incuriosita dall'annuncio di j-pop e da tutti i commenti entusiasti che ho letto in merito mi sono sciroppata in un paio di giorni tutti gli episodi di ikoku meiro no croisée (cosa non fa non avere un lavoro...)
giudizio? carino, ma non fondamentale. ben fatto, ma non eccellente. personaggi simpatici, ma non indimenticabili. ambientazione carina, disegni graziosi, ma nulla di trascendentale. insomma, non urlo al miracolo però mi è piaciuto. sicuramente prenderò il manga, sarà una lettura piacevole se si mantiene sul livello del manga, ma mi auguro che migliori.
solo una giustificazione: il manga è giunto appena al secondo volumetto. le vicende saranno giusto all'inizio, almeno credo, e quindi l'anime lascia molte cose un po' in sospeso. o comunque non approfondisce certi aspetti che... no, ok, vi racconto la storia, altrimenti non si capisce cosa voglio dire.
parigi, inizio secolo scorso. belle époque e tutto il resto. un vecchio ex-fabbro, oscar, ha la fissazione di viaggiare ed è appena tornato dal giappone, con una valigia piena di souvenir e una ragazzina. (perché se l'è portata appresso? come l'ha conosciuta? perché lei è voluta andare a parigi? la spiegazione è talmente blanda da essere considerata inesistente.) il vecchio vive con il nipote, claude, alla galerie, una specie di centro commerciale ante-litteram, dove si trovano i negozi degli artigiani di parigi. il padre di claude, che dovrebbe essere il figlio di oscar, è morto e il fanciullino soffre di complessi di inferiorità nei suoi confronti, ritenendo il padre molto più bravo di lui nel lavoro di fabbro artigiano.
nonno e nipote in buona sostanza, hanno un negozio di insegne e altri oggetti fatti in ferro battuto.
la giapponesina inspiegabilmente appena arrivata in francia, parla francese (come? dove e quanto e perché ha imparato il francese?) e si rende fin da subito conto dello scazzo con cui claude l'accoglie all'inizio. scazzo che scompare miracolosamente in un attimo nel quale illuminato dal cielo il nostro francesino si rende conto che magari per una tipa che viene dall'altra parte dall'altra parte del pianeta potrebbe essere difficile ambientarsi in un paese completamente diverso dal suo. quindi il rapporto tra i due cambia, trasformandosi in uno strano rapporto fraterno/paterno/amoroso. insomma, i due diventano ottimi amici, vivendo le loro avventure all'interno del microcosmo parigino che è la galerie. intanto si presentano altri due personaggi, le sorelle blanche, alice, fissata con il giappone, che appena viene a conoscenza della presenza di yune impazzisce di fangirlismo e fa di tutto per farsela amica, e la sorella camille, una poveraccia costretta a fare la signorina di buona famiglia, autoimponendosi di seguire per filo e per segno le regole che fanno di una ragazza un brava ragazza. anche il passato di queste due sorelle è un po' abbozzato...
la storia va avanti così, tra fatterelli giornalieri e cose così, con qualche momento in cui si intuisce qualcosa del passato di yune e di sua sorella.
insomma, è uno slice of life carino e tenero, sopratutto per via della pucciosità di yune e della dolcezza di claude e di oscar. il punto debole è la mancanza di profondità: non c'è introspezione psicologica se non quel minimo che serve a giustificare le azioni dei personaggi, non c'è un approfondimento sul loro passato se non quel minimo che serve a giustificarne i rapporti.
se avesse avuto il doppio degli episodi, se si fosse soffermato un po' di più sui sentimenti di yune e sui suoi pensieri mentre si trova in un paese dove la vita è completamente diversa da quella a cui era abituata, se avesse narrato più dettagliatamente le vicende di oscar e il perché del suo viaggio in giappone, se il rapporto tra claude e yune fosse mutato più gradatamente e più naturalmente... insomma, ha tutte le carte in regola per essere una bella storia, ma pecca di ingenuità in troppe cose. peccato. spero soltanto che il manga non sia tanto frettoloso, se così fosse sarebbe proprio carino. in ogni caso se ne avete modo guardatelo, è davvero godibile.