eccoci qui con una nuova intervista!!! questa volta sotto il torchio c'è passato cristian posocco, direttore editoriale della flashbook! mille grazie a cristian che ci ha regalato un'intervista parecchio interessante e divertente (d'altronde il fancazzismo ruleggia come sempre!). per rileggere i post che riguardano flashbook, vi rimando a questo link! buona lettura!
ciao cristian! grazie mille per la disponibilità a rispondere a queste domande, anzi cominciamo da qualcosa di facile facile: come hai iniziato a lavorare nel campo dell'editoria di fumetti?
Ciao Clacca! Orbene, in principio vi fu una concomitanza, quasi una scellerata associazione a delinquere di due fattori fondamentali, quali causa dell’immane disastro che agli albori del 2006 si abbattette (si può dire anche “abbatté”, ma “abbattette” mi piace di più perché c’è la parola “tette” ^o^/) nel mondo dell’editoria italiana: il mio esordio tra le file degli addetti ai lavori. Questi due fattori sono il fattore “V” e il fattore “C”.
Il Fattore “V” è la volontà: volli, fortissimamente volli. Passai tutti gli anni dell’università a fondare fanzine e riviste, frequentare ambienti accademici e professionali, scrivere articoli e libri, lavorare come traduttore con costanza e tenacia. Finché non giunse il giorno che intervenne...
Il fattore “C”: sì, ovviamente è il culo (si può scrivere?). Perché se non hai una bottarella di culo, puoi essere il supermeglio dei più meglio, ma difficilmente riuscirai a dimostrarlo. Nella fattispecie, quello mangoso è un mercato piccolo e con pochissima richiesta di figure professionali. Però capitò che sul finire del 2005 il giovanissimo editore Flashbook, appena lasciatosi col precedente direttore editoriale, facesse dei sondaggi presso alcuni addetti ai lavori alla ricerca di un candidato a ricoprire il ruolo rimasto vacante. E un traduttore fece il mio nome, allegando curriculum e gavetta. Poi venne il colloquio, e in breve tempo raggiungemmo un accordo. Ecco, più o meno andò così.
... E invece no! Non è andata così! Basta con questa “versione ufficiale” costruita ad arte per intenerire le folle e celare la verità. Mi ero impegnato a mantenerlo segreto, ma è il momento che le folle sappiano: ebbene, il mio ingresso nel fantastico universo dell’editoria mangosa è dovuto al fatto che in quegli anni l’editoria mangosa italiana era in crisi esistenziale, cercava un’icona maschile sexy da piazzare come frontman per conquistare il Mondo.
Fui scelto io.
qual'è il lavoro che c'è dietro la pubblicazione in italia di un manga o di un manhwa? quali sono le fasi che i lettori non conoscono e sopratutto su quali criteri flashbook sceglie cosa pubblicare?
Com’è prevedibile, c’è taaanto lavoro dietro le quinte. Anche solo la fase delle trattative per ottenere dei diritti di pubblicazione può essere laboriosa ed estenuante, e protrarsi anche per diversi anni. Ci vogliono pazienza, intuito e sangue freddo. Ottenuti dei diritti, qualora l’editore originale sia sprovvisto dei file digitali delle tavole, è necessario scansionare ogni volume pagina per pagina. Poi i volumi vanno mandati ai traduttori, che oltre a tradurre (ma va’?!) numerano i balloon e le onomatopee. Il volume numerato può quindi passare di mano all’adattatore, qualora sia una persona diversa dal traduttore, per poi passare in mano al rumorista, che lavorerà sui file digitali per trasformare i rumori giapponesi in rumori italiani, e infine capitolare in mano al letterista, che impagina le tavole lavorate ed effettua il lettering. L’albo impaginato viene stampato su normali fogli A4 per il primo proofreading, ovvero la ricerca di eventuali errori e refusi; fatte le correzioni si stampa la cianografica, una “simulazione” delle lastra di stampa su enormi fogli di carta che, ripiegati, formeranno fascicoletti di 32 pagine. Di norma, un manga ha 192 pagine ed è formato da 6 fascicoletti da 32. Si fa quindi un’ultima rilettura sulla cianografica per controllare la sequenza delle pagine e sgamare errori sfuggiti al primo controllo. La lastra va in tipografia, che stamperà i fogli e li manderà in legatoria, dove verranno piegati, fascicolati, tagliati, incollati e brossurati. Parallelamente, viene stampata la sovraccoperta. L’ultimo passaggio è il confezionamento delle sovraccoperte sugli albi stampati. Alla Flash questa fase viene eseguita a mano. C’è chi giura di aver intravvisto una volta delle marmotte dedite al confezionamento degli albi. Sarà vero?
Riguardo ai criteri di scelta, be’, ci sono diverse scremature. Si cerca di leggere il più possibile, e si annotano le opere che hanno un quid, un qualcosa che colpisce, che ti spinge a voler andare avanti a leggerle, una loro raison d’être. Poi ci si ragiona e si cerca di capire se potrebbero piacere al pubblico italiano, e più in particolare al pubblico che segue la tua casa editrice (per chiarire faccio un esempio: è inutile che Flashbook pubblichi un clone di Naruto, perché il lettore medio di Naruto è spesso un lettore poco attento e poco informato, che si lascia guidare dai grandi brand e che potrebbe benissimo ignorare la stessa esistenza di Flashbook). Infine, e qui sta il punto più difficile, si cerca di capire se le fumetterie, nel marasma delle centinaia di uscite mensili, ti ordinerebbero quel titolo. In realtà c’è anche un ulteriore criterio, che è quello economico. Per fare una metafora calcistica, se anche individui un “top player” (che fiqa quest’espressione! XD) che potrebbe far fare il salto di qualità alla tua squadra, arrivarci non è automatico. Puoi odorarlo, corteggiarlo, flirtarci, ma se poi arriva lo sceicco di turno con i sacchi di palanche $onanti... bye bye top player. Soprattutto se chi tiene la contabilità giudica irreali, insostenibili e fuori luogo certe cifre.
Bravura e fortuna si vedono nello scoprire i top player futuri prima che siano consacrati. Ma con l’attuale tendenza a buttare la rete e pescare tutto, anche le serie appena iniziate, è sempre più difficile anche riuscire in questo.
tu sei molto presente su social network vari e dialoghi tanto con i fan di flashbook: questa cosa aiuta anche a prendere qualche scelta editoriale significativa? ad esempio, hai mai preso in considerazione un titolo perché i lettori lo richiedevano?
Diciamo che rilevare un sollevamento popolare intorno a un titolo che potrebbe essere alla tua portata schifo schifo non fa. ^^”
domanda obbligatoria: cosa ne pensi del fenomeno scanlation? pubblicizza le opere prima che l'editore le stampi oppure fa diminuire il numero di potenziali acquirenti?
Con un coltello posso sopravvivere o uccidere. Gli strumenti sono strumenti, è l’uso che se ne fa che può essere costruttivo o distruttivo. Ma, a prescindere da ogni ragionevole discorso di utilità o danno, resta il fatto che sono un fenomeno illegale, e in quanto tale, da rappresentante di una casa editrice che ha il dovere di tutelare l’immagine dei suoi licensor, preferirei non esprimermi su tale argomento.
facciamo finta che per assurdo non avessi la possibilità di avere un feedback diretto dai lettori italiani circa un titolo che potresti voler pubblicare. in quel caso si guarda solo al successo in patria o si tiene in considerazione anche se quel dato titolo vende o meno in altri paesi occidentali?
Mah, forse il successo in eventuali edizioni occidentali potrebbe essere un dato più utile del successo in patria. Anche se pure il successo in patria mi dà informazioni “collaterali”: per esempio, un manga in crisi è un manga che non durerà a lungo; uno al top dei consensi tirerà avanti ancora a lungo, e magari verrà trasposto in anime. E lo spam si impennaaa!!!
In realtà, con un po’ di esperienza e di osservazione del proprio storico, è facile capire quali (pochi) manghi saranno dei probabili best-seller - e non a caso su quei titoli lì gli editori nostrani solitamente si scannano in allegria.
confesso che del parco titoli flashbook seguo molto poco la sezione dedicata ai maschietti (e mi spiace un po' perché di sicuro mi perdo qualcosa di interessante) ma mi pare di notare che gli entusiasmi più forti per i vostri titoli siano tra le fanciulle... e in effetti ultimamente i vostri shoujo stanno avendo un notevole successo. c'è realmente una maggiore attenzione per noi femminucce, o è solo una situazione momentanea e "non voluta"?
Diciamo che lavorare con le ragazze è più facile, perché sono un pubblico informato, fedele e costante. È di conseguenza più facile proporre uno shojo, perché ci aspettiamo che venga perlomeno provato e che, se piace, nasca un buon passaparola. Il pubblico maschile è più diffidente e volubile. Inoltre, è molto più facile pescare dei buoni titoli (con buoni titoli intendo titoli belli e vendibili) a buoni prezzi nel Mar Scioggio che fra le selvagge rapide dei titoli testosteronici, dove la concorrenza, per quel che ha buone prospettive di vendita, è spietatissima. Quindi anche ammettendo di fare 10 tentativi in campo shojo e 10 in campo shonen-seinen, magari te ne van bene 5 nel primo caso e 2 nel secondo, e alla fine sembra che tu voglia fare solo shojo. Ma poi, inutile nascondersi: se posso scegliere, alle fiere preferisco essere attorniato dalle fanciulle piuttosto che dai maschiacci pelosi & puzzoni. Eh!
personalmente ho notato un netto salto qualitativo negli ultimi anni nel vostro catalogo, un cambio abbastanza radicale nella scelta delle opere da pubblicare (penso a kayono e rabbrividisco, senza offesa per i fan, ma...). dipende esclusivamente da una questione di "gusti" del direttore editoriale, oppure flashbook è cresciuta e può permettersi di alzare un po' più il tiro rispetto agli esordi?
Mah, entrambe le cose direi. E poi c’è che invece dice che Flashbook è calata, perché non facciamo più i Chonchu, I Rebirth, I Dan Gu eccetera. Certamente chi mi ha preceduto teneva in minore considerazione gli shojo, ma c’è da dire che in quel periodo c’era fior di serie seinennose o manhwose su cui buttarsi quasi senza concorrenza, oggi è molto diverso. Insomma: un po’ la sensibilità personale e i “gusti”, un po’ i tempi, un po’ le opportunità, un po’ le contingenze. Certamente, se giudico un titolo immondo non lo prendo nemmeno in considerazione. Prima di essere proposti per un eventuale pubblicazione all’amministrazione di Flashbook, i titoli subiscono fior di scremature e riflessioni. Voglio essere sempre convintissimo di quello che pubblichiamo, e, di conseguenza, i lettori con una “sensibilità” affine alla mia non potranno che apprezzare quest’opera di selezione.
altra domanda obbligatoria: c'è qualche titolo edito in italia che avresti voluto pubblicare tu?
Ce ne son tanti! Evitando quelli che non avrei comunque potuto pubblicare, perché inarrivabili o di case editrici “chiuse”, ti butto là Hime-chan no ribon (che eravamo a un soffio dall’ottenere, mannaggia!!), Highschool of the dead (sono uno zombifan!!!), La figlia dell’otaku e... dai, ti spoilero un titolo non ancora annunciato: Tokyo Girls Destruction! Non sarà un capolavoro lettarario-filosofico-antropologico, ma è comunque divertente, graficamente eccelso, e sono certo venderà bene. Avrebbe ben funzionato con il nostro marchio.
e tra quelli inediti, ci sveleresti uno o due titoli che ti piacerebbe arrivassero da noi con il marchio flashbook?
No, perché poi la concorrenza legge e ce li ciula. ^^
Anzi, dai, te ne dico uno che tanto è un sogno proibito e impossibile: Omae ga sekai wo kowashitai nara di Fujiwara Kaoru.
fumetto commerciale, fumetto di nicchia... tematiche a parte, secondo te da cosa dipende la vendibilità di un manga? perché kei tome no e mayu shinjo sì? è davvero soltanto una questione di distribuzione, o ci sono altri fattori che attirano il lettore?
La distribuzione e la visibilità sono i primi fattori. E poi c’è un fattore culturale, o meglio, a-culturale. Perché in televisione impazza il nulla di “Uomini e donne” e trasmissioni sublimi come “Per un pugno di libri” vengono cancellate? Gli italiani non vogliono la qualità, non vogliono l’arte, non vogliono la cultura: vogliono l’ignoranza, l’intrattenimento a cervello spento - ché fatico tutto il giorno per trovare il modo di portare a casa il massimo con il minimo sforzo, e se mi devo divertire voglio divertirmi senza dover di nuovo faticare a pensare, eh!
secondo flashbook com'è il lettore italiano di manga? il ragazzino che passa dall'edicola e prende la prima roba che trova, o l'ultra-informato che passa la giornata sui forum a tema?
I profili da te citati rispecchiano proprio le tipologie tipiche del lettore di manga in Italia. Non si può dire quali dei due sia più rappresentativo, incarnano due prospettive profondamente diverse ma altrettanto importanti, con i pro e i contri. Il ragazzino da edicola è in maggioranza numerica, e i “grandi numeri” si fanno grazie a lui. Ritengo però che sia un lettore effimero, su cui non vale la pena investire: prima o poi si stancherà e si dedicherà ad altro, seguendo il variare delle mode. Molto più saggio investire sulle nicchie informate e fedeli.
il vostro catalogo è molto ben fornito di titoli adatti a un pubblico giovane, ma più in là ci sarà la possibilità di vedere qualche seinen e/o josei? cos'è che blocca la vendita di questo genere di opere in italia? in fondo qui non ci sono forti differenziazioni di target, quindi magari chi compra uno shoujo comprerebbe anche un josei, magari senza sapere neanche che esiste una differenza...
Io vorrei fare regolarmente seinen, il problema è che ci sono risultati di vendita molto altalenanti, e gli ultimi titoli anche molto belli che abbiamo fatto hanno avuto un successo di vendite inversamente proporzionale al successo di critica. Siccome a chi tiene la contabilità non gliene frega una beata cippa del successo di critica, il settore seinen è quello in cui mi trovo costretto a scremare di più, in cerca di titoli che *sono quasi certo venderebbero*: ma alla fine su quei titoli la concorrenza si rivela sempre molto forte.
Per i josei i precedenti sono deprimenti, e anche se è vero che in Italia non abbiamo delle differenziazioni di target codificate come in Giappone, è altrettanto vero che le differenze tematiche, grafiche, strutturali e narrative fra josei e shojo si vedono, eccome! Questa freddezza nei confronti del genere josei mi addolora particolarmente, perché Shodensha, per fare un esempio, ha un catalogo strepitoso, ricco di autentiche perle che amerei poter pubblicare, ma penso ci vorrà un po’ prima che l’amministrazione mi dia l’ok per un nuovo excursus nel genere.
esclusi i colossi storici (planet manga e star comics) attualmente le "piccole" case editrici stanno puntando molto di più sulla qualità dei titoli e sul rapporto diretto con i lettori. questa tendenza potrebbe cambiare il panorama editoriale italiano con l'andare del tempo, magari fino a ribaltare la situazione?
Mah, direi che il panorama sarà cambiato più che altro dall’iperaffollamento di titoli e dal conseguente crollo delle vendite medie, dalla crisi economica, dalla diffusione della distribuzione digitale... e poi da varie contingenze che potranno verificarsi nelle varie realtà editoriali.
ti è mai capitato di sentirti "criticato" per la tua passione per i fumetti (come lettore e come editore)? i manga sono ancora visti dai non addetti ai lavori come tetteculi e violenza?
No, non mi è mai capitato. E poi, bah, mi interessa relativamente l’opinione di chi non conosce le cose su cui si vuole esprimere. I manga non sono tutti tetteculi! Vorrei tanto lo fossero, ma non lo sono. Ahimè. È un mondo difficile! T^T
grazie mille per la tua collaborazione e buon lavoro!
Grazie a te per la vetrina! Tante cose tanto belle a te, al tuo blog e a tutti i tuoi lettori!