dal comunicato stampa:
“Una disinibita prostituta dello Zimbabwe. Un ragazzo con un grosso problema alle parti basse. Un fotografo giapponese che prepara una cena indimenticabile. E un vecchio burattinaio sbevazzone che racconta storielle piccanti del settecento. Ad unirli il sentimento più antico della storia. Il desiderio impellente della carne e dell'unione sessuale. La necessità di esprimerla con ogni mezzo. Scelte che diventano tragedie. Il richiamo viscerale dell'amore e quello della morte.”
in attesa di avere tra le mani la mia copia, ho fatto qualche domandina ai ragazzi per conoscere al meglio questo nuovo lavoro... buona lettura!
ciao ragazzi, grazie mille per aver accettato questa cosa che sembra un'intervista. dopo tanto tempo che sul blog parlo di voi ammetto che è emozionante portarvi direttamente qui...
il primo lavoro del collettivo manticora, sindrome, era dedicato a disturbi psicologici, in instrumenta si presentava un mondo distopico in cui il rapporto uomo-macchina non era dei più felici, tenebre è stato un vero e proprio horror, con feral children ci avete presentato gli inquietantissimi bambini selvaggi e qualche mese fa avete ripreso in der krampus una leggenda popolare piuttosto spaventosa. adesso le piccole morti si propone tutto incentrato sull'inscindibile binomio eros e thanatos.
quando come e perché siete passati al lato oscuro?
(Lorenza) In realtà non c'è stato un autentico passaggio al lato oscuro...diciamo piuttosto che ci siamo trovati dentro fin da subito e ci siamo resi conto che l'ambiente era troppo confortevole per uscirne! Come spesso capita le storie che scriviamo riflettono un aspetto della nostra personalità, che in questo caso è la predilizione per i temi disturbanti o morbosi. Per questo motivo sfruttiamo l'autoproduzione per divertirci ed analizzare argomenti che difficilmente porteresti a tavola al pranzo domenicale con i nonni!
brian è il nuovo arrivato nel gruppo manticora. com'è per te sceneggiare storie per disegnatori così diversi tra loro? e com'è per voi disegnatori lavorare su un testo scritto da un'altra persona? (se non sbaglio, fino a feral children non avevate un vero e proprio sceneggiatore nel gruppo)
(Brian) A dire il vero è, senza mezzi termini, un onore avere la possibilità di interfacciarsi con realtà e stili di disegno così agli antipodi. Sono entrato a far parte dello strano mondo del fumetto da meno di due anni e fin dall’inizio il mio primo obbiettivo è stato quello di non limitarmi ad una particolare corrente artistica, ma piuttosto andare in esplorazione di più sfaccettature possibili. È molto stimolante e Manticora è stato il principio di tutto. Sono uno che si annoia facilmente e ho sempre bisogno di azzardare e di cambiare rotta. Questa è forse una delle fortune di essere sceneggiatore: puoi dare vita alle tue storie ogni volta con un tratto visivo diverso. “Le Piccole Morti” è stata per me l’occasione ideale non solo di gettarsi a capofitto in un tema così caratteristico, ma anche di sperimentare e di mettere alla prova me stesso con quattro forme di linguaggio testuale molto distanti fra loro. Quando ho proposto le mie idee ai Manticori, a chi con un genere e a chi con un layout mai affrontati, loro invece di fuggire urlando hanno deciso di prenderla come una sfida, con la giusta dose di curiosità e follia. Anche se sono sicuro che prima o poi mi avveleneranno i maccheroni! In poche parole: mi sono sbellicato, che è l’importante, e sicuramente ci ho guadagnato in esperienza e consapevolezza, che è altrettanto importante. Incontrare questi adorabili sbandati è stata la fortuna più grande!
(Lorenza) Sicuramente lavorare sotto sceneggiatura di un'altra persona è un grandissimo stimolo per qualsiasi disegnatore. Nel caso di Brian siamo stati davvero fortunati perché fin da subito abbiamo capito che era un ragazzo in gamba, con un'ottima capacità di adattarsi alla sensibilità di ciascuno di noi e di lavorare in sinergia per tirare fuori il meglio.
a chi e come è venuta l'idea per questa nuova antologia?
(Lorenza) Come gran parte delle storie nate sotto lo sguardo benevolente della Manticora non c'è un vero autore dietro, ogni volume ha visto la luce durante un brainstorming collettivo. Anche nel caso delle Piccole Morti lo scenario è stato più o meno lo stesso: serata tranquilla in Tana Manticora, birra, patatine, chiacchiere a briglia sciolta, risate e poi qualcuno che esclama: "Oh, ma vi immaginate di raccontare storie di gente morta facendo sesso?". Da lì a scrivere il fumetto, il passo è breve (più o meno)!
negli ultimi tre anni avete presentato i vostri progetti a lucca c&g, a cadenza annuale. questa volta invece sono passati solo pochi mesi dall'ultima pubblicazione. le piccole morti era già in cantiere e non ci avete detto nulla?
(Lorenza) Subito dopo Lucca Comics abbiamo fatto una riunione per stabilire il piano editoriale del nuovo anno (siamo fumettari, per cui Lucca Comics sancisce il Capodanno dell'anno nel mondo-fumetto :D) e ci siamo detti che sarebbe stato interessante metterci alla prova facendo uscire un volume a primavera. Abbiamo individuato l'ARFestival come l'occasione giusta e ci siamo messi al lavoro, anche se prima di ufficializzare la cosa abbiamo aspettato di avere la certezza di avere un banco nella Self Arf!
come funziona quando iniziate un progetto nuovo? come si sceglie il soggetto collettivo? e come scegliete chi deve disegnare cosa (nel senso, ci sono già i soggetti delle storie e poi vengono affidate ai disegnatori, o si delineano le trame in base allo stile di chi dovrà illustrarle?)
(Lorenza) Prima dell'arrivo di Brian all'interno del gruppo funzionava che una volta individuato il tema principale dell'antologia ciascuno rifletteva su che genere di storia raccontare per interpretarlo. In seguito le cose non sono cambiate più di tanto, si sceglie sempre un tema principale o una linea guida da seguire, dopodicchè lo sceneggiatore propone un soggetto diverso a ciascun disegnatore e se l'idea piace si sviluppa assieme, altrimenti ci si pensa ancora un po' su per trovare la storia che metta d'accordo tutti.
quali sono i prossimi progetti del gruppo manticora?
(Lorenza) Dopo "Le Piccole Morti" stiamo già pensando a cosa proporre per l'edizione 2016 di Lucca C&G. Ancora non abbiamo un'idea definita, ma ci piacerebbe concentrarci su qualcosa di nuovo, trovare una formula che vada un po' oltre la solita antologia che siamo abituati a realizzare!
e invece quali sono i vostri progetti fuori dalla tana dei manticori?
(Lorenza) Abbiamo tutti i nostri sogni e i nostri progetti nel cassetto! In linea generale ci siamo resi conto che ciascuno di noi sta maturando tantissimo in questi anni e porta avanti il proprio viaggio, per cui è impossibile sapere con certezza cosa ci riserva il domani.
C'è chi ha sempre mille idee per la testa e puoi stare sicura che finito un progetto è subito al lavoro su qualcosa di nuovo, chi ha lasciato il lavoro per inseguire la propria passione, chi naviga a vele spiegate per scrivere una nuova storia, c'è chi sogna una vita placida e senza troppe complicazioni e chi decide di volare dall'altra parte del mondo in cerca di ispirazione.
Insomma, come sempre la risposta migliore ce l'hanno gli anziani, a cui quando chiedi "come va?" loro ti rispondono: "Si tira avanti, che indietro non si può più tornare!"
il caso di instrumenta - spine - tenebre è stato particolare nella vostra produzione: avete realizzato in contemporanea tre titoli anziché un albo unico in cui partecipare tutti. ripeterete l'esperienza (peraltro riuscitissima)
(Lorenza) Quella fu un'occasione per sperimentare un metodo di lavoro diverso, nello specifico abbiamo provato a dividerci in coppie basandoci sulle affinità stilistiche e narrative dei vari autori per provare ad allargare la gamma della nostra offerta con albi più specifici (il titolo horror, il titolo steampunk/cyberpunk e... Spine!) Sicuramente è stata un'esperienza costruttiva ed interessante, ma difficilmente saremmo in grado di riproporla.
ivan, tu sei un disegnatore che predilige lo stile umoristico. come ti trovi a disegnare storie che hanno tematiche non esattamente comiche? spine è stato uno dei tuoi lavori che ho apprezzato di più, forse proprio perché erano coinvolte meno persone e sei riuscito a esprimerti al meglio o perché la tematica ambientale/animalista ti è più vicina? come riesci a conciliare il tuo stile e quello del gruppo?
(Ivan) Sinceramente non ho una formazione di fumetto alle spalle, quello che so fare l'ho in buona parte appreso lavorando dentro Manticora. Per tale motivo non mi trovo male a lavorare a storie non necessariamente comiche al 100%, diciamo che è un ottimo modo per sperimentare. Riguardo a Spine, semplicemente penso che il volume sia riuscito bene poiché si tratta di una storia abbastanza lunga in cui hanno tempo di comparire vari personaggi interessanti, fa ridere (si spera) ma riserva pure un sacco di mazzate emotive.
lorenza, per quello che ho visto, tu prediligi il fumetto storico e il fumetto in costume (si può dire?). da cosa viene il tuo interesse per questo genere di ambientazioni? su cosa ti basi per disegnare i personaggi, il loro stile così diverso di volta in volta? e sopratutto, a quando un fumetto tutto tuo?
(Lorenza) Onestamente non sono in grado di stabilire l'origine di questa mia passione...probabilmente devo avere qualche conto in sospeso con qualche mia reincarnazione precedente e adesso sono qui a struggermi per secoli di storia passata che non ho mai vissuto! :D Scherzi a parte, vivo nel presente, ma ho sempre preferito rifugiarmi nel passato o in altri mondi attraverso i fumetti, i libri, il cinema o l'arte, ed è principalmente da essi che traggo ispirazione (da quelli e da quel buco nero di perdizione chiamato Internet).
Per le Piccole Morti, ad esempio, in combutta con Brian ho deciso di ispirarmi liberamente alla sensuale lascivia delle illustrazioni di Venere e Tannhäuser di Aubrey Beardsley, e tutto sommato sono contenta del risultato!
Mi piacerebbe moltissimo realizzare un fumetto tutto mio, ovviamente, ma i tempi non sono ancora maturi...devo prima imparare un po' di auto-disciplina e soprattutto scendere a patti con la scarsa opinione che ho di me stessa! :P
flavia, le tue storie realizzate fuori dalla tana (barba di perle, l'orgoglio di leone, l'importante è finire, la generazione) hanno tematiche completamente diverse da quelle che affronti nelle antologie: sono storie più introspettive e comunque ambientate in contesti più familiari e ordinari.
com'è dividersi tra generi così diversi?
(Flavia) Dividersi è divertente: adoro le storie strane, quelle che sembrano spiate da una serratura. Ho un debole per i temi forti, weird e turbolenti ma, ammetto, che mi trovo più a mio agio nel raccontare storie lunghe, con calma e a "bassa voce". Le antologie di Manticora mi hanno dato la possibilità di lavorare su racconti di poche pagine e mi piace approfittare di questi piccoli spazi gestibili per provare ad sperimentare atmosfere che non avrei il coraggio, ne la bravura, di sostenere in racconto più lungo.
anna, devo confessarti una cosa: per quello che mi riguarda il tuo tratto, particolarissimo, è identificativo delle opere del gruppo manticora, una sorta di colonna portante delle antologie, una di quelle cose a cui non posso rinunciare e che, a inizio lettura, sbircio con estremo piacere pensando ecco, questo è proprio un fumetto dei manticori. me lo chiedo da anni, ma finalmente posso domandarlo anche a te: a quando un progetto solo tuo?
(Anna) Grazie mille Clacca, le tue parole mi hanno davvero molto colpita, sono onorata! :)
Per rispondere alla tua domanda posso dirti che finora non ho avuto modo di dedicarmi ad un progetto interamente mio per vari motivi, primo tra tutti la mancanza di tempo (purtroppo i "lavori veri" full time riducono notevolmente la possibilità di stare seduti al tavolo da disegno). In secondo luogo posso confessare che la particolarità stessa del mio tratto in passato mi ha frenato molto dall'affrontare un progetto personale più esteso. Mi intimoriva avere un segno così diverso che non sapevo gestire e ho sempre avuto difficoltà nell'ideare storie lunghe, quindi non mi sentivo assolutamente in grado di affrontare questa sfida. Le varie antologie manticorine a cui ho partecipato in questi anni sono state un perfetto esercizio di stile e di sperimentazioni, ed è proprio grazie a Manticora che ho acquisito molta più sicurezza nei miei mezzi. L'arrivo di Brian in veste di sceneggiatore è stato infine l'ultimo tassello, mi sono trovata benissimo a lavorare con lui, c'è un sacco di affinità, quindi direi che un progetto disegnato da me e sceneggiato da lui, sia ormai dietro l'angolo!
lazarus, francesco de stena e francesca piscitelli. torneranno in qualche prossima antologia?
(Lorenza) Siamo rimasti in ottimi rapporti con tutti coloro che sono sbocciati sotto l'egida della Manticora, ma ciascuno di loro ha preso la propria strada e a parte saltuarie collaborazioni (disegni-tributo per vari volumi, il supporto "a colori" di Fremo per le copertine) non sappiamo se torneranno in qualche prossima antologia. In ogni caso Manticora è sempre in mutamento, per cui se qualcuno di loro volesse tornare a fare un'incursione autoprodotta la nostra porta è sempre aperta!
voi fate da sempre fumetti autoprodotti, questo immagino vi abbia permesso di stabilire con i lettori un rapporto molto più diretto e profondo di quanto non sarebbe avvenuto con una casa editrice a fare da tramite. eppure avete sperimentato (penso a flavia e a lorenza, mi auguro di non essermi persa altro) anche il lavoro con gli editori. quali sono i pro e i contro dei due metodi di pubblicazione? e quale preferite?
(Lorenza) Per quello che mi riguarda non ho ancora avuto delle esperienze vere e proprie nel mondo dell'editoria, ma sicuramente fare autoproduzione è stato un metodo utilissimo per capire come funzionano certi meccanismi anche su larga scala. Scrivere, disegnare e stampare un albo interamente realizzato da te e poi provvedere personalmente alla distribuzione girando mezza Italia per le fiere e presentazioni è sicuramente un investimento di tempo e denaro, ma ti dà anche tante soddisfazioni. Il discorso è lo stesso con una casa editrice, con l'unica differenza che nel migliore dei casi c'è un team dietro a lavorare attivamente, il tuo libro ha la probabilità di raggiungere più persone grazie ad una rete di librerie e, si spera, c'è un ritorno economico molto diverso rispetto a quello dell'autoproduzione. Insomma, sono due modi simili di fare la stessa cosa: scrivere storie, pubblicarle e diffonderle il più possibile nel mondo!
ecco, all'inizio ero in panico perché non sapevo cosa dirvi e adesso ho scritto troppo. mi fermo prima di farmi detestare completamente! inboccallupo per l'arf, stracomplimenti per il vostro lavoro (speditemi una copia prima di partire, così sarà per me meno deprimente pensare di essermi persa quest'altra fiera fichissima) baci e abbracci a tutti! e ovviamente grazie mille per aver risposto all'interrogatorio all'intervista! ♥
Grazie a te Clacca, sia per l'intervista che per le tue splendide recensioni. Siamo davvero curiosi di sapere cosa penserai de "Le Piccole Morti"! Un bacio! :D
nell'attesa di avere il fumetto tra le mani, abbiamo un'anteprima di qualche tavola!
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