finalmente il secondo numero di chosp! per chi non lo sapesse, il primo volume era stato pubblicato da planeta e poco tempo dopo la sua uscita, alessandro barbucci aveva dato notizia della fine della collaborazione con l'editore (che io personalmente detesto, vista la serietà minima, per non dire inesistente, con cui si è proposto in italia: ho un paio di serie manga che vorrei leggere, ma le hanno acquistate e interrotte. spero che i diritti si sblocchino presto, sopratutto per kimi ni todoke...). mentre già pensavo di leggere gli altri numeri in francese, ecco che bao publishing annuncia la pubblicazione del secondo volume. la differenza di edizione è spaventosa. non so dire però quale preferisco tra le due, la prima è più piccola, più facile da conservare negli scaffali e più economica (anche se in confronto all'edizione, 6,95€ sono troppi); la seconda è molto più bella, elegantissima e curata in tutti i dettagli, più ingombrante ma considerando che sono tutte tavole a colori, la resa è migliore ed il prezzo ovviamente è aumentato proporzionalmente. quello che preferirei in assoluto però, sarebbe di riuscire a mantenere dei formati più uniformi possibili, a prescindere che sia bao a continuare a pubblicare chosp o qualche altra casa editrice.
in ogni caso, in questo secondo volume, chosp continua la missione iniziata nel primo: scoprire quali sono le sue vere origini. a tee ville, l'isola abitata solamente da star del mondo dello spettacolo (tutte ovviamente bellissime) chosp è l'unico bambino brutto. ha le corda, una coda squamosa, gli occhi a palla e delle orecchie decisamente strane: chi sono i suoi veri genitori? i due idioti che si spacciano per la sua mamma e il suo papà non hanno intenzione alcuna di collaborare, per fortuna attorno a chosp si crea una piccola squadra desiderosa di aiutarlo: prima fra tutti, l'amica melody, cervellona appassionata di ufo e misteri (dimmi la verità, barbucci, pensavi ad hay lin quando l'hai disegnata, eh? potrebbero essere sorelle!), wendy, la babysitter/agente segreto, incaricata di indagare anche lei su chosp (la cosa puzza, eh?) e poi la vecchia norma, che si capisce bene perché, forse giusto per divertirsi un po' o per qualche altro motivo ancora segretissimo, oltre ad essere un'appassionata di film horror ed avere aggeggi assurdi a sua disposizione (robot et similia) inizia anche lei ad interessarsi a chosp.
con questa vignetta si concludeva il numero uno. se questo qui non è chosp, allora chi è? nel secondo volume, mentre barbucci si diverte a citare vecchi film (non essendo una fan dell'horror, ne ho riconosciuto solo uno, frankestein jr) e prendere in giro gli emo e i goth (clap clap!) chosp e tutta l'allegra combriccola si ritrovano a cercare questo simil-chosp tra il cimitero e un insolito set cinematografico (dove tanto per cambiare barbucci infila le sue tettutissime fanciulle!).
rispetto al numero uno, oltre ai cambiamenti per l'edizione italiana, come avevo accennato, le pagine sono tutte a colori (niente retini effetto manga), cosa che sinceramente preferisco per i suoi disegni. speriamo che adesso dalle critiche contro lo spettacolo, il nostro caro disegnatore torni a lavorare a quelle contro la chiesa di skydoll...
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