mercoledì 12 aprile 2017

supersorda!

da piccola ero normalissima. giocavo con le cose di mia mamma. guardavo la tv con il mio fratellone ashley e la mia sorellona sarah. correvo in bici nel sellino dietro papà. cercavo i bruchi con la mia amica emma. e cantavo.
ma poi tutto cambiò.

cece ha quattro anni quando, per colpa di una brutta malattia, perde improvvisamente l'udito.
sono gli anni settanta e gli apparecchi acustici non sono certo quelli di adesso.
l'apparecchio di cece è una scatoletta piuttosto ingombrante che si porta appesa al collo, con due cuffiette collegate. usarlo a casa non è un problema, e anche all'asilo la cosa è più facile del previsto, perché nella sua classe ci sono un sacco di bambini come lei, tutti con la loro scatoletta e le loro cordine. ma quando iniziano le elementari, cece e la sua famiglia si trasferiscono in un nuovo quartiere.
sta per iniziare la scuola, una scuola nuova piena di bambini sconosciuti e per cece iniziano i dilemmi: da un lato, teme che di sembrare brutta, strana, diversa con quelle cuffiette e la scatolina che si intravede da sotto la maglietta, ha paura di non riuscire a fare amicizia con nessuno, dall'altro, la sua fervida immaginazione corre a trasformare la sua scatolina, l'orecchio fonico (nome decisamente suggestivo!), nel suo superpotere, in quel qualcosa in più che la rende sì diversa, ma davvero speciale e super: una meravigliosa e strabiliante supereroina, supersorda!


supersorda! è un fumetto davvero strabiliante che mi ha sorpresa fin dall'inizio.
si rivolge a un pubblico giovane (e certo l'espediente di disegnare tutti i personaggi come coniglietti aiuta in tal senso) ma non fatevelo scappare per questo, perché difficilmente sentirete parlare così di diversità.

cece bell racconta la sua storia - la cece del fumetto è lei da bambina - con assoluta sincerità, sapendoci divertire e commuovere al contempo, senza nascondere o edulcorare i momenti più difficili, e senza mai diventare pesante, autocommiserante o noiosa: la vera protagonista di questa storia è l'infanzia, quella dei giochi in giardino, delle amicizie importantissime e sincere, delle paure e delle speranze.

cece vive la sua sordità con l'ingenuità di una bambina: non si sente diversa perché sorda, si sente diversa per via della macchinetta appesa al petto, quel qualcosa in più che potrebbe far allontanare gli altri, e immediatamente, come fanno i bambini quando non sono condizionati da comportamenti idioti e sbagliati appresi dagli adulti, comincia a fantasticare su come il suo essere diversa può diventare qualcosa in più, si trasforma in una bambina super, con la sua canottiera con la rosellina carina e l'orecchio fonico in grado di sentire quello che gli altri non sentono, una bambina superspeciale in grado di affascinare e far meravigliare tutti dei suoi straordinari poteri.


supersorda!, attraverso quelle dinamiche infantili che determinano i rapporti tra normale e diverso, parlando di amicizia, prime cotte e bullismo, manda il messaggio importantissimo che accettarsi per quello che si è non è rassegnarsi all'autocommiserazione, ma prendere coscienza delle straordinarie e personali capacità e doti di ognuno, per imparare a diventare, ciascuno di noi, super.

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