso dire che dieci anni fa avevo appena iniziato a leggere manga, non avevo ancora un computer in casa e non ricordo neanche di aver mai visto un volumetto di banana fish in fumetteria. venni a sapere molto dopo della pubblicazione di questo manga, tramite il solito forum, ma già era difficile recuperare i volumetti e poi ero decisamente una bimbominkia di quindici anni che leggeva ccsakura. perdonate e poi sparatemi, per citare uno che l'aveva capita a pieno la situazione.

ultima premessa. mai mi è venuto così difficile scrivere un post come questa volta. parlare di banana fish è quasi impossibile senza cadere nel banale. ci provo, ma perdonate se non sarò all'altezza.
la storia di banana fish si svolge nell'america degli anni '80, ma in realtà prende il via poco più di dieci anni prima in vietnam: un soldato sotto effetto di uno strano allucinogeno spara all'impazzata sui compagni ripetendo soltanto due parole senza significato apparente, ossia quel banana fish che da il nome alla serie.
a distanza di dodici anni da quel giorno, un giovane boss di una band di ragazzini, ash linx, si ritrova davanti un uomo che, ferito da un colpo di pistola e ormai in punto di morte, gli da un piccolo contenitore e gli indica un indirizzo, chiedendogli di cercare banana fish.
ash è un personaggio semplicemente indimenticabile. se all'inizio potrebbe sembrare giusto il capo di una piccola banda di ragazzi di strada, si rivela uno di quei protagonisti da film d'azione americano a cui chuck norris potrebbe tranquillamente fare una sega: bellissimo, abilissimo nei combattimenti, leader carismatico, dotato di un q.i. di oltre 200. ash si ritrova invischiato in uno dei più grandi intrighi di mafia della storia.
*attenzione agli spoiler*
le parole banana fish sono le uniche che il fratello di ash, ridotto in stato vegetativo da dopo la guerra in vietnam, riesce a pronunciare. cercando di svelare il mistero che si lega dietro la follia di suo fratello, ash si mette sulla pista di questo misterioso personaggio che risponde al nome di banana fish. dietro l'omicidio, compiuto dai suoi stessi ragazzi, ci sta una sua vecchia conoscenza, uno dei più potenti capi mafia americani, dino goldzine, ai tempi suo addestratore e carnefice e adesso interessato ad ash per farne il suo legittimo successore, un uomo crudele e senza scurpoli, che oltre ai soliti traffici di droga e armi, si dilettava anche nei giri di prostituzione minorile, vendendo ragazzini di strada come ash anche a influenti e famosi uomini politici.
si ritrovano coinvolti nella vicenda anche max lobo, un giornalista che ai tempi era compagno d'armi del fratello di ash, e il suo amico shunichi ibe con il suo giovanissimo assistente eiji okumura, che si trovano in america per un servizio sulle band giovanili della malavita americana.
eiji e ash, diversi praticamente come il giorno e la notte, si ritroveranno ben presto legati da un legame forte oltre ogni immaginazione. nonostante ash sia dichiaratamente gay e i personaggi femminili nella storia siano praticamente inesistenti (ce n'è sono... tre?) scordatevi le scenette smielate da shounen-ai o i culetti al vento da yaoi. non c'è posto per il romanticismo da due soldi in banana fish, né per le scenette da autocompiacimento. chi sperava in batticuori e bacini tra bei ragazzi ha sbagliato titolo.
il rapporto tra i due ragazzi va al di là dell'amicizia, dell'amore, della lealtà, dell'ammirazione, del rispetto. ash vede in eiji la purezza che lui non ha mai avuto neanche da bambino e vorrebbe far di tutto per non macchiarla, ed eiji vuole far di tutto per salvare ash dal mondo di violenza feroce che vuole sbranarlo e distruggerlo.
il sesso è nudo e crudo, molto spesso esclusivamente uno dei tanti modi per fare violenza su qualcuno.
gli eventi si susseguono senza un attimo di tregua, entrano in gioco nuovi personaggi, come gli indimenticabili yue lung e blanca, e si scopre la vera identità di banana fish. non è una persona, come si voleva far credere all'inizio, ma una potentissima droga, sintetizzata per sbaglio da alcuni - all'epoca - studenti universitari, che riduce chi l'assume in uno stato tale per cui il soggetto drogato può essere controllato e costretto a fare qualsiasi cosa da chi lo controlla.
la trama si sviluppa a ritmo serratissimo, in un continuo braccio di ferro tra dino goldzine e ash mentre nel frattempo all'intreccio si vanno aggiungendo le storie degli altri personaggi: il passato della casata lee, il rapporto tra eiji e ash, la storia di max lobo e del fratello di ash, intrighi politici, macchinazioni, trappole, sparatorie, inseguimenti e chi più ne ha più ne metta.
il merito più grande però di questo manga è, a mio modestissimo parere, riuscire a conciliare l'azione frenetica a un'attenta introspezione psicologica dei personaggi e sopratutto alla creazione di un background per ciascuno capace di renderli tutti figure a tutto tondo e non semplici macchiette.
tutti sono, nella loro specifica straordinarietà, assolutamente realistici e plausibili. tutti vengono da un passato terribile e tutti mirano a una qualche redenzione. nati nel sangue, non possono che continuare il loro percorso nella violenza fino alla propria personale salvezza. yue lung è, in questo senso, un personaggio di una bellezza rara, una creatura nata dalla mente di un tragediografo greco e finita per sbaglio in una storia di qualche secolo più tardi.
nonostante ash sia inverosibilmente figo, i racconti sul suo passato rendono credibile ogni cosa. ash non è così per volontà dello spirito santo o per una fortunata disposizione delle stelle al momento della sua nascita, e questo ci tengo a sottolinearlo perché la pelle dura di ash è stata una delle critiche più forti fatte a questo manga.
dopo aver vissuto un'infanzia come la sua, o veniva fuori un demone come ash, o uno zombie ebete incapace persino di pronunciare parola. la straordinaria forza d'animo di questo giovane ha creato una figura magnifica e terrificante al contempo.
il complesso sistema di rapporti tra i vari interpreti di questo dramma è perfettamente realistico e funzionale: odio, amore, tradimenti, amicizia, lealtà, tutto contribuisce a far muovere gli eventi, in una spirale continua che arriva all'ineluttabile e per nulla deludente finale. nulla poteva essere diverso da quello che è stato. non mi è mai capitato di leggere una storia così "perfetta". in banana fish non c'è neanche una virgola da cambiare, nessuna incoerenza, nessuna perdita di senso o di tensione.
dal punto di vista puramente grafico, il tratto un po' troppo anonimo dei primi volumetti prende carattere con l'andare avanti del racconto.


personalmente ritengo lo stile di disegno perfetto per la storia e in generale molto elegante e personale. espressivo e funzionale come deve essere il disegno in un fumetto, il tratto della yoshida sarebbe perfetto anche in un'affiche vecchio stile.
regia, composizione delle tavole, gestione degli spazi grafici e dei tempi assolutamente perfetti. dieci e lode.
in definitiva qui sì, c'è da urlare al capolavoro. se ve lo siete persi, recuperatelo. a qualsiasi costo.

mercoledì 7 novembre 2012

001 edizioni presenta hikari a lucca c&g 2012

sul sito dello smo ci sono finalmente i dettagli riguardo a hikari, la nuova collana presentata a lucca da 001 edizioni.
il progetto partirà effettivamente nel 2013 anche se è già uscito, proprio in occasione della fiera, il primo volume firmato da araki.

hikari sarà una collana - secondo quello che leggo - di qualità: pochi titoli all'anno, attualmente stimano 5 o 6, solo volumi unici o al massimo opere di pochi tankobook raccolte in un unico tomo, nessuna serializzazione e la distribuzione, oltre che in fumetteria, anche nelle librerie di varia, edizione curata, formato grande eccetera.
nel catalogo di hikari avranno ovviamente posto anche autrici donne e opere pensate principalmente per un pubblico femminile (e qui tutti pensarono a sakuran) e questo è quello che personalmente aspetto con maggior entusiasmo.

finalmente si realizza un sogno! una collana curata per bene, che non mira al riempimento delle fumetterie ma alla soddisfazione dei lettori, che promette buone edizioni e titoli di qualità senza farci entrare nel panico delle serie interrotte. e personalmente ho un debole per i volumi unici!

non appena si saprà qualcosa di più vi aggiorno!

martedì 6 novembre 2012

métamorphose in italia per bao publishing

eccoci qui, all'annuncio più succoso di tutta lucca 2012, che decisamente merita di essere approfondito.
métamorphose è un progetto editoriale abbastanza recente avviato negli ultimi anni da barbara canepa (witch, sky doll, end) in francia.
un'etichetta che ha pubblicato dai nostri vicini francesi dei gioiellini di rara bellezza e che finalmente sbarca anche in italia, dal 2013, per merito di bao publishing.
copincollo dall'ultima news sul loro sito (la trovate qui)
- A inizio 2013 arrivano in Italia i titoli della linea francese Métamorphose, curata da Barbara Canepa. I primi a uscire saranno Yaxin – Il fauno Gabriele e Billy Nebbia – Il dono della vista confusa (del genialeGuillaume Bianco). Altri annunci in primavera.
questi due sono miei senza nemmeno pensarci, visto che progettavo di prenderli in francese. e saranno miei tutti i prossimi annunci di questa etichetta.
billy brouillard in francia è arrivato in questi giorni al terzo volume!
credetemi, ne vale la pena, già solo per la gioia degli occhi. guardate un po'...