se c'è una cosa di cui non posso stancarmi sono le realtà distopiche, che siano raccontate in fumetti, film, romanzi, non mi interessa: mi piace da morire seguire le vicende dei poveracci che ci si trovano invischiati e man mano scoprire le regole della loro realtà. per questo - e per un certo personaggio grande grosso e peloso - a sort of fairytale mi è piaciuto un sacco!
zoe sta disegnando. racconta la storia di un mondo creato da dio come un dono, bello, dolce da vivere, e degli uomini che seppero prendersi cura di quel mondo. di come poi gli uomini persero la gratitudine e iniziarono a trattare male il mondo che gli era stato donato, costruendo case troppo grandi, distruggendo gli alberi, facendo fuggire gli animali.
il dio che aveva creato quel mondo così bello si arrabbiò con gli uomini: la terra non diede più frutti, gli alberi diventarono troppo forti per essere abbattuti, gli animali erano diversi da quelli di prima, erano grossi e cattivi, impossibili da cacciare. presto iniziarono loro a nutrirsi di uomini, ai quali non restò che cercare rifugio tra le montagne, per sopravvivere in un mondo che dio si era ripreso.
zoe disegna e racconta la storia del mondo a un vecchio che come lei si trova su un camion, insieme ad altra gente, altre facce buie e spaventate. si stanno recando in uno dei pochi rifugi sicuri rimasti, sperando di arrivarci interi. zoe spera di incontrare i suoi genitori una volta giunta a destinazione, ma in un mondo così nessun viaggio è sicuro. e quello che zoe sta per scoprire confermerà le sue più grandi paure.
non voglio spoilerare oltre, anche se i fatti narrati in questo volumino non sono poi moltissimi. è un primo numero che ci introduce in un mondo sull'orlo del collasso, invivibile, pericoloso, cattivo.
gli uomini hanno distrutto la natura e la natura è rinata, rivelandosi più forte degli uomini.
perso ogni rispetto, ogni pietà per gli alberi, per gli animali, per la terra stessa, gli uomini perderanno quella per i loro simili: ogni popolo, incivilendosi, ha creato dei tabù, delle regole infrangibili anche solo al pensiero, e tra i molti uno in particolare è quello che accomuna civiltà diversissime tra loro, lontane nello spazio e nel tempo. distrutto l'ultimo baluardo che rende tale un essere umano, concretizzato il vecchio homo hominis lupus, non c'è possibilità di ritorno.
ma se gli uomini sono diventati dei mostri, zoe scoprirà che non tutti i mostri in realtà sono cattivi come sembrano...
il primo numero di a sort of fairytale, dicevo, ci introduce in una realtà completamente diversa dalla nostra, lo fa senza essere troppo didascalico, senza pipponi chilometrici, ma coinvolgendoci emotivamente dalla prima all'ultima pagina: lo sgomento iniziale, quando zoe racconta la storia del mondo, diventa vero e proprio disorientamento dopo poche pagine e un attimo arriva il panico. complimenti sopratutto allo sceneggiatore paolo maini i tempi narrativi sono gestiti davvero benissimo, accelerando nei momenti in cui l'azione si fa più concitata, diluendosi per renderci più consapevoli del posto assurdo in cui siamo finiti.
il respiro di sollievo ce lo da alla fine zoe, vita, la sua innocenza, la sua ingenuità, la sua capacità di guardare le cose e riconoscerle per quello che sono.
brava anche ludovica ceregatti, mi è piaciuta molto la sua capacità di rendere le espressioni dei personaggi ma sopratutto la scelta dei colori, perfetti per dare la giusta atmosfera ai vari momenti della narrazione.
la qualità dell'edizione è notevolissima, ho apprezzato sopratutto le schede dei personaggi a fine volume (sono una di quelle cose che mi piace tantissimo, specie quando vengono realizzati come file scritti a macchina su carta spiegazzata, ingiallita e macchiata!). i volumi in totale saranno tre, e io non vedo l'ora di continuare a leggere la storia di zoe.
e grazie mille a noise press che mi ha dato la possibilità di leggere il primo volume di a sort of fairytale e di scriverne qui.
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